LA FUTURA LIBERTA’ DI ADULTERIO

Nella vita di coppia un uomo normale, una donna normale non sono gelosi di un rapporto amichevole del proprio partner con una persona dell’altro sesso. Viceversa un uomo normale, una donna normale non sono indifferenti al classico “tradimento”. Nel rapporto di coppia esso costituisce infatti un caso a sé. 

Quando il sesso non è una semplice occasione di consumismo erotico, ad esso si arriva a coronamento dell’intenzione – come si dice – di “mettersi insieme”. È una sorta di crisma della particolarità di una relazione tanto unica, tanto esclusiva, tanto importante da doverle dare la massima pubblicità con il fasto delle nozze (o almeno con una chiara notorietà del rapporto) il cui significato profondo è quello di avvertire tutti che da quel momento devono astenersi dall’interferire nella coppia stabile.

Rimane da spiegare il perché di tutto questo: e in particolare della gelosia, che ne è il riflesso psicologico soggettivo. L’importanza del sesso nel rapporto della coppia stabile non dipende tanto dal piacere connesso a quell’attività – chi sarebbe geloso della propria moglie che si diverte a giocare a bridge, anche con uomini? – ma dal fatto che esso può condurre a generare figli. È questo che ha creato la gelosia. Essa infatti si manifesta con grande vigore anche se si è del tutto certi che il proprio coniuge non ama l’altra persona ma la usa esclusivamente per il piacere. Non si teme tanto il tradimento “sentimentale” quanto quello “fisico”. L’uomo in particolare è geloso della sua donna perché teme di  spendere le proprie energie per far crescere un bambino che tramanda i geni di un altro e non i suoi. Il famoso “bastardo” di un tempo. Ecco perché in passato (e ancora oggi nel mondo islamico) si è avuta tendenza a tenere la donna sottochiave, a farla seguire continuamente, a non lasciarle alcuna libertà. Non si sorveglia la sua anima, si sorveglia il suo utero.

La donna a sua volta è gelosa del marito perché conosce la tendenza dell’uomo, come di tutti i primati, ad accoppiarsi con quante più femmine è possibile, per dare le massime probabilità di sopravvivenza ai propri geni. Purtroppo la specie umana ha cure parentali lunghissime e costosissime e questo ha fatto nascere la famiglia monogamica. La donna non ha la tendenza poligamica dell’uomo. Ha un solo utero e si aspetta che l’uomo dedichi tutto sé stesso al sostegno dei figli generati con lei e non disperda le sue risorse fra parecchi nuclei familiari. Soprattutto in passato, quando si era appena al livello di sopravvivenza. La preoccupazione della donna – che non andasse sprecato il frutto del suo unico utero  e delle sue sofferenze del parto – era perfettamente comprensibile.

Naturalmente va detto che la maggior parte delle persone non ha mai pensato alle origini etologiche della gelosia: ne conosce soltanto – per così dire – il risvolto psicologico e soggettivo. Si ribalta il problema della sopravvivenza della specie nel campo della dignità offesa, dell’amore tradito, della rispettabilità sociale o perfino nelle norme religiose. Ma rimane il fatto che la molla prima è piattamente etologica e che le mutate condizioni obiettive, in cui si può tutelare l’interesse proprio e della specie, un giorno potrebbero modificare il comportamento degli esseri umani nei Paesi sviluppati. 

Infatti nell’epoca contemporanea ci sono alcune importanti novità. I mezzi anticoncezionali adeguatamente adoperati escludono la filiazione illegittima; le condizioni economiche attuali permettono in molti casi di sostenere più di una famiglia; e soprattutto l’esame del Dna permette di stabilire la vera paternità, rendendo non più vero il detto romanistico per cui “mater semper certa est, pater numquam”, la madre è sempre certa, il padre non lo è mai. Oggi il padre è sempre certo, se si procede all’esame del Dna.

La conseguenza di tutto ciò potrebbe essere che in futuro, quando questi dati saranno finalmente entrati nella sensibilità sociale, il sesso sia visto in modo diverso. Da un lato c’è modo di impedire il concepimento, dall’altro c’è modo di controllare, con l’esame del Dna, se il metodo anticoncezionale non ha funzionato. Infine – sempre a causa del Dna – il primate felice di diffondere i propri geni ai quattro venti dovrà stare attento, perché sia il diritto sia la morale potranno chiamarlo ad occuparsi del bambino che ha messo al mondo.

In futuro il sesso potrebbe essere sganciato sia dalla procreazione che dal sentimento. La signora che ama il bridge ma non il sesso potrebbe partecipare a un torneo, il marito che ama il sesso ma non il bridge potrebbe passare il pomeriggio con un’amica della moglie. O viceversa.

Ma c’è tempo, per tutto questo. Ne riparliamo fra un secolo.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

23 agosto 2012

 
LA FUTURA LIBERTA’ DI ADULTERIOultima modifica: 2012-08-24T12:06:59+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “LA FUTURA LIBERTA’ DI ADULTERIO

  1. Ha letto “Perchè le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere?”
    secondo quello che dicono gli autori, per la futura libertà di adulterio mi sa che dovremo aspettare moooooolto più di un secolo…

  2. Per coronare il sillogismo, va detto che in quasi tutte le societa’ e’ biasimato di piu’ nella donna il tradimento fisico, nell’uomo quello sentimentale.
    Non dovrebbe occorrere spiegare il perche’.

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