LO SCANDALO MURDOCH IN ITALIA

Nella Rassegna Stampa di Radioradicale, Massimo Bordin, a proposito dello scandalo di News of the World, ha rifiutato il parallelo con la pubblicazione delle intercettazioni in Italia. In Inghilterra le intercettazioni erano totalmente illegali, da noi sono disposte da un magistrato, conformemente alla legge. Argomentazione giustissima ma non conclusiva.
La giustizia è un ideale irraggiungibile ma anche la legge è solo umana. Ed è tanto naturalmente imperfetta che può essere illegale applicarla: se lo Stato conferisce ad un pubblico ufficiale un certo potere, si attende che quel potere egli lo eserciti per lo scopo istituzionale. Se invece, pur operando conformemente alla legge, egli lo utilizza ad esempio per danneggiare il proprio nemico, si ha quello che in diritto amministrativo si chiama “eccesso di potere”.
L’istituto è di derivazione francese: “Le détournement de pouvoir consiste en une utilisation par une autorité publique de ses pouvoirs à des fins autres que celle pour laquelle ces pouvoirs lui ont été confiés” : “L’eccesso (sviamento) di potere consiste nell’uso da parte di un’autorità pubblica dei suoi potere per fini diversi da quello per il quale questi poteri gli sono stati conferiti”. Questa definizione è perfettamente valida anche in italiano.
In Italia il caso si verifica oggettivamente proprio per quanto riguarda le intercettazioni. Quando diciamo “oggettivamente” intendiamo che il risultato negativo non è colpa di questo o di quel magistrato nella tale o tal’altra inchiesta: diciamo che il numero spropositato delle intercettazioni, il loro uso a volte discutibile, il coinvolgimento di troppe persone estranee al caso giudiziario, la pubblicazione di queste stesse intercettazioni in modo irregolare (quando ancora dovrebbero essere segrete) o regolare configurano un illecito. Certamente amministrativo, forse penale. La quantità bruta degli ascolti è da sola sufficiente per questa affermazione. Ecco una semplice prova: nessuno può impedire o vietare ad un operaio di ammalarsi, per un giorno, ma se normalmente c’è una media di otto assenti per malattia, e questi otto divengono trentaquattro il giorno in cui la nazionale di calcio italiana gioca una semifinale, è irragionevole pensare che una buona percentuale di quelle malattie sia finta? Non si può puntare il dito contro questo o quell’operaio, che potrebbero benissimo star effettivamente male, ma contro i trentaquattro nell’insieme sì.
Vale anche per i magistrati. Né si può dire, come fanno molti, che le intercettazioni a valanga sono necessarie per trovare e colpire i colpevoli: perché se ne dedurrebbe che negli altri Paesi, dove questo scandalo non esiste, i magistrati e la polizia hanno rinunciato a perseguire il crimine. E non ci risulta.
In realtà, per quanto riguarda le intercettazioni, qualcuno ha parlato di “pesca a strascico”: cioè della volontà di intercettare una tale quantità di persone da essere praticamente certi che nella rete rimanga impigliato qualcuno dei pesci cui si mirava. E se poi proprio non si dovesse avere nulla di penalmente rilevante da addebitargli, se ne potrebbe ancora distruggere l’immagine rivelando particolari intimi della sua vita o perfino, semplicemente, l’uso di un linguaggio scurrile. Un imprenditore fu crocifisso perché rideva promettendosi bei contratti dal terremoto e Scajola a suo tempo dovette dimettersi per avere definito “rompicoglioni” la vittima di un attentato. E certo non lo fece da un banco della Camera dei Deputati. Solo che il “privato” in Italia non è più tale. Forse, per essere tranquilli, bisognerebbe usare il bagno degli amici.
L’osservazione di Bordin non è condivisibile. Se in Inghilterra l’illecito lo hanno compiuto i giornalisti e coloro che si sono fatti corrompere per intercettare illegalmente il prossimo, in Italia l’illecito (sperabilmente, ma non certamente, solo amministrativo) lo compiono i magistrati: non tutti, naturalmente. Noi non sappiamo quali, come nel caso degli operai che rimangono a casa per vedere la partita: ma il marcio c’è. Basterebbe la voglia di ricavarne visibilità nazionale.
Anche se l’origine del fenomeno nei due Paesi è diversa, in entrambi i casi si tratta di un illecito e in entrambi i casi il danno, per gli innocenti, è lo stesso. Che poi gli italiani si siano abituati a questo genere di interferenza nella vita privata per fini di gossip giornalistico o, peggio, di lotta politica, è un fatto. Ma questo rende solo più grave la situazione italiana rispetto a quella inglese: lo scandalo, come il dolore, può costituire un incentivo alla cura.
E neppure vale dire, come fanno molti, che i politici dovrebbero essere inappuntabili e immacolati anche quando pensano di non essere ascoltati. Innanzi tutto perché, storicamente, si sa che i politici sono meno morali, non più morali, dei cittadini normali. E poi perché la Costituzione stabilisce l’uguaglianza di tutti dinanzi alla legge: non considera i politici una specie inferiore.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it
20 luglio 2011

LO SCANDALO MURDOCH IN ITALIAultima modifica: 2011-07-20T16:26:48+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LO SCANDALO MURDOCH IN ITALIA

  1. Senza dimenticare che la Santissima e Intoccabilissima Costituzione contiene anche l’articolo 15, di cui stranamente nessuno si ricorda.

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