MONTECARLO: DIFFICILE VEDERE CON GLI OCCHI CHIUSI

Franco Bechis, su “Libero” (1) riporta (o formula) le ragioni per la richiesta di archiviazione del processo per truffa aggravata per il quale sono indagati Gianfranco Fini e Francesco Pontone (come si è finalmente saputo). Egli sostiene che i due non possono essere perseguiti perché, secondo una “leggina” approvata nel febbraio del 2006 nel decreto “mille proroghe”, si ha “l’esonero degli amministratori dei partiti e movimenti politici dalla responsabilità per le obbligazioni contratte in nome e per conto di tali organizzazioni, salvo che abbiano agito per dolo o colpa grave”.
E allora il ragionamento dei magistrati sarebbe il seguente. Non c’è stata truffa perché nessuno è stato ingannato (sarebbe da vedersi, ma lasciamo correre). Non c’è infedeltà patrimoniale (Art.2634 C.c.) perché An non è una società. E anche ad ammettere che sia una persona giuridica (aggiungiamo noi, perché diversamente non avrebbe potuto ereditare) e che sia una società di fatto, lo stesso Fini e compagni non potrebbero essere chiamati a rispondere delle loro azioni a causa di quella legge del 2006.
Argomentazione erronea.
Innanzi tutto la compravendita di un immobile non ha niente a che vedere con le obbligazioni: si tratta di un contratto reale con valore istantaneo e non di un impegno obbligazionario. In secondo luogo, l’esimente vale sempre che non si sia in presenza di dolo o colpa grave. E come si può non ipotizzare il dolo o la colpa grave, se si vende un bene per un terzo del suo valore? Ci si può sbagliare per il dieci per cento, per il venti per cento, per il trenta per cento, ma chi si sbaglia, vendendo un immobile, del trecento per cento?
Dunque tutto il problema – sempre che il gip archivi il procedimento per truffa – si riduce alla natura giuridica di An e di ogni altro partito. Sappiamo già che è persona giuridica e che è la parte lesa, dal punto di vista economico, di quanto avvenuto. Ma è una società di fatto? Rientra nella previsione dell’art.2634? L’intervento dei competenti sarebbe molto gradito.
Franco Bechis ironizza poi equiparando un partito politico alla società amici degli scacchi. Ma gli si può chiedere appunto: se il Tesoriere di questa associazione vende il mobilio dell’associazione per trecento euro, mentre ne vale sicuramente novecento e forse duemila, siamo sicuri che non commette nessun reato? O è lecito il dubbio che tutto diviene invisibile a chi chiude gli occhi?
Gianni Pardo
giannipardo@libero.it
27 ottobre 2010
(1)http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=UX5ZH

MONTECARLO: DIFFICILE VEDERE CON GLI OCCHI CHIUSIultima modifica: 2010-10-28T13:38:42+02:00da gianni.pardo
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