A PISAPIA IL GELATO DA’ ALLA TESTA

Ognuno ha diritto alle proprie simpatie e alle proprie antipatie. Proprio per questo Giuliano Pisapia, pure uomo di estrema sinistra, godeva di un pregiudizio favorevole: perché figlio di Gian Domenico Pisapia, grande giurista, e per avere assunto, in passato, posizioni garantiste. Ma l’ultimo episodio può lasciare perplessi.

Ecco i fatti(1). Il Comune di Milano ha adottato una delibera con cui si vieta di vendere gelati dopo la mezzanotte, nella zona della movida. Il divieto ha fatto ridere tutta l’Italia e non sappiamo se non abbia fatto ridere anche all’estero. Naturalmente il Comune si è precipitato a ritirare il provvedimento e fin qui tutto bene. Quella che rimane inammissibile è la reazione del Sindaco. Qui ci vogliono le virgolette. “Io amo il gelato alla follia, soprattutto quello alla frutta, e quando si ama si ama sia di giorno sia di notte”; “perché gustarsi un gelato, di giorno o di notte, in giro per la città è splendido e chi ama il gelato come me non potrebbe porre limiti”. Affermazioni stupefacenti, da parte di un penalista. Il fatto che a lui piacciano i gelati avrebbe dovuto consentirne la vendita, nel caso fosse stato opportuno vietarla? E se gli fosse piaciuta altrettanto l’eroina, sarebbe stato un motivo per legalizzarla?

Ma il sindaco sa di dover dare spiegazioni tecniche e  per questo si lancia nel ‘burocratese’: “Purtroppo c’è stato forse un errore di interpretazione, un errore di scrittura di una delibera che abbiamo già rivisitato e rivisto”. C’è da rimanere sbalorditi. Ma di che errore di interpretazione va parlando? Si interpretano le norme scritte da altri, non le proprie; e quando si interpretano le proprie l’ “interpretazione autentica” serve a permetterne una corretta applicazione, non una totale revoca, un totale annullamento, una totale cancellazione.

L’errore imperdonabile di Pisapia è stato quello di non dire semplicemente: “Abbiamo sbagliato”. Magari spiegando le origini dell’errore e le buone intenzioni con cui si era stilata la norma. Ma parlarne come di qualcosa che l’ha colto di sorpresa, che ha indignato l’adoratore dei gelati che è in lui, e tutta la retorica penitenziale della massima marcia indietro, questo no, ce lo poteva risparmiare. In un caso del genere non ci si può comportare come se Palazzo Marino lo si fosse visto solo dall’esterno. O quella delibera l’ha firmata anche il sindaco, prima che si accorgesse di amare i gelati, o l’hanno firmata i suoi collaboratori, che lui dovrebbe avere il buon gusto di non sconfessare. 

Si direbbe che l’ansia di non ammettere i propri torti qui abbia preso la mano ad un uomo per il resto brillante. E la cosa è tanto più stupefacente in quanto qui il torto non è un caso da forca: è solo una monumentale topica che il sindaco non avrà commesso da solo. 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

10 giugno 2013

(1)http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_giugno_10/pisapia-gelato-movida-errore-delibera-nessun-divieto-2221571586243_print.html

A PISAPIA IL GELATO DA’ ALLA TESTAultima modifica: 2013-06-10T15:18:06+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “A PISAPIA IL GELATO DA’ ALLA TESTA

  1. “Brillante”, si guadagna.

    Probabilmente dopo un atto del genere dovremmo un po’ rivedere certi assunti.

    Mi spiace, ma non si tratta di fascismo applicato al gelato.

    Si tratta proprio che se avesse fatto quello che ha detto Lei, semplicemente dicendo “svista demenziale”, si sarebbe confermato “brillante”.

    Sorry.

    Cordialmente
    Gianfranco.

    ps. come lo violento io, l’italiano, ben pochi.

  2. “Brillante”, si guadagna.

    Probabilmente dopo un atto del genere dovremmo un po’ rivedere certi assunti.

    Mi spiace, ma non si tratta di fascismo applicato al gelato.

    Si tratta proprio che se avesse fatto quello che ha detto Lei, semplicemente dicendo “svista demenziale”, si sarebbe confermato “brillante”.

    Sorry.

    Cordialmente
    Gianfranco.

    ps. come lo violento io, l’italiano, ben pochi.

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