TRAVAGLIO, UN PICCOLO UOMO

La storia può essere riferita molto sinteticamente. Marco Travaglio, abituato a crocifiggere il prossimo con le allusioni, è stato colpito con la stessa arma: il giornalista Nicola Porro, del “Giornale”, gli ha ricordato ad Annozero di avere avuto a che fare con Giuseppe Ciuro, un maresciallo poi condannato per mafia e il giovane Marco ha dato di matto. Ottenendo per giunta – supremo sfregio – che sia Porro che Maurizio Belpietro ridessero pubblicamente di lui. A questo punto, l’ira funesta: il portavoce delle Procure ha scritto una lettera aperta a Santoro: “Se inviti quei giornalisti (seguono sanguinosi ed elaborati insulti) io non partecipo più alla trasmissione Annozero”. Al che Santoro ha replicato: “Non sarà una tragedia”.
La realtà in questo è spietata. Non solo si può fare a meno di tutti –  “i cimiteri sono pieni di persone indispensabili” – ma non bisogna mai commettere l’errore di proporre un grande gesto se poi non lo si attua. Dopo quella lettera Marco Travaglio non dovrebbe più andare in trasmissione e invece – vorremmo sbagliarci – ci andrà. Un po’ perché avrà firmato un contratto, molto perché lo pagano e perché quella tribuna gli ha fornito una immeritata notorietà. Come rinunciarci? Soltanto, appunto, non avrebbe dovuto minacciare l’Aventino: una volta adottata questa via o si mantiene la minaccia o si è degli ominicchi. Anzi, dei quaquaraquà. E c’è da sperare che Porro e Belpietro non manchino di ricordarglielo.
Quanto all’“accusa” mossa a Travaglio, cioè quella di aver frequentato quel tale maresciallo che dopo fu arrestato per mafia, non si può negare che sia risibile. Si può prendere l’autobus e apprendere che si è viaggiato con un assassino seriale: ma la contiguità spaziale e persino i rapporti di amicizia non sono mai reato. Nemmeno con i criminali, se non si partecipa alle loro imprese. Queste giustificazioni però non valgono per Marco Travaglio: perché lui è stato capace di accusare il Presidente del Senato Renato Schifani di avere a suo tempo frequentato-parlato-avuto-a-che-fare con un tizio che dieci o vent’anni dopo è stato arrestato per mafia. Senza dire che l’intera Italia, guidata da lui e da Santoro ha accusato Berlusconi di essere un mafioso perché, oltre dieci anni prima di entrare in politica, aveva avuto alle sue dipendenze un ex-detenuto condannato per mafia. Dunque il caro Marco non ha di che risentirsi. Come non ha di che lamentarsi Di Pietro, fotografato accanto a Bruno Contrada. Accanto non significa niente? D’accordo. Ma andate a spiegarlo proprio a loro, a Marco e a Tonino.
Il mestiere di Travaglio è quello di rendersi odioso. Di questo sentimento del resto lui ha fatto un diritto, quando ha detto che odia Berlusconi e sarebbe lieto se morisse. Quello che il giovane moralista ignora è che, come diceva Clémenceau, “si può fare qualunque cosa con le baionette, salvo sedercisi sopra”. Con la spada si possono vincere delle battaglie, ma se si accumulano i nemici si finisce col perdere. Napoleone a Sant’Elena avrebbe potuto spiegarlo a chiunque. Perfino nella politica italiana c’è un caso esemplare: per concorde opinione, Massimo D’Alema è uno dei migliori politici della sinistra ma la sua carriera non corrisponde affatto, come risultati, alle qualità che molti gli attribuiscono. Se come sport si ha quello di fare del sarcasmo sul prossimo, alla lunga il prossimo si vendica.
Travaglio è lungi dal valere un D’Alema e dunque la sua prevedibile carriera sarà molto più breve. Una volta o l’altra scivolerà su una buccia di banana. Per dirne una, lui stramaledice chiunque abbia avuto guai con la giustizia e poi, per difendersi, dice che lui è stato sì condannato per diffamazione ma solo in sede civile. Dimenticando che si evita di querelare perché quell’atto giudiziario rischia di finire nel cestino della carta straccia mentre una citazione per danni è inarrestabile. E infatti così Cesare Previti ha ottenuto un risarcimento proprio da lui. E allora, quanto vale la vita di un uomo che può essere impiccato a queste piccolezze?
La verità è che Marco Travaglio non se ne accorge. Essendo piccolo lui stesso, le piccolezze gli sembrano grandi.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
23 febbraio 2010

TRAVAGLIO, UN PICCOLO UOMOultima modifica: 2010-02-24T08:09:00+01:00da gianni.pardo
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16 pensieri su “TRAVAGLIO, UN PICCOLO UOMO

  1. Una persona che ha avuto notorietà solo gettando fango sugli altri è bene che provi cosa significhi ma dopo il clamoroso gesto credendo che Santoro lo appoggiasse e addivenisse alle sue richieste farà senz’altro marcia indietro e ritornerà su quella ribalta che tanto gli piace.

  2. Io spero proprio che Marco Travaglio non se ne vada dalla televisione, perchè è uno dei pochi che racconta cose vere, tante volte lo hanno denunciato ma ha avuto sempre ragione lui, quindi sarebbe molto più opportuno a persone come Belpietro togliere un po di visibilita tanto ne hanno troppa, in più è il cagnolinodel padrone.

  3. Piccolo o grande che sia come uomo, Travaglio è un giornalista. Quindi piuttosto che giudicarne piccolezza o grandezza umana forse varrebbe la pena giudicare i fatti. Travaglio dice e scrive molte cose. I superficiali, per non dire di peggio, di dividono in due schiere: fan adoranti o fischiatori imperterriti. Lei appartiene chiaramente alla seconda schiera. Il problema è che non si tratta nè di una rockstar nè tantomeno del principe Filiberto a Sanremo. Chi non è superficiale, per non dire di peggio, giudica i fatti che il giornalista Travaglio espone, badando alla sostanza e alla consistenza degli stessi. Quindi giudica se li ritiene interessanti, importanti e soprattutto veri. Talvolta può accadere di sì, talvolta può accadere di no. L’infallibilità per gli umani è difficilmente raggiungibile. A volte accade che anche uno che lei ritiene un piccolo uomo possa dire qualcosa di importante e di vero

  4. Gentile retrologs
    Lei inizia il suo commento dicendo che Travaglio è un giornalista. Cos’è la paroletta magica che permette di dire tutto quello che passa per la testa? Poi, mi scusi, ma perché non devo giudicare il lato umano di Travaglio, è al di sopra di tutto? Questo uomo (per me piccolo) non fa altro che riportare stralci di documentazione giuridica e si erige a difensore e moralizzatore del popolo italico. Per questo suo modo di porsi dà molto fastidio e quando altri gli fanno rilevare la verità della parabola evangelica (Chi è senza peccato scagli la prima pietra) perde la sua compostezza e si adira, si arrabbia, ma come si permettono di giudicare lui? Il sommo, il detentore della verità in assoluto.
    Ma mi faccia il piacere! (beninteso a Travaglio non a lei, gentile retrologs)

  5. Gentile ivna,
    non voglio certo impedirle di giudicare e scrivere quello che le pare. Come lei giudica chi le pare e scrive quel che le pare, così io, però, posso giudicare superficiale quello che scrive lei e l’autore del post. In tutta questa sdegnosa demolizione per il personaggio e l’uomo Travaglio, che magari per certi aspetti può essere anche fondata, quando Travaglio parla in Tv o scrive qualcosa c’è spazio per un ascolto, una lettura e di conseguenza una critica consapevole? A me pare di no. Mi pare che ci sia solo l’ansia da parte di pardo e sua di togliere il diritto alla parola ad un uomo “piccolo” e antipatico. Per me questa è superficilità, per non dire di peggio. Prego lei e l’autore del post di scusarmi per questa mia opinione
    http://fogliettoquotidiano.ilcannocchiale.it

  6. Si dimenticano le decine di cause che Travaglio ha vinto contro lo stesso previti, dell’utri, berlusconi ecc.. Le ha vinte soltanto perchè le cose che dice e scrive sono inattaccabili.La differenza sostanziale sta nel potere: schifani socio in affari con gente che poi si è rivelata essere mafiosa ( nessun reato penale, ma la seconda carica dello stato avrebbe dovuto essere al di sopra di ogni sospetto, come la moglie di Cesare), Bertolaso, che gestisce patrimoni, pappa e ciccia con corrotti e corruttori, e Travaglio che affitta un Bungalow vicino a quello di un ufficiale antimafia della guardia di finanza poi condannato per favoreggiamento.
    Non condivido la reazione di Travaglio ma la capisco: non poteva spiegare tutto in pochi minuti (andando peraltro fuori tema) e non poteva stare zitto.

  7. Da tempo mi chiedo che ci faccia Travaglio su Annozero. Lui, indaga, ascolta, prende appunti e poi li legge in una trasmissione, Annozero appunto. Se uno che non è d’ accordo con lui, replica…ahi ahi, lui si inalbera, diventa rosso, si altera, come un bambino ripreso a parlare in classe dalla maestra. Tutti utili me nessuno indispensabile si dice, a questo punto neppure lui è indispensabile in quella trasmissione. Ha pure il quotidiano IL Foglio, e come tutti prende gli incentivi dalla Stato. Perchè non li rifiuta? E, scrive sempre le stesse cose che dice nella trasmissione. Ha ” STANCATO”.!

  8. Lo stile è l’uomo, diceva Buffon.
    Questi giornalisti -scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, parlando Maurizio Belpietro e Nicola Porro – non sono di destra: sono di Berlusconi. E non fanno i giornalisti: recitano un copione, frequentano corsi specialistici in cui s’impara a fare le faccine e a ripetere ossessivamente le stesse diffamazioni. Invece di contestare i fatti che racconti, tentano di squalificarti come persona. Poi, a missione compiuta, passano alla cassa a ritirare la paghetta. E, se non si abbassano a sufficienza, vengono redarguiti o scaricati dal padrone. Non hanno una faccia e dunque non temono di perderla”.
    “Partono avvantaggiati -prosegue Marco Travaglio-, possono permettersi qualunque cosa. Non hanno alcun obbligo di verità, serietà, coerenza, buonafede, deontologia. Non temono denunce perchè il padrone mette ogni anno a bilancio un fondo spese per risarcire i danni che i suoi sparafucile cagionano a tizio e caio dicendo e scrivendo cose che mai scriverebbero o direbbero se non avessero le spalle coperte. Come diceva Ricucci, che al loro confronto pare Lord Brummel, fanno i froci col culo degli altri. Sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda. E ci tocca pure chiamarli colleghi perchè il nostro Ordine non s’è mai accorto che fanno un altro mestiere. Ci vorrebbe del tempo per spiegare ogni volta ai telespettatori chi sono questi signori, chi li manda, quali nefandezze perpetrano i loro giornali”.
    Una sola nota, per l’insigne giornalista: Brummel non era lord. E non era neppure un gentiluomo. Basta vedere come finì.

  9. Gentile retrologos
    Lei, almeno per quanto mi riguarda, non ha alcuna ragione di scusarsi per la sua opinione peraltro legittima anche se non condivisibile. Quel che vorrei mi spiegasse gentilmente è questo passo: “In tutta questa sdegnosa demolizione per il personaggio e l’uomo Travaglio, che magari per certi aspetti può essere anche fondata, quando Travaglio parla in Tv o scrive qualcosa c’è spazio per un ascolto, una lettura e di conseguenza una critica consapevole? A me pare di no.” Come può dire questo, se ho ben capito quanto da lei scritto, quando lui può estrinsecarsi come meglio gli aggrada in ambienti di parte e faziosi come la trasmissione di Santoro o un giornale come “Il Fatto” e non accetta contraddizioni di altra parte.
    P.S. Mi scusi se prima non avevo scritto bene il suo nome

    per Joepugna- “schifani socio in affari con gente che poi si è rivelata essere mafiosa ( nessun reato penale, ma la seconda carica dello stato avrebbe dovuto essere al di sopra di ogni sospetto, come la moglie di Cesare)”. Due rilievi alla citazione:
    1) quel poi è determinante e 2) quando dice la moglie di Cesare al di sopra di ogni sospetto, penso che dovrebbe rileggersi la storia.

  10. Anche io non condivido la reazione di Marco Travaglio di fronte a questa accusa, per il semplice fatto che chiunque di noi può sedersi a tavola o frequentare un posto o un ristorante dove in quel momento si trova a pranzare o cenare un mafioso od un gruppo di mafiosi. Tuttavia un conto è trovarsi in un locale con mafiosi, un conto farli lavorare come giadinieri nella propria casa! Le inchieste di Travaglio sono sempre state inoppugnabili e inattaccabili e si sono sempre contraddistinte per la precisione dei fatti, dei luoghi e delle date, non sono campati in aria come le accuse del centro destra. Un Governo di ladri, mafiosi e pidduisti corrotti e corruttibili, dovrebbe solo sciacquarsi la bocca nel parlare di marco Travaglio. Ma Di Girolamo, coinvolto nel gigantesco caso di riciclaggio del denaro in cui sono state coinvolte anche Fastweb e Telecom ma di che partito è? E Bertolaso, con la sua equivoca gestione appalti alla Maddalena? E i vari Dell’Utri, Schifani etc. senza calcolare il peggiore di essi, il nostro esimio Presidente del Consiglio che ha migliaia di imputazioni a carico, nelle quali in molti casi, nella maggior parte non è stato assolto ma è stato solo prescritto, e questo non significa essere non colpevole. Ma solo che il reato è caduto in prescrizione. Quindi, gente di destra, siete gli ultimi, ma veramente gli ultimi a poter dare lezioni di onestà politica.

  11. @ Marco:Il giornale di Travaglio si chiama “il Fatto quotidiano” e non prende soldi dallo stato.

    @ Prof. Pardo: C’è un film del ’54 (fonte wikipedia) che si intitola Lord Brummel. personaggio che finì la sua vita a Caen nominato console da Guglielmo IV. Morì pazzo ma questo non credo sia un disonore.
    A conferma della veridicità delle parole di Travaglio c’è il caso Boffo.

    @ Ivana. Certo che il poi è determinante, ma c’è il legittimo sospetto.
    Chiaramente intendevo scrivere madre di Cesare. mi scuso per l’errore.

  12. Brummel non è mai stato lord. È vissuto a scrocco e quando è caduto in disgrazia è dovuto fuggire dall’Inghilterra, inseguito dai creditori.
    E non mi citi un film come riferimento bibliografico.

  13. Ho citato il film solo per dimostrare che Brummel è passato alla storia come Lord. Non dico che fosse un santo ma nemmeno un mascalzone, aveva solamente il vizio del gioco come Dostoevskij e tanti altri grandi della storia (a Londra c’è una statua a lui dedicata).

  14. Brummel era figlio del segretario di un lord. Quanto al fatto che in Italia lo si chiami Lord Brummel indica soltanto che tutti parliamo ad orecchio. Gli inglesi lo chiama(va)no Beau Brummel. Né l’errore italiano mi stupisce. È una vita che sento dire “non ti curar di lor ma guarda e passa”, mentre Dante non ha affatto scritto esattamente queste parole. Ora che diciamo, aprendo la Divina Commedia, che Dante si è sbagliato e quel verso “è passato alla storia” nella forma sempre ripetuta?
    Ma poi perché deve difendere Travaglio persino in questo? Già tutti gli interventi sono stati più realisti del re, qui, nel senso che lo stesso Travaglio ha riconosciuto di avere sbagliato ed ha attribuito i propri eccessi alla tensione o alla stanchezza, non ricordo.

  15. Professore, mi creda, pur non avendo mai avuto la possibilità di incontrarLa, nutro per Lei la stessa stima che ha mia madre nei Suoi confronti (prova ne sia che leggo i Suoi pezzi quotidianamente), quindi se mi diverto a cercare citazioni o riferimenti è per il semplice gusto di imparare qualcosa e confrontarmi con Lei, e trarre insegnamenti dalla Sua esperienza(oltre che per svagarmi ogni tanto in ufficio). Detto questo, in uno dei miei commenti ho sottolineato che non condivido la reazione di Travaglio ma che la capisco. Come dice Santoro, a volte Travaglio è eccessivo ma non si può dire che non sia coerente (vedi aspri attacchi a Di Pietro dopo il caso de luca).

    Saluti

  16. Caro ing.Battaglia,
    io so benissimo chi è lei e sono molto onorato che lei legga ciò che scrivo, soprattutto tenendo conto della nostra differenza di idee.
    La ringrazio.

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