FINI ASPETTA L’ARCANGELO GABRIELE

L’allocuzione di Giancarlo Fini (come chiamarla diversamente?) dura meno di dieci minuti, ma sarebbe potuta durare anche di meno. Infatti c’è tutta una parte – ed è la maggiore – che è pura propaganda politica. Comincia dicendo che è stato di fatto espulso dal Pdl, cosa di cui bisogna ringraziarlo: perché tutti dicono che lo è stato, mentre quel “di fatto” dimostra che la cosa non è vera. Poi ci sono gli attacchi a Berlusconi (senza nominarlo, ohibò), gli attacchi a Feltri, con l’immancabile accenno al metodo Boffo, e perfino a D’Agostino e al suo (spregevole, immaginiamo) sito di gossip. Più una seria di sospetti in tutte le direzioni: perché quella lettera? E perché, se era privata e confidenziale, è finita in mondovisione? Infatti è la prima volta che un documento destinato a rimanere segreto viene reso noto, aggiungiamo. Fini assolve solo i servizi segreti, ma dovrebbe anche avere la cortesia di andarlo a dire a Italo Bocchino, che sembra saperne più di lui, al riguardo.
L’unica cosa interessante, in questa parte che costituisce l’eccipiente, è la strana teoria per cui la libertà di stampa è una bella cosa, ma non deve essere utilizzata come uno strumento per attaccare i nemici politici. Non stiamo scherzando: ha proprio detto questo.
Ma veniamo al sodo, la casa di Montecarlo. Gianfranco rivendica il fatto che in decenni di attività politica non è stato mai sfiorato da sospetti di scorrettezze: cosa di cui gli si dà volentieri atto ma che purtroppo costituisce solo la differenza fra “incensurato” e “pregiudicato”. Ma i processi si celebrano per l’uno come per l’altro.
L’appartamento di Montecarlo, per lui, è di 50-55 m2 e vale 230.000 €. Noi sapevamo circa 70 m2  per un valore di un milione, un milione e mezzo, ma speriamo che i giudici gli credano. E che l’appartamento, se veramente è di quasi settanta metri, abbia la compiacenza di restringersi.
Dal momento che l’appartamento valeva molto, molto meno di un analogo immobile a Milano, venderlo al prezzo di 300.000 euro è stato normale. Ma qualcosa, in questi mesi, deve aver fatto sorgere dubbi, in Fini. Infatti si è chiesto: si poteva ottenere un prezzo migliore? Forse, dice. Ed ha ragione. Noi stessi, poveri come siamo, gli avremmo offerto di più. Ma, dice Gianfranco, “una leggerezza è possibile”.
Comunque, lui è venuto a sapere del fatto che ci abitava Giancarlo dopo la vendita e ne è conseguita un’arrabbiatura colossale. Infatti gli ha anche chiesto a muso duro di andarsene dall’appartamento e forse Giancarlo lo farà. In ogni modo, dice, vendere ad una società off shore a Montecarlo non è l’eccezione, è la regola. E infatti i magistrati di Roma non istruiscono per questo un processo per truffa: giuridicamente ciò che potrebbe sostanziare il reato di truffa è il prezzo, non il compratore.
Può darsi – ha proseguito l’oratore – che egli sia colpevole di qualche ingenuità, ma non c’è stato nessun reato e nessun danno per An. Ci permettiamo di ricordargli che se c’è stato o no reato, e se c’è stato o no un danno per An, è ciò che stabilirà il magistrato.
Poi si è posto la domanda se Giancarlo sia il proprietario dell’appartamento. Perché ci sono dei dubbi, ammette. Dei dubbi che ha anche lui. E se il fatto fosse confermato, si dimetterebbe, per motivi etici. Questa sarebbe una buona notizia, per la sua onorabilità, se fosse credibile. Infatti ci permettiamo di avanzare alcune osservazioni.
Secondo Fini, chi può stabilire se Giancarlo Tulliani è il proprietario dell’appartamento? Non lo può stabilire la magistratura italiana, che non ha poteri sugli uffici di Santa Lucía. E non otterrebbe nulla nemmeno con una rogatoria, ammesso che fosse possibile. Non lo può stabilire la burocrazia monegasca, a cui risulta soltanto che l’appartamento è stato venduto da An alla Timara Ltd. Insomma la proprietà la possono stabilire solo Giancarlo Tulliani, se confessa di essere il proprietario, o l’ufficio presso il quale è depositata la documentazione relativa a questa società. Cioè Santa Lucía. Ma proprio questo è avvenuto! Fini ha forse dimenticato che, su un documento – divenuto pubblico non importa come, l’essenziale è che sia autentico – il ministro della giustizia di quel minuscolo Stato ha dichiarato che Giancarlo Tulliani è il proprietario di quella società off shore? La prova di cui parla, anzi, l’unica prova a parte le eventuali ammissioni di Giancarlo, Fini l’ha già avuta. Se attende ancora è perché non vuole dimettersi, non perché manchi la dimostrazione del fatto che la casa è stata svenduta al quasi cognato.
Per finire, secondo il nostro Presidente della Camera tutta questa storia  non è un affare di Stato, è un affare privato. Un affare privato il fatto che il Presidente della Camera dei Deputati sia accusato di truffa e, speriamo non avvenga mai, condannato per questo reato? È solo un affare di famiglia?
La conclusione è che Fini non si dimetterà. Aspetta che le notizie sulla proprietà di Montecarlo gliele venga a dare personalmente l’arcangelo Gabriele, come a suo tempo ebbe la cortesia di fare con Maometto.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
25 settembre 2010

FINI ASPETTA L’ARCANGELO GABRIELEultima modifica: 2010-09-25T20:49:00+02:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “FINI ASPETTA L’ARCANGELO GABRIELE

  1. Mi trovo d’accordo circa la valutazione del valore dell’immobile, anche se ci potrebbero essere clausole contrattuali che hanno influito sull’importo della compravendita. Ad esempio, oneri pregressi o ristrutturazioni in accollo all’acquirente.

    Ho già avuto modo di commentare nel precedente post, poi, come la lettera originale del Procuratore dell’Isola di Saint Lucia, a volerla leggere, di fatto escluda che Tulliani sia il proprietario dell’immobile.

  2. Non ha importanza chi sia il proprietario dell’appartamento oggi,ma ha importanza la storia dei passaggi di proprietà dopo AN. Poco contano i valori dichiarati ufficialmente,quelli sono bagatelle per le tasse.Formuliamo l’ipotesi che il primo acquirente sia stato il Tulliani. Il secondo acquirente sia un terzo che acquista l’appartamento sempre con una società irregolare costituita ad hoc. Lo compera a prezzo di mercato,diciamo un milione e mezzo di euro ma dichiara il valore originario aumentato del 10%. Il Tulliani intasca una plusvalenza di un milione e 150 mila euro. Prende in affitto l’immobile al misero prezzo di 1500 euro mensili ma in cambio di questo affitto stracciato si impegna a ristrutturare l’appartamento a sue spese.Dico questo perchè mia zia col suo appartamento di Cortina ha fatto esattamente la stessa cosa.

  3. X Anthony,
    Sel nel precedente post ha scritto una castroneria, non è necessario che la ripeta anche in quest’altro: bneficial owner è il proprietario non l’usufruttuario.

  4. X Anthony…le consiglio di guardare proprio dove sta, internet…fonte inesauribile di informazione…le eviterebbe brutte figure.

  5. Insomma dopo aver letto tutto ciò ne arguisco che l’unica certezza è che Tulliani è proprietario dell’immobile, resta il dubbio sulla buona fede o meno di Fini

  6. Visto che facciamo rimbalzare i commenti da un articolo all’altro.
    Non ho letto i link, visto che a volte mi sembra inutile voler cavillare: se tutti dicono che quel documento indica il Tulliani come proprietario, io intanto dico che quel documento indica il Tulliani come proprietario.
    Ma vado oltre. Se uno costituisce una società off shore per non comparire, è ovvio che non risulterà proprietario dell’oggetto del contendere. Ma, appunto: A non vuol comparire come proprietario di B, e per questo costituisce una società off shore C che gli appartiene interamente e risulterà proprietaria di B. Ora se A posside C che posside B, chi è il vero proprietario di B?
    Per questo si parla di beneficial owner. Se fosse il proprietario formale, sarebbe owner e basta. Invece è solo il proprietario effettivo, colui che fruisce di tutti i benefici dell’essere proprietario: beneficial owner.
    Ma non sono un esperto di diritto intgernazionale e di società off shore.

  7. Visto che facciamo rimbalzare i commenti da un articolo all’altro.
    Non ho letto i link, visto che a volte mi sembra inutile voler cavillare: se tutti dicono che quel documento indica il Tulliani come proprietario, io intanto dico che quel documento indica il Tulliani come proprietario.
    Ma vado oltre. Se uno costituisce una società off shore per non comparire, è ovvio che non risulterà proprietario dell’oggetto del contendere. Ma, appunto: A non vuol comparire come proprietario di B, e per questo costituisce una società off shore C che gli appartiene interamente e risulterà proprietaria di B. Ora se A posside C che posside B, chi è il vero proprietario di B?
    Per questo si parla di beneficial owner. Se fosse il proprietario formale, sarebbe owner e basta. Invece è solo il proprietario effettivo, colui che fruisce di tutti i benefici dell’essere proprietario: beneficial owner.
    Ma non sono un esperto di diritto intgernazionale e di società off shore

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