PUTIN CHIAMA OBAMA ASSASSINO

Vladimir Putin è un uomo dal temperamento calmo e freddo che proviene dal KGB: un’organizzazione in cui i superficiali difficilmente fanno carriera. Inoltre, a partire da certi livelli, le dichiarazioni non derivano mai da sbadataggine o avventatezza. E tuttavia proprio lui, in diretta tv, ha detto delle cose tremende(1). Gheddafi sarebbe stato “ucciso senza un’indagine o processo” da droni stranieri, “compresi quelli degli Stati Uniti’ e da unità speciali. “Chi è stato? I droni, compresi quelli degli Stati Uniti, hanno colpito il suo corteo e poi dei commando, che non avrebbero dovuto essere lì, hanno chiamato via radio la cosiddetta opposizione e i militanti”.

Se l’interpretazione è esatta, le cose sarebbero andate così. Dei droni francesi o inglesi, ed anche degli Stati Uniti, hanno individuato e immobilizzato la colonna di auto di Gheddafi. Poi hanno segnalato la sua posizione a commando occidentali sul terreno “che non avrebbero dovuto essere lì” (dal momento che l’Onu non aveva autorizzato nessun intervento di terra) e poi questi stessi commando, via radio, hanno richiamato “la cosiddetta opposizione e i militanti” per procedere al macello.

Inutile sottolineare la gravità dell’accusa: e tuttavia come pensare che chi è stato e potrà ancora essere il numero uno della Confederazione Russa parli senza nessuna possibilità di fornire prove? Putin sa benissimo come vanno i rapporti fra le nazioni. Essendo stato per anni al vertice dello Stato, non ignora che una simile accusa potrebbe pregiudicare i futuri rapporti con Washington. Proprio per questo, il fatto che attualmente non fornisca prove non è cosa che possa tranquillizzare. Potrebbe anche darsi che non le mostri aspettando la smentita statunitense per poi rendere la cattiva figura ancor più bruciante. Paradossalmente, gli Stati Uniti devono essere prudentissimi, nelle smentite, non sapendo quali carte abbia in mano la Russia in questa partita di poker. E non possono dimenticare che qualunque operazione che coinvolga parecchie persone raramente riesce ad essere interamente segreta. Naturalmente si negherà tutto sempre e comunque, ma il danno d’immagine rischia di essere catastrofico.

L’accusa rappresenta comunque un importante segnale nei rapporti fra i due grandi Paesi. Non sono venuti meno i contrasti per i missili statunitensi in Polonia, sono a rischio le linee di rifornimento dell’Afghanistan, e Putin sembra voler aprire un altro fronte. Chiaramente non tiene ad avere rapporti sereni con un Paese il cui massimo dirigente ha accusato di assassinio. È infatti inconcepibile che dei droni notino la carovana di Gheddafi per caso; è inconcepibile che dei commando militari prendano gravissime iniziative come quella descritta e insomma tutto deve necessariamente risalire al vertice militare statunitense. Vertice militare che, secondo la Costituzione americana, ha un nome e cognome: Barack Obama. Putin forse rivela anche la sua intenzione di contribuire ad evitare che sia rieletto: l’arma che fornisce ai suoi avversari è di non poco peso, in un Paese in cui un Presidente è stato rimosso dall’incarico per avere detto una bugia.

Naturalmente è anche lecito dubitare della verità del fatto: ma la politica internazionale non si fa in Pretura. Contano i segnali e i loro effetti. Washington rigetterà comunque l’addebito ma – che Putin fornisca o no le prove delle sue asserzioni – tutti citeranno l’episodio ogni volta che vorranno dimostrare che la dirigenza americana non è moralmente migliore dei peggiori dittatorelli africani. E le smentite non serviranno a niente. Soprattutto non serviranno a niente dopo che, confessatamente, gli aeroplani della Nato hanno bombardato gli edifici in cui si riteneva che ci fosse Gheddafi: dunque la volontà omicida è stata già dimostrata. Qui si discutono solo le modalità. Quand’anche Obama fosse personalmente innocente, alle sue più appassionate proteste molti reagirebbero alzando le spalle: “E che altro poteva dire?”

La Russia forse vive un momento in cui è stanca  di vedersi trattare come uno Stato di seconda o di terza categoria, con l’aggravante di milioni di scheletri staliniani negli armadi e Putin reclama rispetto. Ricorda la potenza militare del suo Paese e rifiuta energicamente ogni lezione di morale. E tuttavia sorprende la brutalità delle accuse infamanti. Un tempo per offese così gravi potevano anche scoppiare delle guerre. Per fortuna siamo nel XXI secolo e non ci rimane che aspettare gli sviluppi.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

16 dicembre 2011 (1)http://www.corriere.it/esteri/11_dicembre_15/putin-contro-usa_b23498ea-2704-11e1-853d-c141a33e4620.shtml

PUTIN CHIAMA OBAMA ASSASSINOultima modifica: 2011-12-16T15:40:41+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo