ARTISTI

In una favola di La Fontaine un corvo tiene nel becco un camembert. La volpe gli fa mille complimenti e conclude: “Sans mentir, si votre ramage se rapporte a votre plumage, vous êtes le phénix des hôtes de ces bois”, “In verità, se il suo canto è in proporzione col suo piumaggio, lei è la fenice degli ospiti di questi boschi”. Il corvo lusingato apre il becco per cantare, il formaggio cade e la volpe se ne impossessa. Questa favola torna in mente ogni volta che gli artisti parlano di politica. Si sono resi famosi per il modo di recitare, di cantare, di suonare, e commettono l’imprudenza di aprire il becco su argomenti non di loro competenza.
Chiedere un’opinione politica ad un qualunque professore di storia ha più senso che chiederla a un tenore: questi infatti può essere passato dal diploma in ragioneria allo studio del solfeggio e del canto senza mai più aprire un libro, quello almeno ha continuato a studiare. E non basta: se non ha nessuna cultura giuridica ed economica, deve essere molto prudente, in campo politico. Chi è armato solo di passato non è ben attrezzato per giudicare il presente.
Andando avanti di questo passo, dirà qualcuno, dovremmo stare tutti zitti e addio democrazia. E invece no: la democrazia ci consente di votare – e questo è l’essenziale – ma “governo del popolo” non significa che il popolo sia composto di politologi. Dunque nessuno dovrebbe fare il passo più lungo della gamba: si può scegliere qualunque partito ma non si può dire che Machiavelli era uno sciocco.
In generale gli artisti non solo sono incompetenti e non raramente ignoranti, ma a causa di un temperamento di cui si compiacciono (“sa, sono un artista”) sono portati ad apprezzare le idee non per il loro valore ma per la loro “bellezza”. Per la figura che fanno fare. Dire “non c’è altro rimedio per la fame nel mondo che la limitazione delle nascite” non rende simpatici; dire “facciamo tutti qualcosa per la fame nel mondo, magari uno spettacolo musicale in piazza”, questo sì è bello. E dunque gli artisti, per la maggior parte, sono di sinistra: essere dichiaratamente per gli ultimi, per i discriminati, per gli immigrati, oh che bella cosa, quale nobiltà d’animo si dimostra! Naturalmente al riguardo non si richiede nessuna conoscenza di economia, di diritto, di scienza delle finanze, di bilancio dello Stato, di geopolitica, di nulla. Basta “la mossa”. Basta indignarsi per le ingiustizie e “non sentire ragioni” se si parla di bambini o di affamati. È pure di rigore prendersela con i ricchi (di cui spesso fanno parte) e con i politici che, per pura malvagità, non risolvono i problemi. Ecco un programma da applausi.
Un esempio di questa stupidità artistica si ha nell’ambito dell’ecologia. Gli artisti sono pronti a dichiararsi per le energie alternative ma non hanno idea del consumo energetico della nazione, non hanno idea di quanto costa un kilowatt prodotto col carbone, col petrolio, col nucleare, col vento o con i pannelli fotovoltaici. Ciò malgrado hanno convinzioni rocciose: bisogna passare alle energie alternative, affermano. E se uno gli prova facendo due conti che nessuno Stato oggi se le può permettere, passano al comma seguente che rinvia al precedente: se le energie alternative non sono valide è perché i governi, per favorire le multinazionali del petrolio, non hanno voluto investire nella ricerca tecnologica. Non se ne esce.
L’artista ha comunque una via di fuga: se uno gli dimostra a muso duro che ha detto stupidaggini, e se compie l’autentico miracolo di farglielo ammettere, c’è sempre il comma bis: “Ma io sono un artista! Non è che sia competente di queste cose!”. Anche se fino ad un attimo prima condannava disinvoltamente e senza appello i competenti: gli scienziati, i politici, gli economisti.
Come diceva qualcuno, uno sciocco è una seccatura; uno sciocco laureato è una seccatura al quadrato; un artista che parla di politica è una seccatura al cubo. E tuttavia non c’è da sperare che la televisione ce ne faccia grazia. Si arriva ad intervistare qualcuno solo perché è bello: è così che abbiamo saputo che Monica Bellucci è di sinistra.
Invece nessuno chiede la mia opinione: Mamma, perché non mi hai fatto bellissimo?
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
23 dicembre 2009

ARTISTIultima modifica: 2010-01-02T16:53:19+01:00da gianni.pardo
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