MARIO MONTI L’ANTIPATICO

Alle antipatie non si comanda e Mario Monti è antipatico. La prima ragione non lo riguarda nemmeno personalmente. Infatti, proprio per dimostrare che non si ha un partito preso, si può parlare di un certo cardinale Ratzinger che in passato apparve come una persona colta e intelligente e in cui traspariva tutta la severità del grande teologo. Ma che poi è stato fatto Papa. E mentre prima la gente non si sarebbe strapazzata a commentare le sue idee, ora che il poverino è costretto a dire melense sciocchezze, tutti le riferiscono con compunzione e applaudono senza riserve. Ratzinger era simpatico, il Papa no. E non per colpa sua. 

Nel caso di Monti si verifica lo stesso fenomeno: tutti a dirne bene, facendo finta di non vedere ciò che è criticabile e senza rendersi conto che una claque esagerata rende insopportabile chiunque. In questi casi, per contrappasso, si notano tutte le banalità, tutte le affermazioni infondate e soprattutto l’ingente apparato retorico che spesso nasconde il nulla.

Monti è stato a lungo invocato come il Messia e molti sono stati pronti a vederne i lati positivi esistenti, ed alcuni inesistenti, semplicemente perché era il punto d’arrivo di un lunghissimo Avvento: la fine dell’attesa del Salvatore. Di quello che si sarebbe chiamato Chiunquesalvoberlusconi.

A questo punto, la compagnia di giro, con la stessa stolida costanza con cui diceva programmaticamente male di Berlusconi, qualunque cosa facesse, dicesse o non dicesse, ha solo invertito la corrente, e dice bene di Monti checché faccia, dica o non dica. 

Questo atteggiamento,  già noiosissimo di per sé – tanto è vero che annoia anche nel caso dell’incolpevole Ratzinger – è reso del tutto insopportabile dall’uomo che è fatto oggetto della nuova adorazione. Può darsi che Monti non abbia nessuna colpa per come appare, ma è così noioso, grigio, plumbeo, straordinariamente piatto, che le lodi sembrerebbero eccessive anche se non lo fossero. In queste condizioni si arriva alla noia al quadrato, alla narcolessia, al corto circuito dell’attenzione colpita da un ictus fulminante.

Per giunta l’uomo è anche troppo sicuro di sé. Oh, attenzione, con modestia, con competenza e con i verbi giusti al congiuntivo e al condizionale! Ma in passato, quando si esprimeva più liberamente, per esempio sul Corriere della Sera del 16 ottobre 2011, affermava che “la permanenza in carica dell’attuale presidente del Consiglio viene vista da molti come una circostanza ormai incompatibile con un’attività di governo adeguata, per intensità e credibilità, a sventare il rischio di crisi finanziaria e a creare una prospettiva di crescita”. E noi commentavamo: “veramente vorremmo Mario Monti Primo Ministro per cavarci lo sfizio di vedere quale sarebbe la sua attività di governo adeguata, come renderebbe tutti nel mondo ammiratori del debito pubblico italiano  e come creerebbe in un battibaleno una smagliante crescita economica dell’Italia”. E infatti la realtà è stata ed è spietata. La notizia di ieri è che il famoso “spread” è al livello 530. Quanto alla crescita, fino ad ora abbiamo visto solo un aumento delle tasse che ha depresso sia l’economia sia l’animo degli italiani. Ad aumentare il prezzo della benzina ce l’avrebbe fatta chiunque.

Monti rappresenta per molti uomini normali quell’insopportabile primo della classe perfettino, pulitino, costantemente ben pettinato, occhialuto, obbediente, che aveva l’aria di credere che non saper ridere corrispondesse ad essere seri. E quando Monti scherza fa sognare di ritirarsi in un convento trappista. Il genero ideale, ha detto la Merkel? Sì, ma per chi non tiene alla fama di donna fedele della propria figlia. 

E tuttavia quest’uomo si trova nella situazione ideale per fare effettivamente quello che né Berlusconi né Bersani né nessun altro potrebbero mai fare. Ci sono provvedimenti che tutti reputano necessari (per esempio la liberalizzazione del mercato del lavoro) ma che tutti, per motivi di ovvia demagogia, non hanno mai potuto adottare. Ora, nel momento in cui i grandi partiti sono terrorizzati all’idea di essere chiamati al potere, e dunque lo sostengono, lui potrebbe svuotare le stalle di Augia. Può farlo perché non deve temere le urne, i partiti non possono, perché dopo ne risponderebbero agli elettori. 

Se veramente egli riuscirà ad adottare provvedimenti coraggiosi e tali da rilanciare veramente l’economia italiana, tutti dimenticheremo le straordinarie circostanze che lo hanno favorito per esprimergli la profonda gratitudine della nazione. Rimarrebbe certo antipatico come il chirurgo che ci ha annoiato raccontandoci a lungo e con voce monotona la storia della sua vita, ma ricorderemmo soprattutto che ci ha salvato dalla morte. Se invece non passerà all’azione e continuerà a tramortirci con le sue giaculatorie, non solo ci addormenteremo, ma spereremo di non sognarlo. Abbiamo già abbastanza guai nella realtà per avere bisogno di incubi.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

10 gennaio 2012

 
MARIO MONTI L’ANTIPATICOultima modifica: 2012-01-10T10:37:26+01:00da gianni.pardo
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5 pensieri su “MARIO MONTI L’ANTIPATICO

  1. Caro Gianni
    Apprezzo da sempre i suoi scritti perché molto obiettivi, lucidi e forse senza volerlo ironici.
    Mi ha fatto ridere, il che non è davvero male in questo periodo così tormentato del nostro paese, il ritratto del “salvatore” della nostra patria. Personalmente questo personaggio non mi piace proprio per quell’aria da perfettino che giustamente lei ha messo in risalto. L’uomo, in generale, è più umano con la sua dose di errori mentre questo signore sembra mettersi in cattedra e dall’alto della sua “perfezione” sembra bacchettare tutti. Questo salvatore, da più parti politiche accolto come il messia, per ora ha solo fatto uso di tanto bla bla bla e gli unici dati effettivi sono un rincaro di tasse che ha depresso ancor più la nostra economia senza per questo far scendere il temuto “spread”. Sarà interessante vedere come si comporterà nella tanto pubblicizzata “fase 2”e spero di non aver ragione nel pensare che l’aver cambiato i suonatori non porti un cambiamento nella musica.

  2. IO proporrei di chiedere l’annessione alla Svizzera. In questo modo, il governo centrale italiano andrebbe tutto a casa, le regioni diventerebbero dei cantoni, la massima aliquota dell’imposta sul reddito scenderebbe automaticamente al 22%, l’IVA sparirebbe e si rilancerebbe l’economia. Il debito pubblico sarebbe facilmente rimborsabile, anche perchè si smetterebbe di produrne altro, perchè i BOT, BTP e CCT si venderebbero al volo e così via. L’unico problema potrebbero essere gli ex parlamentari ora disoccupati, ma qualche soluzione onorevole in esilio la si potrebbe sicuramente trovare …

  3. Ma lei pensa che la Svizzera si accollerebbe un Paese come l’Italia?
    A mio parere l’unico sistema per convincerla sarebbe dichiararle guerra. Dal momento che ha un esercito molto efficiente ci batterebbe e poi… tiè, sarebbe costretta ad amministrare il Paese vinto.

  4. è un’ipotesi non da scartare. C’era una barzelletta con una situazione analoga tra Israele e gli USA… se la ricorda?

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