BEPPE GRILLO FONDA UN PARTITO

Benché avesse promesso in pubblico e solennemente che mai il suo movimento sarebbe divenuto un partito politico, Beppe Grillo quel partito l’ha fondato. Per avere successo in politica uno che non mantiene le promesse è ben partito e dunque non gliene facciamo una colpa. Più interessante è vedere come mai un umorista possa essere tentato di cambiare mestiere. Si parte da una situazione in cui il pubblico ride di qualcuno – e di solito questa non è una dichiarazione di stima, tant’è vero che la parola “buffone” è un insulto – per poi vedere questo qualcuno che sale in cattedra e vuole divenire la guida di quelli che prima ridevano di lui.
Come diceva Rabelais, le rire est le propre de l’homme, l’uomo è l’unico animale capace di ridere. E a nostro parere esiste una distinzione fra comico ed umoristico. Il comico è ciò che vive di gag fulminanti; l’umorismo è ciò che pone i lettori o gli spettatori in uno stato d’animo costantemente sorridente e occasionalmente fa scoppiare in una risata: ma fa sempre riflettere.
La comicità si rivolge all’affettività (si ride vedendo qualcuno cadere in modo buffo) l’umorismo colpisce l’intelligenza. Indimenticabile un’affermazione di Bertrand Russell, il quale, dopo avere parlato del problema della conoscenza, per dire che in fondo si esagerava, concluse più o meno: “Tutto ciò non impedisce che se vedo un gatto, in condizioni di normale distanza e illuminazione, sono ragionevolmente sicuro di avere visto proprio un gatto, capace di gioie e dolori felini”.
I comici puri non hanno tendenza ad uscire dal loro ambito: Chaplin è  famoso solo per i suoi film muti e in tutto Totò è ricordato per una poesia (A livella) e il testo di una canzone (“Malafemmena”). Gli umoristi invece non sfuggono alla tendenza all’approfondimento perché le loro osservazioni nascono dalla capacità di vedere nella realtà corrente ciò che è assurdo e che magari la gente si è rassegnata a considerare normale. Tutto l’umorismo di “Three men on the Bummel”, di Jerome K.Jerome sorge dal contrasto fra la mentalità degli inglesi e quella dei tedeschi. Lo stesso Ariosto ha tratto la sostanza prima del suo umorismo dallo stravolgimento esilarante del mito dei grandi cavalieri nati con la Chanson de Roland.
Anche umoristi di minore livello hanno un penetrante spirito d’osservazione. Se Beppe Grillo con le sue interminabili tirate divertiva, è perché sottolineava gli aspetti assurdi, sbagliati, demenziali, conformistici delle situazioni di cui parlava. Purtroppo avviene che, forte di questo straordinario spirito critico, l’umorista ceda alla tentazione di porsi a maestro di vita, a interessarsi di morale e di politica, con esiti più o meno positivi. Al più alto livello c’è Giovanni Guareschi che, con Don Camillo, ha fatto umorismo e politica. Ci ha spiegato che i comunisti italiani erano temibili ma anche ridicoli. Altri, come il grande Jerome K.Jerome, irresistibile nei primi libri, da anziano ha deviato verso il moralismo ed ha cessato d’essere divertente.  Altri, con gli esiti peggiori, si sono dati alla politica. Dario Fo, dopo avere usato il proprio spirito critico contro la religione, è divenuto un fanatico estremista, Guglielmo Giannini (“L’uomo qualunque”), ha addirittura fondato un partito, ottenendo un brevissimo folcloristico successo.
Dal momento che un umorista non sarebbe tale se non avesse idee e spirito critico, si direbbe che non ci sia nulla da criticare, se Beppe Grillo fonda un partito. Purtroppo non è così.  L’errore è non capire che lo spirito critico è un solvente, non un collante. Serve a distruggere, non a costruire. Chi ne dispone è perfettamente in grado di capire ciò che non va, ma non per questo è capace di porvi rimedio. Quando si passa alla fase costruttiva l’umorista è un poveraccio qualunque, spesso in grado di fornire solo brandelli di retorica e di ingenua utopia. E poiché la retorica e l’utopia vanno a pennello a gente idealista ed ingenua, è normale che egli si rivolga agli elettori di sinistra.
Il senso dell’umorismo è un privilegio straordinario. Se però lo si considera una bussola politica o morale, e se ne vuol fare il trampolino per qualcosa di molto più grande, si sbagliano irrimediabilmente i calcoli. L’austero De Gaulle riusciva a far ridere, nelle interviste, ma non s’è mai visto un umorista capace di fare ciò che ha fatto De Gaulle.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
18 agosto 2010

BEPPE GRILLO FONDA UN PARTITOultima modifica: 2010-08-19T12:02:53+02:00da gianni.pardo
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9 pensieri su “BEPPE GRILLO FONDA UN PARTITO

  1. Pardo..Pardo. Quello che dici è in parte vero, ma rimane comunque una tua opinione. Anche berlusconi è un imprenditore, e guarda caso, parallelismo inevitabile, ha voluto proporsi in politica e porsi addirittura a capo del governo italiano. I risultati si vedono: un macello. La verità caro Pardo è che non si fa più politica, tantomeno con politici veri,cioè con gente a cui sta a cuore veramente l’interesse di un intero paese e non di fazione qualsivoglia. Il tuo pseudo articolo è dunque fuorviante, perchè, il berlusconi imprnditore, si è anche improvvisato buffone di mestiere, col risultato che non fa ridere nessuno, anzi tutt’altro.
    Che

  2. Per Che
    Certo che voi sinistrosi da strapazzo, Berlusconi,che nulla c’entra con il senso dell’articolo del Prof. Pardo,lo mettete dentro dappertutto.Il tuo nickname poi dice tutto. Che, indica probabilmente Guevara e 48 spero non sia la tua data di nascita,saresti un vecchietto non ancora cresciuto.Spero che indichi i moti pseudo rivoluzionari del 1848.Il che è anche peggio.

  3. Stavo per scrivere: ma che c’entra Silvio con l’articolo in questione? Sono stato ben preceduto da Bruno, con ovvie deduzioni logiche pari alle mie, che poi è facile ricavare perchè è il solito riflesso pavloviano che uno a firma che, per quanto minuscolo, davvero non può non avere. Va bene, contenti loro del rapporto odio-amore che hanno da sempre col Presidente del Consiglio.
    Riguardo il topic, io non mi preoccuperei del signore autocontraddicente: che ci entri, in politica; sarà l’elettorato a giudicare, a promuovere se ritiene, a cassare se una volta dentro lo riterrà sgradito. Dopotutto di ‘guitti e mignotte’ è ricolma ogni corte, e quella politica non fa eccezione. Ci entrò la signora Cicciolina in parlamento, furbescamente profittando di quelli che pensavano d’usare lei, ci passò come meteora e sparì. Il suddetto, nel caso, non farà diversamente.

  4. caro Gianni, un post delizioso con cui concordo che mi ha fatto ricordare la filosofia pirandelliana per cui la comicità è l’avvertimento del contrario, mentre l’umorismo è il sentimento del contrario. E stupendo l’esplicativo esempio di Pirandello in cui si vede nettamente la prima reazione ad una situazione goffa (una vecchia che si atteggia a giovane) che è quella che suscita riso, la situazione comica; ma dopo il riso subentra la ragione che attraverso la riflessione porta a comprendere il perché della situazione (in questo caso la paura della vecchiaia) ed allora subentra l’umorismo cioè il sentimento del contrario. Ecco per me la notizia che Grillo ha fondato un partito, nonostante le sue precedenti affermazioni, ha suscitato la comicità (uno come lui politico, da ridere) ma poi è scaturito l’umorismo: “Il partito del grillo”, la riflessione ed allora mi sono cascate le braccia perché ho pensato ad un altro mangiapane a tradimento nell’agone politico.
    a che48: perché invece di contrapporre al post pardiano commenti che porterebbero a riflessioni ci infila Berlusconi, ma cosa c’entra? Possibile che sia così a corto di argomenti come la sinistra?
    A piero: Mica è obbligatorio commentare se poi quando lo si fa, è solo per dare aria alle corde vocali o come in questo caso a pigiare sui tasti sciocchezze.
    Perché non commentare con frasi costruttive e dire la propria opinione e cioè se si possa ritenere valido che un Beppe Grillo possa ergersi a fare il moralizzatore dei costumi italiani. Ma quanti moralizzatori, quanti benefattori dell’umanità, tutti concordemente (UDC, IDV,PD, ora FLI poi ci sarà IL PARTITO DEL GRILLO e vai….) ad ergersi come pietra di paragone, ma mi facciano il piacere…

  5. Tutti sapevano che era impossibile, ma poi è arrivato uno che non lo sapeva, e l’ha fatto!
    [tratto da queste pagine]

  6. Ringrazio tutti ed in particolare Ivana. In più di un blog mi è stato contestato d’aver detto che tutti hanno il diritto di provare a fare politica, anche gli imprenditori disonesti (dicono loro), ma non i comici. Risposta: non ho mai detto una cosa del genere. Non ho mai scritto una cosa del genere. Una cosa del genere non si ritrova in nessun riga del mio articolo. Conclusione: alcuni, invece di leggere, fantasticano e poi scrivono quello che gli passa per la testa. Cosa non terribile. Siamo in un paese libero. Fastidioso è però che attribuiscano ad altri parole ed idee che non hanno né detto né pensato.
    La tesi è che l’umorismo, pur nutrito di ottimo senso critico, non è una sufficiente preparazione per il successo in politica, a giudicare dalle esperienze passate.
    Ma nulla impedisce un grande successo in futuro.
    Poi, è lecito non augurare questo successo a Grillo, per il bene dell’Italia? Non perché di sinistra, ma perché fanatico. Opinione personale.

  7. Grillo non è e non entrerà in politica con propria candidatura personale. Movimento 5 selle, il partito di cui è sponsor promotore e propulsore in alcune idee si invece e lo fa con rinuncia ai ricchi rimborsi elettorali.

    C’è una proposta di legge popolare per un parlamento senza pregiuducati

    con il limite di 2 legislature, col ripristino delle preferenze elettorali… che giace da 2 anni senza attività di discussione, ne parliamo?
    Si è trattato di una sua idea, si tratta solo di banale buonsenso con tutto il mondo che ci guarda e ride della nostra situazione paradossale e porta altrove per varie (tra cui anche queste ragioni) i capitali che aveva investito qua lasciandoci disoccupati. Ma in italia non si fa niente.
    I parlamentari sono nostri dipendenti, la cassa della tua azienda la affideresti a un rapinatore o a un colluso con mafia e camorra?
    Senza parlare di conflitti di interesse, Gaffe estere (Obama abbronzato!!!), lodi, leggi ad personam e tanta altra immondizia che ci trasciniamo da troppo tempo da prima e dopo Tangentopoli.
    Grillo perse il lavoro in rai a suo tempo per aver detto che Craxi rubava(poi era vero…)La Bianchini per tenerselo il lavoro invece cosa ha fatto?
    E Telecom? E Parmalat?
    Pardo,
    non è fanatico è solo indignato fino al midollo come la maggior parte degli italiani. Io lo voterei per la concretezza con cui espone la maggior parte delle proprie argomentazioni e perchè con gli altri partiti è come decidere se si vuol morire di cancro o di AIDS.
    Speriamo che si sia arrivati al punto di rottura e all’evoluzione politica in modo che gli Andreotti e i Berlusconi e i Mastella ecc. non possano più ripetersi nel futuro. Sono questi l’antipolitica.
    Sai cos’è la P2? E hai letto Il gattopardo… tutto cambia e niente cambia… questa è l’idea e sono tutti sempre la, sempre gli stessi, le stesse famiglie, da troppo tempo ormai, è ora di impedirglielo con dispositivi democratici.
    D’Alema, Prodi perchè non hanno risolto a suo tempo il conflitto d’interessi?

  8. La storia “ci consegna” quello che noi vogliamo che ci convenga più di cosa è più utile.
    Esempio: ridiamo delle battute – fatte dal comico- sulla democrazia che viene meno e non capiamo che sta scomparendo l’essenza della critica in ognuno di noi tanto da regalare a “lui” la disperazione svuotandoci della “sana e giusta” dose di ribellione negandoci, così, questa opportunità.
    I comici “conclamati” nella storia sono stati migliaia ed hanno partecipato, più o meno massicciamente, ai cambiamenti dei costumi o sono stati funzionali al potere così come quando vogliono uscire dal loro “ruolo” e vogliono sostituirsi ad altro di più serio… qui è la tragedia!
    Il comico si sa cosa fa e lo si capisce meno quando trasferisce la sua parte pubblica (di comico, appunto) e si convince che la sua “battuta” sia vera. Anche qui è tragedia!

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