SE LA DESTRA ABBIA UN FUTURO

C’è chi sostiene che la rottura fra Matteo Salvini e il resto del centrodestra sia imminente. E c’è chi sostiene che il collegamento più o meno truffaldino tra la sentenza della Corte d’Assise di Palermo e Silvio Berlusconi costituisca l’occasione sognata per facilitare questa mossa. Ma a Salvini conviene? Tutti hanno ripetuto fino alla noia che con il centrodestra ha il 37% e da solo il 17%. Che in moltissime amministrazioni locali la Lega governa con Forza Italia. Che molti parlamentari del centrodestra sono stati eletti inestricabilmente col voto di leghisti e forzisti. Ma queste obiezioni si scontrano con la posta in gioco. Se un cittadino spara sul re, probabilmente finisce sul patibolo. Se però è a capo di una congiura, la sua azione va valutata in modo diverso. L’attentato è di competenza del codice penale, il regicidio è di competenza dei libri di storia.
Nessuno sa quale sia il reale scopo di Salvini. Se pensa che rompere con Berlusconi e andare al governo col M5S lo lanci verso il trionfo politico, il conto è uno; se invece spera soltanto di ottenere qualche poltrona al tavolo del Consiglio dei Ministri, il conto è un altro. E poiché, in tutto ciò che scrivono i giornali non si trova traccia di ciò che si prospetta in concreto – né ci si può fidare delle indiscrezioni riguardanti le offerte dei pentastellati – la discussione non può che arenarsi. Si può soltanto allineare una serie di interrogativi: chi sarà il Primo Ministro? quali e quanti posti di governo saranno riservati alla Lega? quanti parlamentari di Forza Italia abbandoneranno Berlusconi per seguire Salvini (dimenticando la sorte di Alfano)? E soprattutto: quale sarà il programma della coalizione Lega-M5S, dal momento che attualmente quelli dei due contraenti sono incompatibili?
Soltanto quando queste perplessità saranno risolte, e si peseranno costi e ricavi, ci sarà il giudizio della Storia. O anche, se la grande signora non volesse occuparsi di minuzie come queste, quello della cronaca.
Al riguardo, c’è una considerazione obiettiva di cui moltissimi non sembrano tenere conto. Si parla tanto di destra e di sinistra, fino a dire che non esistono più, e invece esisteranno sempre. Perché corrispondono a due pulsioni che convivono in ciascuno di noi: il realismo e l’ideale. Giorgio Gaber scherzava brillantemente su questo argomento, ma è vero che il realismo è di destra, l’ideale è di sinistra. Il realista teme che l’idealista, cercando di migliorare le cose, gli combini dei guai; l’idealista teme che il realista, a forza di buon senso, gli vieti ogni tentativo di miglioramento della vita sociale. E proprio per questo, perché si tratta di una dicotomia ancorata nel fondo dell’uomo, ci sarà sempre una destra e ci sarà sempre una sinistra.
Se questo è vero, nel momento in cui M5S e Lega si mettono insieme, si ha l’alleanza di due sinistre e ciò significa che s’è lasciata fuori l’intera destra. Questo è il punto essenziale. La Democrazia Cristiana può anche morire di morte improvvisa ma – come intuì Berlusconi nel 1993 – non per questo muoiono i suoi elettori. Milioni di persone che, sin dal momento del decesso, si chiedono per chi voteranno la prossima volta. E chi ha il senso del reale, ed anche una mentalità economica, vi dirà che, quando c’è la domanda, basta approntare l’offerta e si faranno grandi affari. Se dunque l’alleanza M5S-Lega dovesse realizzarsi, se durasse cinque anni e se si cementasse, farebbe essa stessa sorgere una reazione dei realisti che li caccerebbero dal potere e farebbero vincere quella destra che tanti oggi danno per morente.
Dunque ci si può sinceramente augurare che il corteggiamento di Di Maio nei confronti di Salvini abbia successo. Del progetto dei “grillini” si è già detto tutto il male possibile, ma non è che si possa dir bene del programma di Salvini. Basta rivedere alcuni punti. Non tenere fede ai patti sottoscritti con l’Unione Europea potrebbe costarci carissimo. Rimandare indietro gli emigranti è impossibile, sia perché i Paesi di provenienza non li rivorrebbero indietro, sia perché spesso non sappiamo nemmeno da dove vengono. La flat tax è inapplicabile, perché richiederebbe un consistente aumento del debito pubblico, almeno nel medio termine, cosa che non possiamo permetterci. L’abolizione della Legge Fornero produrrebbe danni finanziari e ingiustizie sociali irreparabili. Insomma non si capisce che ci sta a fare un personaggio come Salvini nel centrodestra. Che vada a roteare la sua scimitarra altrove. Che provochi all’Italia tutti i danni che vuol provocare, perché questo sarà l’unico modo perché gli italiani rinsaviscano. E in quel momento sarà bene che nessuno indichi il centrodestra fra i colpevoli.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
22 aprile 2018

SE LA DESTRA ABBIA UN FUTUROultima modifica: 2018-04-23T09:11:42+02:00da gianni.pardo
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6 pensieri su “SE LA DESTRA ABBIA UN FUTURO

  1. Un Giuliano Ferrara fin troppo ottimista.

    UNA RISATA SEPPELLIRA’ LE NUOVE TIGRI DI CARTA
    di Giuliano Ferrara 22.04.2018 alle 06 :13
    Giurati che riscrivono la storia, movimenti che stanno prendendo il potere, tutti senza sapere di che si tratti. Ma tempo qualche mese e il regime dell’asineria mostrerà la corda.

    Questi giurati che riscrivono la storia senza sapere di che si tratti, e questi movimenti che stanno prendendo il potere senza sapere di che si tratti, sono tigri di carta. Ho molta fiducia nel futuro di questo paese. Mi dispiace per il generale Mori, che per il suo coraggio avrebbe dovuto essere assolto (e per gli altri: mai arrestare Totò Riina, è pericoloso). Mi dispiace per Marcello Dell’Utri, che paga in modo atroce il suo palermitanesimo. Mi dispiace per Nicola Mancino, il cui atteggiamento piagnucoloso e dissociato meriterebbe l’ergastolo morale. Mi dispiace per Enzo Scotti, che l’ha fatta franca se Dio vuole e ha messo in piedi le Università che allevano i grillozzi, e gli faccio tanti auguri. Ma questi della nuova ondata forcaiola sono tigri di carta.
    Le sentenze ignorate, il mistero del pataccaro Ciancimino, il trionfo del circo mediatico, il populismo dei giudici popolari. L’Italia è un paese pieno di volubilità e di disprezzo, informale e feroce. Finirà tutto in farsa. E di nuovo non ci sarà tragedia. Chi crede nella sentenza di Palermo? Quelli che l’hanno preparata, quelli che l’hanno emessa, i calunniatori che l’hanno resa possibile. Chi crede in un governo grillino? Chi lo ha votato per sberleffo e tigna si sta già rimangiando la parola, è solo questione di tempo, e tempo breve. Saranno messi alla prova, saranno inadempienti, la Taverna alla testa dello Stato è decisamente troppo. Vedo e rivedo il video della classe lucchese, la vita bassa degli adolescenti che infangano e bullizzano (si dice così) il piccolo e mite funzionario del sapere, l’ometto delle élite, vedo e rivedo le intimidazioni e le chiassate a umiliazione dell’insegnante, vedo e rivedo il video e penso a chi l’ha girato, sono certo che non li butteranno fuori, l’espulsione da tutte le scuole del Regno non si porta più da molto tempo, ma so che così non si andrà avanti, tra non molto la Taverna chiude le sale giochi. Verrà la reazione e avrà gli occhi attoniti di chi non accetta la degradazione autolesionista che ci siamo imposti. Qualcuno da fuori ci salverà, è già successo tante volte nella storia italiana e degli italiani. Ho grande fiducia nel futuro di questo paese.

    Voi dite che bisogna argomentare, bè, sì, in un certo senso è vero, lo si è fatto, lo si rifarà, c’era una volta un cinico mercante di morte, i soliti dieci anni di galera. C’era una volta il reddito per tutti, c’era una volta la flat tax, c’erano una volta le pensioni. Uno si impegna a smantellare i teoremi, si ingegna a decostruire quel mostro che è l’opinione pubblica, questo gruppazzo di analfabeti, di gesuiti e di grillozzi che sta devastando il paese, goloso di devastazioni. Ma alla fine bisogna dire che aspettare è una virtù. Wait and see, dicono gli anglomani. Aspettare e vedere, non c’è molto altro da fare se non nutrire fiducia. Una volta durò vent’anni, ma erano tempi lenti, ora è diverso. Tempo qualche mese e il regime dell’asineria mostrerà tutta la sua corda. Ho grande fiducia nel futuro di questo paese.

    Il tempo non è affatto galantuomo, è un gran figlio di mignotta. Ma in questo caso farei un’eccezione. E’ troppo grossa, la tigre, per non essere di cartapesta. E’ troppo smaccato, l’esperimento di vivisezione del corpo italiano, per non alludere a una nuova vita dietro l’angolo. Ci saranno delle risate, che seppelliranno tutto in un battibaleno, ruspe, felpe, Rousseau e programmi di governo. Non dirò che vedo la luce in fondo al tunnel, una metafora che mi è sempre sembrata pigra, e nemmeno che l’aurora è vicina, magari dalle dita tinte di rosa, non sono tempi omerici, Troia è lontana. Ma ho il presentimento che ci risveglieremo prestissimo dal coma etilico, dalla grande sbronza nazionale, e sarà un buon momento, senza vendette, senza decapitazioni, molte risate, appunto, alle spalle delle tigri. Ho grande fiducia nel futuro di questo paese.

  2. Io leggendola, non riesco più a capire che differenza c’è tra Lei e un elettore del Partito Democratico.
    Perché ormai dite le stesse identiche cose. Alcune rispettabilissime, sia chiaro. Altre un po’ meno condivisibili ma non devono certo essere le mie modestissime perplessità a turbare i Suoi sonni che mi auguro essere tranquilli.
    Solo che tanto vale, a questo punto, fare ciò che hanno fatto in Francia: una bella fusione tra centrodestra e centrosinistra e ufficializzare il posizionamento al Partito Mondialista.

  3. Mi permetta innanzi tutto di ringraziarla del complimento, che non sono sicuro di meritare.Tuttavia Le sarei grato se Lei esplicitasse meglio la sua opinione, chiarendo a che cosa si riferisce.
    Inoltre dovrebbe esprimere il suo accordo o disaccordo su quel punto, e per quali ragioni. Anche telegraficamente.
    Quanto all’eventuale concordanza col Pd o perfino con Matteo Renzi, non me ne vergognerei affatto, perché mai ho giurato loro odio eterno e indiscriminato. Potrò certo sbagliarmi nell’identificazione della verità, .ma non per questo mi asterrò dallo scrivere ciò che mi sembra la verità, quand’anche essa contraddicesse cose da me stesso scritte prima. Personalmente non credo nell’infallibilità neanche delle Sacre Scritture.

  4. Non c’è qualcosa di specifico, dovrei citarle decine di punti, così mi limiterò ad andare alla sintesi, onde non procurarle tedio, ché sono a conoscenza della sua predilezione per la brevitas.
    E’ in generale la sua struttura ideologica a farmi cogliere l’impressione che Le ho comunicato.
    Beninteso, le Sue opinioni meritano – e ci mancherebbe – la massima dignità e il massimo rispetto.
    Colgo soltanto sociologicamente un dato: centrodestra e centrosinistra stanno per fondersi in un’unica identità predicante europeismo, mondialismo, distruzione delle sovranità nazionali, affermazione del Dio unico Mercato che tutto può e gli altri no.

  5. Bah, che “realismo è di destra, l’ideale è di sinistra” non mi sembra del tutto … realistico. Sarà più fondata la distinzione tra “conservatori” e “progressisti”, o quella che vede nella destra come punto focale l’individuo e nella sinistra la “collettività”? Oppure tra “tradizionalisti” e “innovativi”; con l’avvertenza che anche le tradizioni si inventano (talvolta di sana pianta) e si creano, e che nella fase nascente sono anch’esse “innovative”? Oppure ancora quella che considera il rapporto con la proprietà, la ricchezza, il capitale (positivo se di destra, negativo se di sinistra?)? O il rapporto tra “uguaglianza” e “differenza”? O il “guardare indietro” (destra? ma i nostalgici del comunismo?) e il “guardare avanti” (sperando di vedere qualcosa tra la nebbia… e se poi giri in tondo e torni al punto di partenza?)?
    Ma poi vai a capire che succede nella realtà, quando tutto si mescola, e “cose (valori, li si chiama) di sinistra” diventano “di destra” e viceversa. Il fascismo fu conservatore o progressista? Gesù Cristo era di sinistra o di destra? E la Chiesa, com’è stata nella sua storia? E dentro una “sinistra” vi può essere una “destra”, e viceversa? La differenza tra vegetariani e carnivori è chiara, tra “destrorsi” e “sinistrorsi” per niente, quando si vanno a esaminare le “applicazioni pratiche”.
    La Sua distinzione vorrebbe essere “universale” e “per tutta la storia”, ma mi sembra che, in effetti, serva a poco.
    Accontentiamoci del fatto che chi dice “amo il manzo bollito e quindi sono di destra” intende contrapporsi a chi dice “amo il maiale arrosto e quindi sono di sinistra”. L’importante sarebbe che sia il bollito che l’arrosto siano cotti a puntino, gustosi al palato e nutrienti.
    (Scusi i richiami “cucinieri”, ma ancora – a quest’ora! – non ho mangiato).
    Su un punto concordo in pieno: M5S è talmente “confuso” che può combinare solo guai, qualunque sia l’alleato. Ma questo offre il convento. La Merkel, purtroppo, sta lì, e viene qui solo in estate per due settimane.

  6. Solo una piccola nota: troppo qualunquista dire con quegli argomenti che il programma di Salvini e’ irrealizzabile o nefasto. Con certi argomenti si puo’ giungere per sillogismo alla conclusione che non abbiamo bisogno di governo in quanto tutte le scelte sono gia’ fatte ed obbligate e quindi accettare che altre autorita’ governino indirettamente (fondo monetari? BCE? Commissione Europea? Patto Atlantico? altri nel club?). La cosa ha pure una triste evidenza ed e’ constatabile nel fatto che altri paesi in Europa non hanno avuto fretta di darsi un governo (Belgio, Spagna, Germania) probabilmente per la perdita totale di evidenza e responsabilita’ globale dell’ Europa, tuttavia la storia si rianima sempre con dei cambi di modello politico e quindi, anche se non si riesce a vedere in Salvini una personalita’ storica, che pero’ non viene mai vista nel momento storico, il suo programma potrebbe essere anche solo in parte realizzato con dei cambi sistemici.

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