L’UOMO DI VERONICA

L’UOMO DI VERONICA
Daniela Santanché ha dichiarato al quotidiano “Libero” che da tempo la moglie di Berlusconi “ha un uomo”, il quarantasettenne Alberto Orlandi, e che Berlusconi ha tollerato la situazione per mantenere la facciata della famiglia unita. Naturalmente molti penseranno che questo cambia completamente la situazione ma è lecito rimanere del parere di prima: di certe cose non bisognerebbe mai parlare. Se si vedono le cose con occhi da adulti, è chiaro che non si tratta né di giustificare Berlusconi per quello che (non) ha fatto, e neppure di condannare Veronica per quello che (non) ha fatto.
Il punto di vista morale, che si è sprecato sui giornali, è assolutamente ipocrita. Se si potesse vedere il film di alcuni momenti della vita di tutti – giornalisti, parlamentari, uomini, donne e non parliamo di prelati solo per essere generosi – tutti avrebbero di che vergognarsi. E non per avere fatto qualcosa di speciale e di orrendo quanto perché certe cose si fanno ma non si dicono e non si mostrano. Se una signora si concede un’avventura, sono affari suoi. Se un uomo maturo va a letto con una ninfetta, è affar suo. E quanto alla ragazza, che lo faccia per denaro, per fare carriera, perché lui ha la fama di grande amatore o semplicemente per capriccio, rimangono sempre e comunque affari suoi. Fra l’altro, tutte le grandi star – i cantanti, gli artisti, i calciatori, i miliardari – dicono che devono stare attenti alle ragazze che si fanno trovare nude nel loro letto. Sia perché potrebbero essere sieropositive, sia perché potrebbe essere ricattatrici, sia infine perché potrebbero essere matte e pericolose. Come si vede, in questa lista non è incluso il problema morale.
La Rochefoucauld ha scritto che “i vecchi biasimano i peccati che non possono più commettere” e per questo passa per un cinico. Era invece un ottimista: in Italia siamo al punto che si biasimano i peccati che altri (non) hanno commesso, mentre se ne sono commessi di peggiori e, essendo giovani, di più recenti e frequenti. E – aggiungiamo malignamente – se qualcuno non li ha commessi, nella maggior parte dei casi è perché non ha potuto.
Berlusconi, almeno in questa sede, è stato assolto con formula piena per i reati sessuali che (non) ha commesso e nello stesso modo si assolve oggi con formula piena Veronica Lario, nel caso avesse qualcosa da rimproverarsi agli occhi dell’arcivescovo Franceschini, del cardinale Ezio Mauro o perfino del Papa Eugenio Scalfari. “È ora di finiamola”, come scherzava qualcuno. Sia perché si è esagerato, sia perché, come diceva il re dei comici, “Siamo uomini di mondo”. Le vicende matrimoniali dei coniugi Berlusconi appartengono solo a loro. Non appartengono neppure ai loro figli, che ormai hanno l’età per avere problemi propri.
Un’ultima nota riguarda il comportamento “politico” della signora Berlusconi. Nell’epoca contemporanea, contrariamente a quanto avveniva un tempo, è di moda che gli uomini politici si facciano vedere insieme con le mogli. E i figli. Al contrario, Berlusconi è apparso molto raramente insieme con la moglie e in molti ci si è chiesti perché lei fosse così riservata o addirittura ritrosa. Qualcuno pensava potesse essere molto timida; qualcuno lodava il suo disinteresse per le luci della ribalta; qualcuno sospettava che Berlusconi la giudicasse una sciocca e l’avesse pregata di starsene a casa ma oggi le ipotesi si arricchiscono di quella della Santanché: secondo l’esuberante Daniela, Silvio “Ha rinunciato ad avere al fianco la sua donna, ha accettato che l’Italia non avesse una first lady”.  Dunque la ragione della costante assenza di questa donna accanto al marito sarebbe una forma di dissociazione, da parte di lei. Vero, non vero? Di certo si ha un’animosità espressa con lettere ed esternazioni. Veronica Lario ha confermato quel proverbio francese per cui “Qui veut noyer son chien l’accuse de la peste”, chi vuole annegare il suo cane dice che è appestato, cioè l’accusa di cose inventate. Ma anche questo, malgrado i risvolti politici nazionali e internazionali, fa parte dei problemi interni dei due coniugi. Sono affari loro.
Del resto, se proprio avessimo bisogno di modelli morali, ci basterebbe guardare agli uomini di sinistra. Primo fra tutti, Antonio Di Pietro.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
1 giugno 2009

P.S. Detto di passaggio: il “Giornale” denuncia l’“Espresso” perché era disposto a comprare a caro prezzo – si parlava di cinquantamila euro – la storia (e le prove) della relazione sessuale tra una protagonista del Grande Fratello e Berlusconi. La vicenda era interamente inventata ed ora il quotidiano esprime il proprio disprezzo per quel settimanale, disposto a comprare uno scoop. Vicenda biasimevole, certo. Solo ci si permetta una domanda: i cronisti del “Giornale” non l’avrebbero comprata, se fosse stata vera, e soprattutto se fosse stata a carico di un prim’attore della sinistra moralista?

L’UOMO DI VERONICAultima modifica: 2009-06-01T09:19:27+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “L’UOMO DI VERONICA

  1. La mia opinione rimane sempre la stessa,ho rispetto per la signora Lario,l’unico modo per screditare la sua lettera a Repubblica da parte del Presidente era di trovare qualcuno compiacente a sputtanarla,la persona è stata trovata,una che saltella da un partito all’altro,e sicuramente sarà promossa prossimo Ministro.Complimenti Signora Santanchè,avrà una carriera assicurata.Una sola domanda mi arrovella la testa,come mai i pargoli del Presidente non hanno difeso la madre come hanno fatto con Papi,forse la risposta è nel cordone della borsa,Papi avrà sicuramente parlato di eredità.

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