L’INUTILE SUCCESSO DELL’ODIO


Il dato più significativo delle recenti elezioni, a parte l’inaspettato, grande successo del centro-destra, riguarda il futuro del centro-sinistra. Il Pdl gode già di una confortevole maggioranza in Parlamento e il voto alle amministrative non fa che confermargli la serenità con cui può apprestarsi a governare per il resto della legislatura. Viceversa il centro-sinistra non solo è all’opposizione, ma sembra in una situazione disperata dal punto di vista delle prospettive.
Prima di parlarne bisogna sgombrare il terreno dall’artificiale preoccupazione che si affetta, a sinistra, per il successo della Lega. Questo risultato, nel Veneto soprattutto, non ha molta importanza. L’elettorato ha pensato: se il Pdl ha concesso che un leghista fosse candidato a “governatore”, è segno che lo accetta come candidato che è anche suo. E allora perché dare un voto disgiunto, Zaia come governatore e il Pdl come partito? Comunque da anni ormai la Lega si è rivelata un alleato ben più sicuro e pronto a collaborare di quanto siano mai stati l’Udc e An. Questo “sorpasso” veneto somiglia più ad una staffetta che ad una competizione.
I casi più notevoli sono invece quelli dell’Idv e del Movimento di Beppe Grillo.
L’Idv ha avuto un successo che è utile per sé e mortale per il centro-sinistra: infatti l’odio non è un programma di governo. Basta chiedersi: se Di Pietro vincesse alla testa del centro-sinistra, quali riforme farebbe? E sarebbe in grado di farle? In positivo grida solo slogan vaghi (“un governo che governi nell’interesse di tutti e non di uno solo”, “un governo di persone per bene e non di inquisiti al servizio di un corruttore!”), in negativo scarica in ogni occasione una valanga di allarmi apocalittici. L’esperienza dell’estremismo al governo s’è già avuta con il governo Prodi. Tuttavia la semplicità, ripetitività e nettezza del messaggio alla fine ha pagato al di là dello sperato. Il successo del messaggio di odio, stupefacente per le sue dimensioni, si spiega col fatto che questo sentimento è stato coltivato ossessivamente, per anni, dall’intera sinistra. televisioni  e giornali inclusi. E la gente ha semplificato: “Di Pietro almeno gliele canta chiare, a Berlusconi; il Pd invece che fa?”
Più interessante è il successo del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Alla vigilia non avremmo attribuito a questa congrega di scalmanati neanche un minimo di peso e il fatto che abbia invece ottenuto percentuali di tre o più punti (facendo fra l’altro perdere Mercedes Bresso) è altamente significativo.
Il fenomeno rappresenta infatti il punto d’arrivo di una deriva verso il nulla che ha avuto questi passaggi: il Pci, con la rivoluzione marxista, proponeva un diverso modello di società; il Pd, con un messaggio meno netto, si è posto come alternativa socialdemocratica; l’Idv, pure rimanendo nella coalizione, ha adottato l’unica strategia di gridare il proprio odio per Berlusconi; il movimento di Grillo (il punto d’approdo) non propone un diverso modello sociale; non ha un programma di governo; non partecipa ad una coalizione: è odio allo stato puro. Per Berlusconi, per il centro-destra, per il centro-sinistra, per i ricchi, per le grandi imprese, per tutti. Un odio generalizzato e senza sbocchi. E dal momento che è difficile immaginare che gli italiani diano al movimento di Beppe Grillo la maggioranza assoluta dei voti, la sua non è neanche un’impasse: è un tunnel buio e senza uscita, in cui la sinistra tutta può smarrirsi senza ritorno.
E allora si è tentati di tornare indietro e vedere quando si è imboccata la strada sbagliata. Tutto cominciò quando Walter Veltroni permise a Di Pietro ciò che negava a Rifondazione Comunista, ai Comunisti Italiani e persino ai Radicali. Forse il partito sperava di avere in lui un alleato, ma quando è stato scavalcato a sinistra, avrebbe dovuto frenare e rinnegare l’ex pm. Invece ha sempre avuto l’aria di dire: “La penso così anch’io, ma non oso dirlo in questo modo”. Per giunta Pierluigi Bersani non ha elaborato un progetto alternativo credibile. Dire che “bisogna occuparsi dei problemi dei lavoratori”, che bisogna “fare qualcosa per far uscire il Paese dalla crisi” non è cosa che riscaldi i cuori: è acqua fresca.
Il Pd non si è reso identificabile dall’elettorato. Avrebbe dovuto contrastare Di Pietro continuamente, denunciando con veemenza il suo atteggiamento violento e sterile; avrebbe dovuto continuamente sfidarlo ad esporre il proprio programma di governo; avrebbe dovuto evidenziare spietatamente il vaniloquio demagogico di una protesta apocalittica e insulsa. Avrebbe dovuto mostrarsi alternativo all’Idv e non accodarsi mai ad essa. Invece la sua timidezza ha reso così poco credibile la sinistra che l’elettorato più coerente ora comincia a votare un movimento delirante, contro tutto e contro tutti, sostanzialmente anarchico e nichilista.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quel grande e monolitico partito che fu il Pci si sarebbe avviato ad una decadenza così tragica da essere messo in pericolo – e in minoranza intellettuale – da un comico da avanspettacolo.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
30 marzo 2010

L’INUTILE SUCCESSO DELL’ODIOultima modifica: 2010-03-30T14:32:01+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “L’INUTILE SUCCESSO DELL’ODIO

  1. Quindi un Movimento che rifiuta i sussidi pubblici, fatto di ragazzi incensurati di trent’anni è un fenomeno di odio?
    Grillo ha solo fatto da cassa di risonanza e non si è candidato.
    Il modello sociale che propone è chiarissimo: partecipazione attiva alla politica da parte dei cittadini attraverso discussioni in rete sulle proposte di legge, durata massima dei mandati, candidati incensurati ecc..
    Il programma è pubblico da 4 anni, eccolo:

    http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf
    Inoltre:
    Qualcuno può spiegarmi perchè i leghisti gridano ancora roma ladrona?
    Qualcuno può spiegarmi perchè bossi non dice più che berlusconi è mafioso?
    Qualcuno può spiegarmi perchè per forza italia Di Pietro era un eroe e volevano farlo ministro?
    Qualcuno può spiegarmi qual era il programma di governo di pd e pdl?

  2. Non tutti i membri del movimento a 5 stelle sono dei campioni di odio, ci sara’ qualche rara eccezzione.

    Pero’ a me sembra chiaro che sia il programma che i principi fondamentali del movimento siano dominati dalla paranoia (delirio basato su paure irrazionali e basate su presupposti falsi).

    Si nota anche un atteggiamo intollerante verso il nemico politico, una incredibile rigidita’ intellettuale, un attaccamento a principi che sono giusti ma usati a sproposito, solo per il gusto di dare fastidio e di passare al centro dell’attenzione.

    A mio parere tutto negativo insomma.

    MF

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