DE GAULLE, MONTANELLI, BERLUSCONI


Il passato trasforma la realtà positiva in mito. Nessuno parla dei difetti di Alcide De Gasperi e tuttavia doveva averne, se era umano. Magari non quelli, vergognosi e terribili, che l’opposizione gli attribuiva, ma qualcuno certo sì. E invece oggi la stessa sinistra lo tratta come un esempio di statista senza macchia.
Il fenomeno non è strano. Come dice il proverbio, “familiarity breeds contempt”, la familiarità conduce al disprezzo. I vivi che conosciamo personalmente sono umani e criticabili; i morti, se famosi e lontani, divengono monumenti. Da morto De Gaulle è venerato dalla Francia intera, sinistra inclusa. Da vivo fu duramente attaccato dalla stampa, dalla sinistra, e soprattutto dagli intellettuali, fino all’irrisione costante ed implacabile del Canard Enchaîné. Io invece – se è lecito un ricordo personale – già allora lo stimavo talmente da piangere calde lacrime quando morì.
Tanti anni fa, mentre imperversava il peggiore “sinistrismo”, e mentre tanti gli davano del fascista, scrissi a Indro Montanelli tutta la mia stima: gli dichiarai che lo consideravo un grande, uno che avrebbe meritato un monumento. Qualcuno doveva pur dirglielo, mentre tanti lo criticavano, mentre era solo umano, soprattutto mentre era ancora vivo. Non solo mi ringraziò, ma la vita mi ha fornito la soddisfazione di sapere che a Montanelli è stato effettivamente elevato un monumento.
Questo ci conduce a Silvio Berlusconi. Mezza Italia lo odia con un’intensità spaventosa e tuttavia si può essere ragionevolmente certi che fra cinquant’anni questa mezza Italia sarà dimenticata e il Cavaliere campeggerà nei libri di storia. Né sarà difficile enumerare le ragioni della speciale dimensione di quest’uomo che è riuscito a passare in pochi mesi da sconosciuto a Primo Ministro. Che non è stato “un”, ma “il” protagonista della vita politica della penisola dal 1993 fino ad oggi ed oltre. Un gigante.
Quando saranno dimenticati tutti gli altri nomi, quello di Berlusconi sarà ricordato. Del resto, tutti sappiamo chi è stato Francesco Crispi: ma chi furono i ministri del suo governo? Come si chiamavano i suoi oppositori? E se costoro ci sembrano dei nani in confronto al politico siciliano, perché mai i posteri dovrebbero interessarsi di Prodi, di Veltroni, di Fini, di Casini e degli altri? Si può veramente credere che la storia si occuperà di loro?
Naturalmente queste righe irriteranno gli adepti della sinistra. Proprio quelli che da sessantacinque anni non fanno che parlare di Mussolini saranno capaci di negare che la storia considera solo le personalità eccezionali.

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E ora un’appendice riguardo al presente.
Berlusconi è geniale, nell’imprenditoria come nella politica, perché ha un incredibile senso del reale. Laddove gli altri si lasciano ingannare dalle proprie convinzioni e dalle proprie illusioni, lui non perde mai il contatto con i dati concreti, terra terra. Fini gli dichiara guerra e lui pensa semplicemente: la gente non ha la più pallida idea delle ragioni che lui dice di avere ed identifica in me il baluardo contro la sinistra. Lo annienterò. Poi Fini ottiene un seguito maggiore del previsto e mentre un altro si sarebbe scoraggiato e forse dimesso, lui dice: se non otterrò la fiducia andrò ad elezioni anticipate e vedremo se gli italiani scelgono me oppure Fini e Bersani;  se invece la ottengo, governerò ancora. E probabilmente la otterrò perché i peones non vorranno andare a casa. Ancora una volta il senso del reale lo salva. Infatti ottiene la fiducia anche con i voti di due deputati del partito che più lo odia: l’Idv.
Se questo non è strabiliante. La sinistra non si capacita del suo successo perché non comprende che, invece di arrampicarsi sulle astrazioni come fanno i malati di ideologia, lui ha, come i grandi strateghi, la capacità di approfittare in modo imprevisto di situazioni che sembrano sfavorevoli.
Infine la minoranza cerca in tutti i modi di eliminarlo per via giudiziaria e contesta perfino quel provvedimento sul legittimo impedimento che non sarebbe neppure stato necessario. La magistratura considera legittimo impedimento i trentotto gradi di temperatura dell’ultimo degli imputati: perché non dovrebbe considerare tale il colloquio del nostro Primo Ministro con un Primo Ministro straniero?
La questione arriva dinanzi ad una Corte Costituzionale prevalentemente di sinistra e si profila una decisione ostile ma Berlusconi, invece di disperarsi per questi attacchi concentrici, ribalta anche questa situazione a proprio favore. Se gli sarà confermato il piccolo scudo, avrà vinto ancora una volta; se gli sarà tolto, ne approfitterà per denunciare l’irrituale persecuzione di cui è oggetto e l’impossibilità di governare in queste condizioni. Andrà dunque ad elezioni anticipate e dirà che il governo non è caduto per colpa sua ma per colpa di Fini e dei magistrati. Ora l’alternativa è tra lui da un lato e gli ex comunisti, i magistrati faziosi e i traditori alla Fini dall’altro. Che gli italiani scelgano e il premio di maggioranza farà il resto. Chi può essere sicuro che non vincerà ancora?
Un peccato non vivere ancora tanti anni da vedere la giustizia della storia, come per De Gaulle e Montanelli.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
24 dicembre 2010

KEEP SMILING
Segnali che indicano che potreste essere un terrorista:
1.    Per vivere raffinate eroina ma avete obiezioni morali nei confronti della birra.
2.    Possedete un fucile mitragliatore da 1.500 euro e un bazooka da 5000 euro, ma non vi potete permettere le scarpe.
3.    Avete più mogli che denti.
4.    Pensate che i giubbotti siano solo di due tipi, antiproiettile ed esplosivi.
5.    Non riuscite a ricordarvi nessuno cui non abbiate dichiarato la Jihad.
6.    Considerate pericolosa la televisione, ma andate in giro con armi e munizioni.
7.    Nessuna donna vi ha mai chiesto: “Pensi che questo burka mi faccia il culo grosso?”
8.    Avete scoperto con sorpresa che i cellulari hanno usi diversi da quello di far detonare bombe al ciglio della strada.
9.    Vi pulite il culo con la mano nuda e poi trovate impuro il prosciutto.

Storiella di un immigrante in Inghilterra
Un Rumeno arriva in Inghilterra come nuovo immigrato, ferma il primo uomo che incontra per la strada e gli dice: “Grazie, signor Britannico, per avermi permesso di vivere in questo Paese, che mi ha dato una casa, denaro e cibo, assistenza medica gratuita ed educazione scolastica gratuita!”
Il passante risponde: “Lei si sbaglia. Io sono giamaicano”.
Il Rumeno incontra un altro passante: “Grazie per aver creato una così bella campagna, qui in Inghilterra!”, e la persona dice: “Io non inglese, io asiatico”.
Il nuovo arrivato continua a camminare e appena incontra il prossimo passante gli stringe la mano e gli dice: “Grazie, per questa meravigliosa Inghilterra!” L’altro si divincola, alza le mani e dice: “Io vengo dal Medio Oriente, non sono un britannico!”
Finalmente il nostro emigrante vede una vecchia signora e le chiede: “Lei è inglese?” E la risposta è: “No, vengo dall’Africa”.
L’uomo è veramente turbato e le chiede dunque: “Ma dove sono tutti gli inglesi?”
La signora africana guarda prima il suo orologio e poi dice: “Probabilmente al lavoro”.

Avventure teatrali
Un uomo portò sua moglie a vedere uno spettacolo teatrale, a Broadway. Fra il primo e il secondo tempo, si accorse che doveva per forza fare pipì. Corse sul retro del teatro e cercò invano il gabinetto degli uomini. Alla fine si rese conto che era entrato fra le quinte. C’era una fontana circondata da un bel fogliame e lui, vedendo che non c’era nessuno in giro, disperato, si aprì i pantaloni e fece pipì nella fontana.
Ebbe parecchie difficoltà a trovare la strada per tornare al suo posto e quando arrivò il sipario era già alzato e il secondo tempo era già iniziato.
“Dimmi, sussurrò alla moglie, ho perduto molto, del secondo tempo?”
“Perduto molto? Ma se sei stato al centro della scena!”

DE GAULLE, MONTANELLI, BERLUSCONIultima modifica: 2010-12-25T09:32:20+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “DE GAULLE, MONTANELLI, BERLUSCONI

  1. Non è il solo italiano ad aver versato qualche lacrima per il grande Charles.
    Negli anni settanta esponevo alla fiera di Basilea, così approfittai del fine settimana, la fiera chiudeva il venerdì, per andare a Colombey les-deux-Èglises. Ero curioso di visitare quei luoghi.
    Così De Gaulle li descrive nelle sue “Mémoires de guerre”:

    « Où aller ? Depuis que j’envisageais la perspective de mon éloignement, j’avais résolu de résider, le cas échéant, à Colombey-les-Deux-Églises et commencé à faire réparer ma maison endommagée pendant la guerre. (…)
    C’est ma demeure. Dans le tumulte des hommes et des événements, la solitude était ma tentation. Maintenant, elle est mon amie. De quelle autre se contenter quand on a rencontré l’Histoire ? D’ailleurs, cette partie de la Champagne est tout imprégnée de calme : vastes, frustes et tristes horizons ; bois, près, cultures et friches mélancoliques ; reliefs d’anciennes montagnes très usées et résignées ; villages tranquilles et peu fortunés, dont rien, depuis des millénaires, n’a changé l’âme, ni la place. Ainsi, du mien. Situé haut sur le plateau, marqué d’une colline boisée, il passe les siècles au centre des terres que cultivent ses habitants. Ceux-ci, bien que je me garde de m’imposer au milieu d’eux, m’entourent d’une amitié discrète. Leurs familles, je les connais, je les estime et je les aime. »

    E sulla Boisserie, prosegue :

    « Le silence emplit ma maison. De la pièce d’angle où je passe la plupart des heures du jour, je découvre les lointains dans la direction du couchant. Au long de quinze kilomètres, aucune construction n’apparaît. Par-dessus la plaine et les bois, ma vue suit les longues pentes descendant vers les la vallée de l’Aube, puis les hauteurs du versant opposé. D’un point élevé du jardin, j’embrasse les fonds sauvages où la forêt enveloppe le site, comme la mer bat le promontoire. Je vois la nuit couvrir le paysage. Ensuite, regardant les étoiles, je me pénètre de l’insignifiance des choses. »

    Potei visitare la Boisserie, solo al piano terreo perchè il resto della casa era interdetto. Ricordo il salotto dove riceveva gli ospiti, con le due poltrone in cuoio verde un po’ malandate e in fondo alla stanza lo studio ottagonale ricavato nella torre d’angolo dove fu colto da malore. Poi visitai il piccolo cimitero della chiesa dove De Gaulle è sepolto, assieme alla figlioletta Anna, sotto una lastra di marmo bianca…

    De Gaulle , Montanelli e Ugo La Malfa sono gli uomini che ammiravo di più e per i quali ho versato qualche lacrima alla loro morte. Berlusconi sarà certamente ricordato per la vittoria del 1994.

  2. Ho letto les Mémoires de Guerre tanti anni fa. Forse non c’era ancora l’ultima parte, quella da cui è tratta la sua citazione. E ricordo ancora perfino le sue conferenze stampa in cui – cosa che non molti immaginerebbero – De Gaulle manifestava un imprevisto senso dell’humour. Un grand’uomo. Su cui non dirò nient’altro, perché parlando con lei sarebbe inutile per un verso, e parlandone con gli altri sarebbe inutile per un altro verso.

  3. Ormai è deciso, questo blog lo passo nei miei” preferiti” insieme al sito di Repubblica e qualche altro sito hard.

    Provate a stampare questo post e leggerlo stando di fronte ad uno specchio, e ditemi se nn vi riflettete trasmutati in Emilio Fede.
    Ai paragoni illustri mancano Cesare e Alessandro Magno. Napoleone anche è assente, ma perchè già è citato in un altro post e un uomo colto come Pardo nn ama ripetere.

    Ripete solo la sua battuta migliore, quella secondo cui Berlusconi era uno sconosciuto prima del 94…e buone feste da parte di tutta la redazione del Tg4.

    Il passaggio da Montanelli, maestro di Travaglio prima, e oppositore del cavaliere poi, a Berlusconi è da antologia. Degno della paraculaggine del miglior Capezzone. O della falsità del miglior Feltri.

    Capezzone, Straquadanio, Carfagna (ministro eh!?) ecc. poi è ovvio che fanno rimpiangere De Gasperi, dirò di più: il sottoscritto rimpiange persino Forlani, Fanfani, Martelli, figuriamoci Alcide, che almeno si oppose al fascismo tanto da finire in prigione. E Pardo se ne meraviglia.

    Secondo le associazioni di idee che riesce a comporre la sua mente, per cui il “passato trasforma la realtà positiva ( realtà positiva!?, ma che categoria concettuale sarebbe???) in mito”, allora anche Galileo dovrebbere essere tale per gli stessi motivi.
    Mica perchè ha permesso di fare passi da gigante alla scienza e al progresso, ma solo in quanto osteggiato da vivo e passato alla gloria nell’eternità poi.

    La solita questione di chi guarda il dito e chi la luna, la solita confusione tra la casua e l’effetto, il sintomo e la prognosi.

    Il climax viene raggiunto nella seconda parte.

    Che dire di uno che passa le sue giornate (bella cosa la baby pensione!) a scrivere post sul cinismo e la disonestà della politica, ma poi definisce “strabiliante” il tradimento di 2 deputati??? Palesemente incoerente pur di omaggiare la maestà del cavaliere.

    Berlusconi che combatte contro un nemico inesistente, i comunisti. Che fa uscire un paese da una crisi mondiale che però nn ci sarebbe mai stata se nn nella mente dei soliti disfattisti (!!!). Che suggerisce alle precarie di sposare ragazzi ricchi. Che nn ha mai il tempo di rispondere alle legge come ogni cittadino, ma può passare 5 ore in tribunale per la sua causa di separazione, per Pardo questo si chiama “un incredibile senso del reale”.

    La ciliegina sulla torta sarebbero i primi due commenti: come i ragazzini delle medie che si vantano di avere lo scooter e gli altri no, loro sanno il francese.

    Ma la conclusione migliore secondo me è questa:
    “L’Italia non è un Paese povero, è un povero Paese!” (Indro Montanelli, De Gaulle, l’ ultimo campione della grandeur, Corriere della Sera, 5 dicembre 2000.)

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