IL FUNERALE DEL GATTO

 

Una scultrice ha acquistato un’intera pagina del “Corriere della Sera” per far sapere a tutti quanto soffre per la morte del suo gatto Sky, dopo quindici anni di vita insieme, e quanto le manca. Inoltre ha noleggiato un elicottero per andare a seppellirlo ad Olbia(1). Non faremo il conto delle spese perché non conosciamo i prezzi di questi lussi e perché, dopo tutto, sarebbe un po’ miserabile: da un lato non si misura col denaro il dolore altrui, dall’altro ognuno è libero di spendere il proprio denaro come meglio crede.

Ma immaginiamo che, per molti, l’obiezione sia un’altra. Si può pretendere di soffrire tanto, per la morte di un gatto? Si può dare tanta importanza ad un animale?

Naturalmente chi pone queste domande non ha avuto l’occasione di dividere una parte della propria vita con uno di questi mammiferi superiori che ci somigliano tanto ed hanno anzi su di noi un vantaggio: non parlano. Personalmente non discuteremo affatto i sentimenti di questa signora e le offriamo anzi la testimonianza delle nostre lacrime, quando abbiamo perduto uno di questi cari esserini. Ma ciò non ci impedisce di non essere d’accordo con la sua iniziativa.

Quanto muore qualcuno è come se si desse il via libera al festival delle sciocchezze. Le lodi per il defunto sono iperboliche: del resto, si sa, de mortuis nil nisi bonum. Si afferma che non dimenticheremo mai chi dimenticheremo. Che sentiremo sempre la sua mancanza mentre presto, se siamo normali, penseremo ad altro. E se si ha l’imprudenza di organizzare un funerale religioso, avremo anche un sacerdote che ci spiegherà che il morto non è morto, che colui che non si può più accorgere di noi ci ama ancora ed anzi ci protegge “dall’alto”. Ci promette perfino che lo rivedremo in un Regno dei Cieli che immaginiamo molto affollato. Forse il nostro caro morto lo ritroveremo con il codice fiscale.

La morte è triste e il gruppo cerca di difendersene negandola in tutti i modi. Per cominciare, non è sicuro che i morti siano veramente morti e dunque li rabbonisce come può. Innanzi tutto con le lodi.  Poi ognuno teme che questo inconveniente possa capitare anche a lui e prova a convincersi di essere immortale. Per questo cerca di prestare fede alle parole di un sacerdote che dichiara immortale il cadavere muto che sta in mezzo alla chiesa. I funerali, per chi non si fa illusioni, sono veramente qualcosa di sconvolgente.

Ora la signora Matalon – che noleggia una pagina del “Corriere” per il suo gatto ma non tralascia di metterci una grande fotografia di se stessa – non capisce che la morte del micio è un’ottima occasione per smetterla con le menzogne consolatorie. Un’opportunità per soffrire evitando la pompa delle cerimonie, le speranze infondate, l’assurdo lusso dei cimiteri. Tutto quello che lei amava era quel prezioso, piccolo cervello che funzionava nella testolina triangolare di Sky. Quel cervello che dava un’anima a quegli occhi pensosi e che gli ispirava tanti gesti cortesi e delicati. Ma quella straordinaria macchina, nel caso di un gatto come nel caso di un uomo, smette definitivamente di operare quando il sangue smette di irrorarla per cinque minuti. Da quel momento, l’intero corpo è spazzatura. Certo, non si può chiedere ad una madre di avviare alla discarica il corpo del proprio figlio diciottenne, si può anche tollerare che la gente creda di lenire il proprio dolore con queste assurde parate, ma almeno il dolore per la morte di un gatto potrebbe servire per capire che in certi casi non ci sono parate possibili.

Il grandioso funerale per Sky non è più assurdo di quello per un Capo di Stato: ma, appunto, potrebbe essere un’occasione per capire che bisognerebbe abolire quello del Capo di Stato, piuttosto che tributarne uno al proprio micio.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

13 luglio 2011

(1)http://www.corriere.it/animali/11_luglio_13/ribaudo-gatto-morto_be0d9c38-ad2a-11e0-83b2-951b61194bdf.shtml

IL FUNERALE DEL GATTOultima modifica: 2011-07-13T15:33:41+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “IL FUNERALE DEL GATTO

  1. Caro Pardo, visto che siamo in tema: sin da prima che nascessi, i miei genitori avevano “adottato” due cani. Crebbi con loro ma, quando avevo più o meno tredici anni, morirono di vecchiaia, prima uno, poi l’altro. Mio padre li seppellì in un angolo del giardino, e da allora a ogni primavera, quando il terreno incolto si riempie d’erba, in quell’angolo il verde è sempre un po’ più brillante.

  2. Sempre calcolare entrate e uscite. La signora è una scultrice e sappiamo come sono fatti gli artisti, non si accontentano della fama postuma. Ha speso poche decine di migliaia di euro, ma quanto vale in denaro la trovata pubblicitaria? Sicuramente del caso se ne occuperanno le televisioni e la giostra si mette in moto.

  3. “(…)Per cominciare, non è sicuro che i morti siano veramente morti e dunque li rabbonisce come può.”

    Ciao Professore, dovevo assolutamente dirti che sto ridendo con le lacrime.
    Francesca

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