ARRIGONI COLPEVOLE

La notizia è agghiacciante (1). Il volontario pacifista Vittorio Arrigoni, che lavorava da tre anni a Gaza con una ong favorevole alla causa palestinese, è stato rapito e ucciso da un gruppo salafita (vicino ad Al Qaeda). Gli è stato rimproverato di “diffondere valori occidentali”. Infatti, riferisce il “Corriere”, “una scritta in arabo in sovraimpressione [che] lo accusava di propagare i vizi dell’Occidente fra i palestinesi”. L’accusa è assurda e tuttavia non infondata.
È inconcepibile accusare qualcuno di diffondere valori perché, nei Paesi democratici, basta dire “non sono d’accordo”. Ma ci sono posti, come Gaza, dove c’è una rincorsa a chi è più islamico. E tutto può apparire in una luce diversa, tanto che l’accusa più fantasiosa può addirittura risultare provata nei fatti.
Arrigoni è un uomo vissuto in un Paese in cui è lecito dire male di tutti e nel frattempo dire bene di un governo straniero – quello di Gaza – che permette che circolino a piede libero terroristi assassini e che si sparino razzi con la speranza di ammazzare civili.  Da noi è lecito contravvenire ai principi della più elementare umanità, pur sostenere i palestinesi di Gaza i quali, non riuscendo a vincere una guerra contro Israele, cercano di ammazzare anche donne e bambini. Per Arrigoni, se “non si ha nessun altro modo per farla prevalere”, una causa “giusta” permette anche questo. E infatti la sinistra alla Asor Rosa, non riuscendo a vincere democraticamente contro Silvio Berlusconi, invoca il colpo di Stato. Ecco i valori occidentali: la libertà di dire cose del genere senza essere arrestati.
Ma ciascuno ha i propri valori. Fra quelli dei palestinesi spiccano l’autoritarismo antidemocratico, l’intolleranza religiosa e l’inumanità. Il povero Arrigoni, che per anni ha trovato ovvia quella tolleranza religiosa e civile, che per anni ha potuto vivere e parlare come ha fatto, anche in Palestina è rimasto perfettamente italiano. Non si è dunque accorto che, mentre le sue mani sventolavano la bandiera palestinese, la sua nazionalità e la sua storia parlavano di un mondo che permette agli Arrigoni ogni sorta di libertà: un mondo in cui imperano i valori occidentali. Si può capire che lo abbiano ucciso.
Deve pure essere permesso riflettere sulla incauta qualifica di pacifista attribuita a qualcuno che, nel momento in cui c’è un conflitto fra due popoli, prende nettamente le parti di uno. Parecchie foto sul Corriere ci mostrano Vittorio mentre sventola bandiere palestinesi e invece un vero pacifista non è partigiano. Naturalmente si ha tutto il diritto di esserlo e in molti, nel 1956, siamo stati risolutamente a favore degli ungheresi e contrari all’Armata Rossa: ma non avremmo preteso la medaglia di pacifisti. Ché anzi a quei carri armati avremmo volentieri sparato cannonate.
Il fatto poi che gli uomini di Hamas abbiano cercato di liberare l’ostaggio non significa che questa organizzazione sia più democratica ed occidentale dei salafiti. Significa soltanto che considera questo gruppo un nemico. Infatti, se Hamas fosse contro il sequestro e la detenzione di innocenti, non tratterrebbe da anni il soldato israeliano Gilat Shalit.
Non sono gli integralisti che non hanno capito Arrigoni, è Arrigoni che non ha capito gli integralisti. Si è comportato come quelle ragazze che si innamorano di stupratori e assassini seriali con l’idea che avranno, sì, ammazzato altre ragazze, ma loro le amerebbero.
Umanamente non si può che essere molto dispiaciuti per questa tragedia. Ma non possiamo esimerci da una certa severità, nei confronti di quest’uomo, come si è severi con chi fa free climbing senza assicurarsi con una corda, con chi ha un incidente senza la cintura allacciata o va in moto senza casco.
Arrigoni è una vittima dei valori che ha propagandato senza saperlo. Né importa che non sia stato assassinato da Hamas ma da un gruppo che si oppone ad Hamas, perché ambedue adottano gli stessi metodi contro quelli che reputano loro nemici. Purtroppo per lui, Vittorio prima ha idealizzato gli estremisti palestinesi, poi li ha incontrati realmente. Non diversamente da come Giuliana Sgrena, nutrita di disprezzo per l’Occidente in generale e l’Italia in particolare, è andata a trovare i terroristi irakeni ed è tornata a casa viva perché l’Occidente in generale e l’Italia in particolare, quando si tratta di salvare un proprio cittadino, non si chiedono se lo meriti.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
15 aprile 2011

(1)http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_15/gaza-ucciso-volontario-italiano_2dac6a4e-671f-11e0-82d9-fefb5323b337.shtml

ARRIGONI COLPEVOLEultima modifica: 2011-04-15T14:47:00+02:00da gianni.pardo
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10 pensieri su “ARRIGONI COLPEVOLE

  1. condivido pienamente: mi piacerebbe riportare questo articolo su Facebook, come potrei linkarlo? o copiarlo? mi da per favore l’autorizzazione a farlo, e anche i suggerimenti per poterlo fare? grazie in anticipo

  2. È “autorizzato” a fare quello che vuole. Sapesse in quali posti strani trovo i miei articoli! Provi a digitare Gianni Pardo nella seconda riga di Google e vedrà.
    Comunque sotto l’articolo c’è scritto “link permanente”. Infine può copiare, credo, l’articolo dalla stessa schermata. Se non riuscisse in nessun modo glielo mando per e-mail. Grazie.

  3. Ah Gianni! Che piacere vedere un po’ di lucidità in mezzo a tante sciocchezze. Eppure io mi domando: “E’ così difficile vedere quello che si ha sotto gli occhi?”

  4. Arrigoni è vissuto per degli ideali e ha avuto il coraggio di morire per essi senza aver mai imbracciato un arma.
    Armi che mai imbraccerebbe neanche Pardo stesso, ma per vigliaccheria, che l’unica che sa usare è quella della calunnia.
    Tralasciando gli strafalcioni su Gaza (premessa di ogni articolo, altrimenti i suoi ragionamenti nn funzionerebbero), Pardo, per l’età che ha, dovrebbe pensare più alla fine che farà lui e a come ha vissuto, anzichè essere meschino con chi ha creduto in qualcosa e ci ha rimesso la vita. Mi permetto pertanto di dedicare a lui il suo epitaffio:

    Egocentrico fallito,
    professore annoiato
    in pensione col minimo
    eppur liberale a parole.
    Adulatore per vocazione
    da Mussolini a Berlusconi,
    servo di ogni padrone.

  5. pensando in opposta maniera alla sua chiedo :dov’è che sottoscrivo questo articolo?: lo trovo lucido e scevro di condimentoi ideologico un tot al kilo

  6. Ottimo articolo, lei è tra i pochissimi che sull’argomento ha scritto con lucidità e saggezza, complimenti

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