I CANI ABBAIANO E MORDONO

A tutti i livelli si ha la tendenza a reagire molto tempo dopo il momento in cui si sarebbe dovuto. Il fenomeno ha molte cause. Innanzi tutto, nessuno ha voglia di combattere, sicché la prima reazione è quella di sperare che tutto si calmi da sé. Un secondo possibile motivo è che non si è sicuri di aver capito bene: “Mi voleva provocare, o ha commesso una gaffe?” “Cercava lo scontro o voleva dire altro?” Insomma la vigliaccheria, quando si teme di essere i più deboli, il fastidio, quando si pensa di essere i più forti, e comunque l’amor di pace, fanno sì che molte volte si risponda all’aggressione con molto ritardo, o non si risponda.
Le conseguenze possono essere gravi. Quando gli va bene una volta, gli imbecilli, i violenti, i provocatori si convincono che gli andrà sempre bene. Infatti esagerano sempre più, fino ad ottenere una reazione ben più forte di quella che avrebbero meritato da principio. Nei film western questo era il sospirato momento in cui il protagonista tirava fuori la pistola e faceva una strage.
Ma la vita non sempre prevede il happy end. Nella realtà concreta, quando ci si decide a rispondere, può essere troppo tardi. Il danno è fatto ed è irrimediabile. Oppure c’è ancora modo di difendersi, ma si è lasciato tanto spazio al provocatore che ormai batterlo sarà molto costoso.
Tutti abbiamo commesso qualche colpa di questo genere e, per certi errori del passato non riusciamo ancora a perdonarci. E tuttavia dovremmo farl,: non tanto per amore di noi stessi (che comunque non ci manca certo) quanto perché lo stesso genere di errori è stato ripetutamente commesso da persone più importanti di noi e per fatti di valore incommensurabilmente più grande. L’Europa intera, quasi con la sola eccezione di Churchill, ha sottostimato il pericolo costituito da Hitler. E quando ha cominciato a reagire, s’è accorta di avere lasciato al dittatore tedesco il tempo di divenire un gigante, dal punto di vista militare. Per decenni, i Presidenti degli Stati Uniti non hanno preso sul serio la dinastia nordcoreana dei Kim, hanno confidato sulla drammatica povertà del Paese, ed anche su un minimo di buon senso che sconsigliasse a Pyongyang di provocare potenze tanto più forti. Washington è arrivata al punto di fare dei regali, ai nordcoreani, sperando un po’ di ammansirli e un po’ di comprarli. Il risultato, di tolleranza in tolleranza, è stato che quei fanatici si sono dotati della bomba atomica e dei missili per recapitarla. Ed oggi non si sa più come contenerli. Prima si è rinviata l’azione di polizia, ora si rischia la guerra.
Il più recente esempio di questo genere di follia ce lo fornisce il governo di Madrid. Se per una regione come la Catalogna, come per qualunque altra regione della Spagna, chiedere l’indipendenza è anticostituzionale, perché si è permesso che se ne parlasse per anni ed anni, fino a convincere tanti catalani che essa fosse a portata di mano? Che comunque fosse lecito chiederla e addirittura pretenderla? Sarebbe stato necessario processare per sedizione il primo che ne ha parlato. Oggi invece arrestare per sedizione due personaggi per avere detto e fatto quello che dicono e fanno migliaia e migliaia di catalani, alla gente sembra un’ingiustizia. I romani, maestri della materia, sostenevano che ex facto oritur ius, dal fatto nasce il diritto. Se il diritto vieta una cosa, e in concreto la si tollera, la gente ne dedurrà la liceità di quel comportamento. E se qualcuno gli ricorda che la legge la pensa diversamente, dirà che la legge deve adeguarsi.
Come sempre quando c’entra la politica, le cose sono più complicate di come sembrano. Se un governo reagisce con durezza al primo sgarro, rischia di essere impopolare. Infatti alla prima avvisaglia di un problema la gente lascia prevalere il buonismo, perdona tutto e se il governo si comporta con risolutezza lo accusa di brutalità. Però poi, quando il venticello diviene tempesta, gli rimprovera di essere stato debole e di non avere reagito in tempo.
E in questo caso, Rajoy il temporeggiatore ha veramente lasciato che le cose andassero troppo oltre. Se ora, come si dice, parecchie centinaia di migliaia di barcellonesi scendono in strada per protestare contro il governo centrale, è segno che centinaia di migliaia di barcellonesi reputano di avere il diritto di parlare di indipendenza. E il fatto che si sbaglino non conta. Bisognava dirglielo mesi fa, anni fa, che si sbagliavano. Ormai forse li convinceranno soltanto le armi da fuoco.
Mai contare sul fatto che can che abbaia non morde. Molti cani abbaiano e mordono.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
22 ottobre 2017

I CANI ABBAIANO E MORDONOultima modifica: 2017-10-22T14:01:06+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “I CANI ABBAIANO E MORDONO

  1. A parte la Sua “paranoia” per la Corea del Nord (Paese repellente come politica e come leader, ma che finora non ha aggredito nessuno e che dichiara di “essere pronto a reagire se aggredito”: non obiettabile; mi preoccupa di più la nevrosi e schizofrenia di Trump, fortunatamente “parato” anche dalla sua squadra), d’accordo con la Sua avvertenza nel non trascurare i “segnali del malessere”, da cui poi si sviluppano soluzioni irealistiche ed illegittime. Una questione che stiamo vivendo anche noi in Italia, con le pretese di autonomia di certe Regioni. Il problema è che, “in democrazia”, certe questioni si devono lasciar porre, sennò “si soffoca”, appunto, la democrazia. Opportuno sarebbe quindi che certi problemi venissero affrontati e avviati a soluzione; magari anche fittizia, provvisoria, instabile, ma al momento unica possibile. Ma questo presuppone polso fermo, chiarezza di ideee e “coscienza pulita”, oltre che senso dello Stato e della collettività. Le soluzioni poi devono essere attuate. Tutte caratteristiche che non ritrovo affatto nella politica e nei politici italiani degli ultimi, diciamo, 30 anni. E caratteristiche che, in un quadro più ampio, non vedo oggi neanche nell’UE per i problemi dell’Unione: a problemi “complicati” si risponde con soluzioni “semplici”, che sembrano soddisfare il famigerato “rasoio di Occam”, che però non aiuta di certo a mettere nel giusto ordine le tesserine di un puzzle se non a martellate. Quindi, intravedo tempi bui sia per l’Italia che per l’Europa. Che ormai mi sembra piuttosto rattrappita e claudicante rispetto ad una Cina, aggressiva e ben determinata a prendere in mano il proprio futuro, e ad una Russia che si sta giocando il tutto per tutto (il gas, l’apparato militare) per continuare a galleggiare dopo il collasso sovietico.

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