L’IRAN INSISTE NELLE SMARGIASSATE

Il Corriere della Sera riporta questa notizia: 

“ L’Iran ha annunciato che lancerà missili di lungo raggio sabato durante un’esercitazione navale nel Golfo. Lo scrive l’agenzia semiufficiale Fars. ‘La marina iraniana effettuerà test su diversi tipi di missili, compresi quelli a lungo raggio, nel Golfo Persico’, ha detto il comandante della Marina Mahmud Mussavi ”.

Le esercitazioni sono normalmente prove pratiche per verificare che le truppe, i marinai, gli aviatori abbiano ben compreso il loro compito in caso di conflitto. Ma quando le esercitazioni hanno luogo in particolari momenti – per esempio a ridosso di una frontiera contesa o, come oggi, in un tratto di mare che potrebbe essere lo scenario di uno scontro – assumono il significato se non di una minaccia, di un preciso avvertimento: “Sappi che all’occasione sono capace di fare questo e questo”. 

Tuttavia, nel caso specifico, la mossa iraniana fa pensare ad un intento di propaganda a fini interni. Dal momento che in campo missilistico, e comunque dell’alta tecnologia, gli Stati Uniti sono al sommo della catena, è estremamente improbabile che un lancio di missili, a corto o lungo raggio, possa fare loro la minima impressione. E ancor meno probabile è che li intimidisca. Sicché è ragionevole pensare che Ahmadihejad voglia soltanto far credere agli iraniani che il suo governo non teme nessuno ed è addirittura pronto a passare all’attacco: mentre in realtà sa benissimo come stanno le cose e sa che gli Stati Uniti, per far conoscere la loro forza sul mare, non hanno bisogno di andare a fare delle esercitazioni sotto il naso di nessuno. Dunque la notizia non ha importanza: è solo un po’ di propaganda.

Ma l’imprevisto è una delle componenti costanti della storia. Helmuth von Moltke diceva: “Preparate tutti gli scenari alternativi nei minimi particolari. Sappiate però che dovrete combattere in quello a cui non avete pensato”. Dunque gli iraniani faranno bene a sparare i loro missili quanto più lontano è possibile dalle navi americane. Perché se per disgrazia uno di loro colpisse un’unità statunitense, probabilmente della flotta iraniana non rimarrebbe a galla neppure una nave. Gli americani potrebbero affermare (in buona o in malafede) che l’annuncio dell’esercitazione era servito solo per evitare di metterli sulla difensiva mentre in realtà Tehran aveva l’intenzione di provocare uno scontro navale, e ne potrebbero approfittare per infliggere a Tehran una lezione che non rischierebbe di dimenticare facilmente. Avrebbero solo il problema di dimostrare che la loro flotta è stata aggredita e non ha preso l’iniziativa. Cosa per la quale potrebbe essere utile la documentazione fornita dai satelliti, soprattutto in una zona in cui la probabilità di nuvole è molto bassa.

È una delle caratteristiche dei governi “forti” e ideologicamente molto motivati quella di incorrere in un fatale errore prospettico: quello di credere che le panzane che si raccontano al popolo si trasformino in verità. Ma nel caso di Ahmadinejad è probabile che, pur essendo molto antipatico, non sia uno stupido: dunque eviterà accuratamente di provocare la reazione americana. Salvo errori od omissioni sparerà il suo mortaretto e domenica nessuno ne parlerà più.  Il problema, come si sa, sarebbero le mine, se le disseminassero: allora sì saremmo alla guerra. I missili navali sono l’ultima delle preoccupazioni americane.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

30 dicembre 2011

L’IRAN INSISTE NELLE SMARGIASSATEultima modifica: 2011-12-30T18:13:00+01:00da gianni.pardo
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