MARIO MONTI E GALILEO GALILEI

Una delle raccomandazioni di Galileo Galilei, a proposito del metodo scientifico, è l’attenta identificazione delle cause. Se un fenomeno si verifica in presenza delle circostanze “a”, “b” e “c”, per sapere se una delle tre sia la causa o almeno una delle condizioni essenziali del fatto, bisogna effettuare nuovi esperimenti eliminando via via “a”, “b”, “c”.

Ci sono tuttavia dei casi in cui il metodo sperimentale non può essere applicato: per esempio perché il fenomeno non è replicabile. Se in automobile un uomo superstizioso si vede attraversare la strada da un gatto nero e poi ha un incidente, non si può rimettere l’orologio indietro per impedire al felino di traversare e dimostrare al superstizioso che la cosa non ha avuto nessuna “efficacia causale” sull’incidente. Si può solo fare appello alla sua (scarsa) ragionevolezza. E analogamente sono impossibili, in politica, gli esperimenti di conferma o di smentita. Ciò non impedisce che anche qui si possano identificare come assurde certe idee, non diversamente da quelle riguardanti i gatti neri. Peraltro bellissimi.

Si parla molto del possibile futuro politico di Mario Monti dopo le elezioni del 2013. Ciò dipende dal fatto che tutta la stampa, tutte le televisioni, tutti coloro che aprono la bocca in pubblico, pur criticando garbatamente questo o quel provvedimento, si tolgono il cappello dinanzi all’uomo dell’Università Bocconi. E sorge spontanea la domanda: se si è tanto criticato Berlusconi, se si è sparato a zero su Prodi, D’Alema e chiunque altro sia stato a capo del governo, e finalmente abbiamo qualcuno che raccoglie tanti consensi, non sarebbe stupido metterlo da parte, per far posto a qualcuno che sarà probabilmente meno capace di lui e comunque segno di contraddizione?

La domanda è ragionevole. Purtroppo, c’è da applicare il metodo galileiano: qual è la causa del consenso intorno a Monti? Bisogna infatti evitare di confondere cause e circostanze ininfluenti.

Un paio d’anni fa le automobili di Formula 1 della Red Bull, guidate da Sebastian Vettel, hanno cominciato a vincere a man bassa Gran Premi, battendo inesorabilmente Ferrari onuste di serti laurei e guidate da un grintoso campione come Fernando Alonso. Ora ci si può chiedere: qual era la causa di quelle vittorie, l’auto o il conducente? Invertendo i piloti, Sebastian Vettel su Ferrari avrebbe battuto Fernando Alonso su Red Bull o Fernando Alonso su Red Bull avrebbe battuto Sebastian Vettel su Ferrari? 

Nel caso della politica, non c’è dubbio che Silvio Berlusconi avrebbe molto amato poter adottare alcuni dei provvedimenti del governo Monti. Ma è altrettanto indubbio che i partiti di opposizione e tutti i giornali più importanti gli hanno dato addosso nella maniera più feroce. Perfino la sua stessa maggioranza non l’ha sostenuto a sufficienza. Ecco la domanda: Monti, con la stessa maggioranza e con la stessa reazione dei media e della minoranza, sarebbe riuscito a portare a termine le riforme?

Almeno fino allo scoglio dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, il suo governo ha fruito di una preconcetta posizione di appoggio per ogni suo provvedimento, come specularmente hanno sofferto di una preconcetta posizione di rigetto, a proposito di qualunque provvedimento, i governi di centro-destra da parte del centro-sinistra e i governi di centro-sinistra da parte del centro-destra. Tutto ciò significa che il consenso all’attuale governo non deriva dai provvedimenti che adotta ma – a meno che non si tratti dell’art.18 – da un atteggiamento precostituito, perché nessuno vuole andare alle elezioni anticipate. 

Mario Monti Presidente del Consiglio – ma anche quasi chiunque altro, al suo posto – dopo le elezioni del 2013 opererebbe benissimo se godesse, come oggi, dell’appoggio di Pdl, Pd e Udc. Se invece corresse con uno solo o due di loro, per una consistente parte degli italiani smetterebbe di essere Colui-che-opera-nell’esclusivo-interesse-della-nazione per divenire quel figlio di buona donna che vuole rovinare l’Italia e in particolare i cittadini più poveri.

La pubblicistica italiana scambia la causa con l’effetto. In un momento di crisi questo governo ha adottando provvedimenti dolorosi non perché dotato di chissà quale superiore competenza ma solo in virtù di una falsificazione delle normali posizioni contrapposte. Perché si è avuta una momentanea sospensione della demenziale faziosità degli italiani. Si può immaginare l’elettorato del Pdl che subisce senza protestare la reintroduzione appesantita dell’Ici? Si può immaginare l’elettorato del Pd che subisce senza fare la rivoluzione in piazza l’allungamento dell’età lavorativa e, forse, la reintroduzione della possibilità di licenziare?

Giudicare Mario Monti un uomo eccezionale è come giudicare un attore dagli applausi della claque. Ecco perché è inutile cedergli il passo. Se fra un paio d’anni egli fosse messo a capo di una coalizione o di un governo vedremmo facilmente che non potrebbe fare molto di più di quello che hanno fatto i suoi predecessori. Che non erano tutti degli imbecilli. 

Purtroppo in Italia, a parte un diffuso e idiota conservatorismo, è la Costituzione che impone di non governare.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

27 marzo 2012

 
MARIO MONTI E GALILEO GALILEIultima modifica: 2012-03-27T07:39:49+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo