LA LEGGE TRA CAPO E COLLO

Il problema sorto nel Lazio e in Lombardia, con la presentazione delle liste di centro-destra, è vecchio, inutile e sciocco. Non varrebbe la pena di parlarne se, attualmente, non avesse conseguenze serie.
Le regole, salvo ad essere irragionevoli, sono stabilite in risposta a precise esigenze. Se, per esempio, è necessario un certo tempo per stampare le schede elettorali, è ovvio che le liste corrispondenti dovranno essere presentate in tempo utile. Che significa “in tempo utile”? Che l’Autorità amministrativa stabilirà un giorno ed un’ora limite: trascorso quel momento, non saranno più accettate liste. Non è normale?
Tutte le proteste di chi è arrivato oltre il termine sono dunque inutili. Innanzi tutto, non si vede perché bisogna aspettare l’ultimo giorno o l’ultima ora. Poi, quando un termine è importante, si devono “prevedere gli imprevisti”, nel senso che bisogna mettere in conto una foratura, un incidente che blocca l’autostrada, un malore del presentatore, ecc. Anche ad ammettere che la legge preveda un termine di salvezza, per esempio un giorno in più per “cause di forza maggiore” (quale l’interruzione dell’autostrada o un terremoto) non fa certo parte delle cause di forza maggiore il fatto che i cacicchi non riescano a mettersi d’accordo sui nomi da presentare.
Il problema è stato definito vecchio, inutile e sciocco perché si ripresenta ogni giorno nelle scuole. L’orario di ingresso è fissato alle 8,30? Si accetteranno gli alunni fino alle 8,35, per non apparire fiscali, ma alle 8,36 l’alunno deve essere respinto. Qualcuno a questo punto obietta: “Solo per un minuto?” Senza capire che i minuti sono sei, e se si accettano quelli che arrivano alle 8,36, coloro che arrivano alle 8,37 potranno dire: “Solo per un minuto?” Ma in Italia chi respinge gli alunni alle 8,36 è guardato come un tipo speciale.
Purtroppo, da un lato tutti hanno antipatia per le regole rigide ed automatiche, dall’altro se si violano “un poco” le regole chi se le vede applicare si chiede sempre perché proprio lui non debba rientrare in quel “poco”. Nel caso della presentazione delle liste elettorali, i radicali denunciano da sempre irregolarità che sono state largamente tollerate. Dunque oggi è lecito porsi una serie di domande.
Si può chiedere innanzi tutto se in passato le regole siano state altrettanto severamente osservate. Infatti l’applicazione saltuaria di una norma corrisponde ad un arbitrio e ad un’ingiustizia. In particolare, nel caso stavolta si sia deciso di applicare la legge severamente e senza avvertire nessuno, si amerebbe sapere chi ha dato quest’ordine e perché.
Poi si amerebbe sapere se tutte le liste attualmente ammesse siano regolari, o se, per loro, non si siano “un poco” violate le leggi e i regolamenti. Questo è il tarlo che si introduce – in tutti i campi – violando “un poco” leggi e regolamenti. E per questo si amerebbe che si fosse sempre e comunque rigorosissimi. Ma chi lo è stato, per esempio Corrado Carnevale, è stato pubblicamente crocifisso.
Un ultimo corollario è che, quando si è in guerra, bisogna aspettarsi che il nemico “giochi sporco”. Se, fino ad oggi, abbiamo smesso di sparare mentre raccogliamo i feriti, non per questo non dobbiamo tenerci pronti a rispondere al fuoco, se ci sparano addosso. Il centro-destra, anche in presenza di un atteggiamento permissivo e di tolleranza per la presentazione delle liste, avrebbe dovuto sapere che gli avversari avrebbero potuto profittare delle formalità fino a quel momento trascurate. Da questo nasce, crediamo, l’espressione “tra capo e collo”: è poco utile avere elmo e corazza, se il nemico può colpirci nella parte scoperta.
Dinanzi a tutto questo, si ricorda l’ammonimento di un saggio: spesso coloro che vorremmo difendere non valgono più di coloro che vorremmo attaccare.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
4 marzo 2010

LA LEGGE TRA CAPO E COLLOultima modifica: 2010-03-04T11:34:00+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

13 pensieri su “LA LEGGE TRA CAPO E COLLO

  1. Questo discorso può valere per la polverini, ma per quanto riguarda formigoni siamo di fronte ad una tentata truffa. 500 firme irregolari e 200 in meno di quelle dichiarate vuol dire essere disonesti.
    Quando le irregolarità sono state “largamente tollerate”? I radicali fanno il loro mestiere di protestatori da sempre, ma in occasione delle tornate elettorali si scatenano, e danno il meglio. Sarà un caso che stavolta è stata votata la proposta di regolamentazione dei programmi di approfondimento RAI, sempre presentata e puntualmente ignorata.

    p.s. Ha sentito che formigoni sarebbe ineleggibile secondo la legge 165/2004 art.2 ? Non riesco a crederci! Lei ne sa qualcosa in più?

    Saluti

  2. Siamo sicuri che queste cose non siano sempre successe??????

    Scusate ma non credo proprio che questa sia la prima volta che qualcuno “rimane fuori” per errori di qualche genere alla presenzatione delle liste…
    …il problema è che questa volta è toccato a chi si crede intoccabile e per questo ha peccato di dilettantismo e non ad una lista minore di cui a nessuno importa nulla…

    le regole sono fatte per essere rispettate…ma questi hanno calpestato regole ben più importanti e nessuno si scandalizzerà veramente (fuori dall’occhio di una telecamera) se in nome della Democrazia ancora una volta la Democrazia verà messa da parte!!!!!!

    ‘Giorno!!!!

  3. I radicali farebbero meglio a tacere dato che anche loro sono stati beneficiati nel 1994 di un decreto di proroga per la raccolta delle firme.
    Quindi non vedo perchè oggi non si dovrebbe procedere allo stesso modo.

  4. Ma a me rimane il sospetto che gli errori inescusabili siano nati dalla convinzione che in questo campo “tutto si aggiusta”.
    Non bisognava permettere che questa convinzione nascesse.
    I radicali denunciano da sempre le pastette delle firme. Perché sono sempre stati lasciati soli, da destra come da sinistra? Cui prodebat?

  5. Beh, più che di una convinzione si tratta di una antica tradizione di questo paese, come la raccomandazione o la pizza. Già Cicerone qualche anno fa lamentava la tendenza ad aggiustare le cose aggirando le leggi vigenti.

  6. Interessante il commento lasciato da un lettore su altro blog.
    ondivido tutto.

    Una precisazione per chi, leggendo, potrebbe essere tratto in inganno e pensare che le liste si potessero presentare con tutta calma anche una settimana prima della scadenza.

    Non è così.

    La legge, oltre a stabilire un quorum ed un tetto alle firme (si poresuppone per non appesantire eccessivamente il lavoro delle cancellerie), rispettivamente sotto e sopra il quale la lista viene esclusa, stabilisce anche con rigore il periodo esatto di presentazione delle liste.

    Si tratta di un giorno e mezzo: il primo fino alle 20:00 ed il secondo fino alle 12:00, ricadenti, rispettivamente, il trentesimo ed il ventinovesimo giorno antecedenti le elezioni.

    Perciò, chi avesse voluto sbrigare la “pratica” in anticipo, al più avrebbe potuto presentarsi il giorno precedente il “fattaccio”. Ma non prima.

    Tutti questi termini sono stringenti, ritengo, unitamente alle regole di validazione delle firme, proprio per disincentivare la presentazione di troppe listarelle, tra cui quelle di disturbo.
    Certamente, chi ha prodotto questa regolametazione mai avrebbe pensato di beccare nelle maglie del meccanismo un pesce grosso come il PdL, in ben due occasioni di assoluto rilievo elettorale.

    Sul “fattaccio”, peraltro, non ha pesato alcun ritardo nel raggiungere ka cancelleria. In realtà, dopo averla raggiunta abbondantemente nei termini, più esattamente, pare, alle 12.30, qualcuno è uscito a verificare chi fosse presente nella cosiddetta area delimitata ai presentatori di liste, notando l’assenza di quelli del PdL e dichiarandoli pertanto esclusi.
    Perciò l’errore umano è stato nel ritenere che, in attesa di smaltire la fila, bastasse lasciare la documentazione nell’area, invece di presenziare personalmente fino al termine delle operazioni.

    Sull’uniformità, geografica e politica, della rigorosa applicazione delle norme, da lei auspicata, caro Pardo, mi permetta di nutrire quanto meno seri dubbi.

    Da quanto sopra, infatti, almeno per Roma, emerge un comportamento normalmente infrequente. Se le firme erano lì, per terra, pur non essendo fisicamente presenti i “presentatori”, era chiaro che quella documentazione era pervenuta nei termini e che gli interessati si erano assentati in quel particolare momento ritenendo i tempi di disbrigo ben più consistenti. Un errore da non commettere, certamente, ma che il buon senso avrebbe dovuto far ritenere meno sanzionabile di quanto poi avvenuto.

    La legge, infatti, stabilisce un orario massimo per presentare le liste e le firme, ma nulla dice sui criteri di smaltimento delle file, lasciati al buon senso, appunto, di tutti gli interessati.

    E non vedo una così grave violazione delle regole nell’assentarsi, in attesa che la fila proceda. Semmai, mi chiedo perchè a chi era arrivato puntualmente e doveva mettersi in coda non sia stato rilasciato un numero provvisorio di presentazione, con data ed ora, in attesa di perfezionare il tutto.

    Post modificato da: ursus, alle: 04/03/2010 17:43

  7. ero davvero curioso di conoscere la sua opinione su questo increscioso “incidente”
    ora la so, grazie.
    …però, mi perdoni, non sono riuscito a capire chi è che “gioca sporco”. chi fa il fallo o chi lo fischia? o forse chi plaude – per una volta – all’arbitro?

  8. Il gioco sporco lo fa chi invoca il regolamento quando gli serve, pur avendolo molte volte impunemente violato prima.
    Se è vero – come dicono i radicali – che le regole sulla presentazione delle liste sono state costantemente un’occasione di illegalità, chi si appella a quelle regole, che sia di destra o di sinistra, “gioca sporco”, perché non gioca lealmente.
    Lealmente hanno giocato solo i radicali – anche se io non sopporto Pannella, un politico logorroico – che da sempre hanno denunciato il fatto. Gli altri – centro-destra incluso – non sono legittimati.

  9. Ursus scrive: “ma che il buon senso avrebbe dovuto far ritenere meno sanzionabile di quanto poi avvenuto”.

    E perchè mai dico io? E incredibile questa interpretazione che equipara la presentazione ufficiale di una documentazione al lasciarla “nell’area” (e quale sarebbe poi l’area?).
    A ursus vorrei chiedere, perchè non prova a fare una cosa del genere in qualsiasi ufficio pubblioo, pensa che verrebbe accetatto come succedaneo alla presentazione il lasciare il plico lì da qualche parte nei pressi? Io non credo.
    E allora non si capisce perchè ciò che è pacifico e accettato nella vita di tutti i giorni per tutti i cittadini, quando si tratta di politici dovrebbe sempre e comunque subire una eccezione. Perchè?
    I termini sono stringenti? via, non scherziamo, con l’organizzazione e le risorse che hanno a disposizione i partiti il termine non è affatto stringente, del resto se così fosse capiterebbero continuamente incidenti come questo. Invece non è affatto così. Capito solo a chi si comporta da bischero, e pe’ i bischeri non c’è paradiso, come si dice a Helsinki.

    Ursus scrive che la legge non dice nulla sullo smaltimento delle file, e vorrei anche vedere, da che mondo è mondo lo smaltimento delle file risponde alle normali regole di buon senso, lo stesso buon senso che impone a chi è in fila di rimanerci se non vuole perdere la “proprità acquisita” (come recitano i messaggi preregistrati dei call center).
    E’ necessaria una legge per questo? non credo proprio, basta una intelligenza minima. Se tene vai perdi il posto, e poi perchè te ne devi andare proprio all’ultimo momento? e se proprio devi, mettici un sostituto.
    Insomma non si può pretendere di fare il proprio comodo, arrivare tardi e di essere anche giustificati e riammessi tranquillamente.
    Tanto varrebbe allora non fissare nessun termine, anzi non fare nessuna fila, il più forte entra per primo anche se arriva per ultimo.
    Se incontro questo ursus a una fila giuro che gli passo davanti.

  10. Gentile Carolina,
    in altro blog un lettore mi ha fatto osservare che è giusto che il ragazzo che arriva in ritardo non entri in classe. Ma – diceva – se della bisogna fosse incaricato un capoclasse, e questi fosse in ritardo, sarebbe giusto far perdere la lezione o l’anno (in caso di esami) a tutta la classe?
    In ogni modo la prego di rispondere, se vorrà, in calce all’ultimo articolo, Alla finestra col fischietto.

  11. sentite questa…” siamo da secoli calpesti e derisi perchè non siam popolo, perchè siam divisi…ricordate? eppure ci dividiamo faziosamente, prima di pensare con la nostra testa. come snellire burocrazia e appalti, migliorando i controlli: come fare rapida la giustizia, invece di togliere le intyercettazioni che catturano i furti delnostrop denaro? anche con le liste- aggiungo io- stiamo a divisersi. Ci combattiamo tra noi, mentre LA….VOLPE DIVORA IL POLLAIO “!!!!!!!!!!!!!!!!

I commenti sono chiusi.