ALLA FINESTRA COL FISCHIETTO

Il problema non ha bisogno di essere descritto: è sotto gli occhi di tutti, ne parlano tutti, lo conoscono tutti. E coagulandosi, soprattutto per quanto riguarda il Lazio, ha finalmente fatto nascere due proposizioni che lo riassumono inevitabilmente:
1)    Non si possono violare le leggi; non si possono cambiare le regole in corsa; non si può fare per il partito più grande ciò che non si farebbe – e non si è fatto – per i partiti più piccoli. I rappresentanti del Pdl hanno sbagliato e questo è quanto. Salvo diverso pronunciamento del Tar, il loro partito deve essere escluso dalle elezioni.
2)    Quali che siano le regole che sono state violate, se dalla competizione escludiamo il partito più forte, le elezioni ne risultano falsate e falsata ne risulta anche la legittimazione del partito (Pd) che dovesse vincerle. Con conseguenti problemi di governabilità. Bisogna trovare una soluzione per riammettere il Pdl nella corsa per il Lazio, non nell’interesse di quel partito ma del Paese.
Su queste due affermazioni sono praticamente d’accordo tutti ma con una sorta di gioco delle parti. Se il primo dice che le regole vanno rispettate, il secondo gli risponde che non bisogna falsare le elezioni, se il primo dice che non bisogna falsare le elezioni, il secondo gli risponde che le regole vanno rispettate.
È anche inutile chiedere quale sia la posizione dei singoli partiti. I radicali chiedono un totale rinvio di tutte le elezioni ma sono quattro gatti e su di loro aleggia sempre il sospetto della ricerca di posizioni irrealistiche, intese solo ad ottenere visibilità.
I partiti più importanti non propongono nulla di preciso perché hanno una strategia molto semplice: dal momento che i rappresentanti del Pdl hanno sbagliato, basta che loro stiano alla finestra col fischietto a portata di mano. Poi, qualunque soluzione sarà stata adottata (incluso il caso di nessuna soluzione), la fischieranno con tutto il fiato possibile. Denunceranno la fine della democrazia, la legge ad electionem e il profitto personale di Silvio Berlusconi, come sempre arrogante e incurante di ogni etica.
Proprio per questo il Cavaliere forse dovrebbe parlare alla nazione e dovrebbe fare osservare che, qualunque provvedimento adotti la maggioranza, sarebbe criticabile: e dunque egli chiede all’opposizione di suggerire una via d’uscita, assicurando che al novanta per cento essa sarà adottata. Infatti, se il Pd – tanto per nominare il principale partito dell’opposizione – proponesse che il Pdl sia escluso dalle elezioni, lo si potrebbe accusare di averle falsate. Se invece proponesse un modo per riammettere il Pdl alle elezioni, non si potrebbe poi accusare quest’ultimo partito di avere strapazzato le regole: “Abbiamo seguito il suggerimento del Pd”. E se infine il Pd si rifiutasse di fare qualunque proposta, si potrebbe sempre dire che non è colpa della maggioranza se non si è adottato nessun rimedio e le elezioni sono risultate falsate. Tutto è dipeso dalla malafede del Pd che, invece di suggerire una soluzione, ha preferito che tutto andasse a rotoli.
Situazione triste. E dire che poi ci si riempie la bocca di “spirito di servizio”, “interesse della nazione”, “rispetto per gli elettori”. Questo è un caso lampante in cui si vede che tutti i partiti hanno come primo interesse non quello della democrazia ma quello di danneggiare la controparte. E si vede pure che Berlusconi, del tutto incolpevole del pasticcio provocato nel Lazio, è in fondo un ingenuo: vediamo che si muove per escogitare una soluzione, come se non sapesse che tutti stanno col fucile puntato – probabilmente anche Gianfranco Fini – per sparargli addosso non appena ne trovasse una. Una qualunque.
Berlusconi è accusato dalla sinistra di essere arrogante. Magari fosse. È uno cui perfino un machiavelli di provincia potrebbe dare lezioni di cinismo.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
5 marzo 2010

P.S. 6.3.2010.  È andata proprio come previsto. Avendo il governo adottato B, gli è stato rimproverato A. Avesse adottato A, gli sarebbe stato rimproverato B. Il tutto senza che l’opposizione abbia fatto una sola proposta. Il vantaggio di giocare di rimessa, che sarebbe stato bene non lasciarle.

ALLA FINESTRA COL FISCHIETTOultima modifica: 2010-03-05T10:47:00+01:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “ALLA FINESTRA COL FISCHIETTO

  1. Beh non è che tutto andrebbe a rotoli, le elezioni si potrebbero tenere e sarebbero comunque regolari. Non dimentichiamo che in passato molte liste sono state escluse per irregolarità e nessuno ha invocato sanatorie in quei casi. Abbiamo anche un caso di elezioni invalidate per irregolarità nella presentazione delle liste accertata in un momento successivo.
    Si dirà, l’esclusione di una lista piccola lascia il tempo che trova, questo è un caso ben diverso. Vero.
    Però è anche vero che se in qualche modo si arriverà a una soluzione di compromesso (e ci si arriverà di sicuro), non sarà un bel precedente, nè un bel esempio. La lezione che si trae è semplice, in questo paese le regole già valgono poco, per chi è forte valgono zero. Corollario, qualunque sia la regola, ci sarà sempre la possibilità di una scappatoia, soprattutto se a violare la regola sono gli stessi che poi devono decidere sulla scappatoia.
    Mi dica professore, cosa racconto ai miei figli, che questo è il paese che gli lascerò in eredità e che devono farselo piacere così com’è?

  2. Io infatti non dico che bisogna riammettere il Pdl: dico che bisogna avere il coraggio delle proprie azioni.
    Per l’ultima sua domanda, la risposta è sì.
    Anche perché, se non fosse sì, non cambierebbe l’Italia ma ingannerebbe i suoi figli.
    Infine, per quanto riguarda la tesi da lei sostenuta, che le leggi non si applicano nello stesso modo ai forti e ai deboli, è sicuramente vera. Lo è stata sempre e sempre lo sarà. L’uguaglianza fra il leone e la gazzella potrà essere affermata a parole, non ci sarà mai nella realtà.
    Basti dire che se io disturbo un autista di autobus mi arrestano, se con altri duecento facinorosi blocco la ferrovia si chiama manifestazione sindacale.

  3. A regolare i nostri comportamenti ci sono le leggi, a regolare quelli degli animali no. Ci differenziamo proprio in questo dagli animali. Altrimenti cosa ci saremmo dotati a fare del diritto? Cadrebbero quasi le braccia di fronte all’assimilazione nel 2010 dei comportamenti umani a quelli del regno animale. Se non altro però va riconosciuta la continuità rispetto a recenti performance in punta di diritto che ho avuto il piacere di commentare. Contento lei…

  4. Una cosa non capisco…
    …perchè se lìenorme sciocchezza la fa il PDL (e anche su questo, come sui punti uno e due, mi pare si sia d’accordo) a trovare poi la soluzione (qualunque essa sia) deve essere l’opposizione?
    In un paese normale chi sbaglia paga… ma visto che il nostro tutto è tranne che un paese normale, che almeno dopo aver fatto la sciocchezza si assumano la responsabilità di porvi rimedio e affrontino le conseguenze!

    Ho trascritto il commento di aracnotto togliendo un paio di volgarità (non gravissime ma inutili). Ed ora rispondo.
    L’opposizione – qualunque opposizione – è disonesta. Dunque io vorrei metterla dinanzi alle sue responsabilità. Se non faccio nulla prometti che non mi criticherai per non aver fatto nulla? E se invece sei del parere che qualcosa debba fare, mi vuoi dire che cosa? Non puoi riservarti il diritto di criticarmi comunque. E se questo vorrai fare, io lo denuncerò, avendoti dato la possibilità di illuminarmi con la tua superiore saggezza.
    Come vede io non chiederei all’opposizione di dirmi che cosa devo fare, le chiederei di non criticarmi se non faccio nulla. E infatti io personalmente avrei fatto andare a rotoli le elezioni nel Lazio ed anche in Lombardia.
    La verità comunque è che neanche l’opposizione voleva arrivare ad una soluzione come quella che io suggerisco. Cosa pressoché dimostrata dall’accordo del Presidente della Repubblica

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