PERCHE’ INTERESSA LA CRONACA NERA?

Ci sono persone che saltano a piè pari tutte le notizie di cronaca nera – al massimo leggono i titoli, per non avere l’aria di vivere sulla Luna – mentre moltissimi si interessano a questo genere di vicende molto più che ad argomenti più seri e di grande momento. Le ipotesi di spiegazione del fenomeno qui esposte sono solo uno stimolo per quelle, magari più fondate, dei lettori che vorranno partecipare al dibattito.
Una prima osservazione è che la distinzione tra disinteressati e interessatissimi spesso dipende dal livello culturale: più esso è basso, maggiore è la passione per la cronaca. Per questo una televisione come Italia 1, sapendo di avere un target “familiare”, è capacissima di mettere le notizie di nera come primo titolo.
Riguardo a queste vicende i meno colti potrebbero essere particolarmente curiosi perché, mancando di dati storici, sono ancora capaci di stupirsi per cose che chi ha studiato considera vecchissime e ripetitive. Se un tizio avvelena il fratello per rimanere unico erede, molta gente ne sarà sbalordita e vorrà conoscere i particolari della vicenda. La persona colta invece sa che il nuovo califfo, appena eletto, faceva uccidere tutti i parenti che avrebbero potuto in futuro insidiargli il trono e dunque considererà quel fratricidio banale. Una sorta di bonsai, nella scala dei crimini.
Un secondo motivo è che mentre poche sono le persone che conoscono la storia della medicina o le ragioni del successo delle orde di Gengis Khan, tutti conosciamo la gelosia, la povertà, la violenza, l’amore, la morte. E dunque le storie che parlano di questi grandi temi hanno un valore universale. Non a caso i grandi tragici greci hanno ottenuto un successo imperituro perché hanno saputo trattarli da un lato in modo comprensibile anche ad un pubblico di analfabeti, dall’altro con una poesia che provoca ancora oggi la commossa ammirazione delle persone di gusto.
Un’altra ragione per la quale la cronaca nera è interessante è il vago desiderio che tanti hanno di conoscere il peggio della realtà, quasi per potersene guardare: ma è un alibi. In realtà è difficile – se non impossibile – difendersi da eventi imprevedibili: per esempio, salvo che per i competenti, il delitto del depresso è sempre una totale sorpresa. Come se non bastasse, parecchi sono curiosi di drammi e delitti che sono fuori dalla loro portata: i vecchi per esempio dovrebbero saltare senza esitare le notizie sugli stupri, dal momento che questo genere di reato non potrà più riguardarli, né come autori né come vittime. Inoltre per ragioni statistiche le probabilità che ciascuno di noi ha di morire per mano criminale sono così basse che veramente non vale la pena di occuparsene. Chi è una persona in vista deve mettere in conto la violenza di un fanatico, ma il borghese oscuro ed ignorato è protetto dalla propria insignificanza meglio di quanto Barack Obama non sia protetto dalla sua scorta.
Fra gli avvenimenti che più appassionano il grande pubblico ci sono poi i grandi processi. Qui, al fattaccio criminale si associa il terribile dramma dell’innocente che può essere giudicato colpevole o del colpevole che può essere assurdamente lasciato libero. Il bisogno di partecipare a questa sacra rappresentazione è così forte che la gente non tiene conto né della propria incompetenza né della scarsità delle informazioni: si forma delle convinzioni irremovibili ed è disposta ad affrontare con veemenza chiunque la pensi diversamente. Il  competente, richiesto di un parere, spesso se la cava semplicemente dicendo: “Dovrei leggere l’intero incartamento”: e si vede chiaro che non ne ha nessuna voglia. Al contrario il profano dà ragione a quel proverbio inglese secondo il quale gli sciocchi si precipitano correndo lì dove gli angeli non osano camminare: hanno visto l’imputato in televisione e lo giudicano non colpevole per l’aria sincera con cui ha proclamato la propria innocenza.
La cronaca nera non dimostra nulla e non insegna nulla. È sempre esistita e sempre esisterà. È una delle brutte facce della natura umana. Seguendola si può imparare a non aprire la porta a sconosciuti, a evitare luoghi malfamati o a diffidare di chi ci promette guadagni mirabolanti: ma oltre non si va. In televisione e sui giornali essa è uno show fra gli altri, che alcuni seguono perché spinti da un sottile, sotterraneo sadismo.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
5 aprile 2010

PERCHE’ INTERESSA LA CRONACA NERA?ultima modifica: 2010-04-07T15:27:29+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “PERCHE’ INTERESSA LA CRONACA NERA?

  1. Il teatro,la letteratura,ma soprattutto il cinema ci insegnano che le guerre,i gialli,i polizieschi fanno spettacolo.Alfred Hitchcock docet.E non si tratta di una questione di basso livello intellettuale o culturale.E’l’etarna lotta del bene contro il male che affascina,nel senso che affascina quest’ultimo.

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