SE LA SOCIETÀ È MADRE, SONO NATO ORFANO

Recentemente, in un articolo, i vari divieti riguardanti la fecondazione artificiale venivano messi fra quelli “stupidi” e una lettrice ha espresso il suo disaccordo in questi termini: “Poter avere uno dei genitori (padre o madre) naturale e l’altro frutto di una donazione crea, di fatto, una differenza tra i due. La cosa può essere rilevante al momento difficilissimo della crisi adolescenziale e questo è certamente pernicioso”.

La signora ha ragione ma, come si diceva una volta in dialettica, il suo argomento “prova troppo”: nel senso che, se è applicato a tutti i casi simili, conduce a risultati discutibili. Che un adolescente possa ricavare problemi psicologi dall’avere un genitore ignoto, e dal fatto che uno dei genitori che ha in casa non sia veramente suo padre (o sua madre) è incontestabile. Ma se stabilissimo che un genitore “non naturale” possa creare problemi, bisognerebbe poi vietare tutte le adozioni, dal momento che in quel caso ambedue i genitori non sono naturali. Si dovrebbero poi vietare i matrimoni fra quelle persone che sono portatrici sane di malattie, malattie che però diverrebbero probabili nei figli. E altrettanti e forse più gravi problemi si possono avere quando i genitori appartengono a civiltà molto lontane fra loro, sono di religione diversa o sono di razza diversa, soprattutto se uno è di pelle molto nera. Eppure nessuno si sognerebbe di vietare il matrimonio fra un senegalese e una norvegese.

Osservando tutte le ipotesi  in cui è ragionevole porsi il problema delle difficoltà che potrebbero avere un giorno i nascituri, è probabile che si arrivi alla conclusione che è piuttosto la novità di certi problemi, a frenarci, che la loro sostanza. Un po’ come se accettassimo come normale la prostituta in cerca di clienti su un marciapiede, e non quella che li cerca via Internet, solo perché Internet una volta non c’era.

La causa di tutto ciò potrebbe comunque essere più generale: un eccesso di rispetto per tutto ciò che è “naturale”, unito a un eccesso di preoccupazione per tutto ciò che non lo è. Dal momento che dei genitori violenti, paranoici, negligenti e comunque pessimi sono naturali, lo Stato non interferisce. Bisogna arrivare al fatto che inducano i figli alla prostituzione o che ne mettano in pericolo l’incolumità fisica, perché lo Stato glieli sottragga. E ancora, quando ciò avviene, l’opinione pubblica è spesso a favore della madre disoccupata, drogata e malata di mente, che implora che le lascino la custodia dei figli: una madre è sempre una madre. Viceversa quando due persone propongono di adottare un figlio, le condizioni sono infinite e – si badi – infinitamente più severe di quelle che si richiedono a chi procrea figli a letto, magari senza volerlo.

Nessuno afferma che sia sbagliato preoccuparsi di affidare un minorenne a qualcuno che sia in grado di accoglierlo e curarlo convenientemente: ma lascia perplessi la disparità di trattamento. Forse che l’orfanotrofio offra chissà quali garanzie positive? Forse che le offrano dei genitori indegni cui i figli non siano tuttavia stati sottratti?

L’argomento ci conduce al problema della possibilità di adozione per le coppie di omosessuali. Pure se chi scrive rimane contrario a tali adozioni, gli interessati potrebbero sempre obiettare che la situazione dell’adottato non è diversa da quella di un bambino che viva con la madre vedova e una zia, o col padre vedovo e uno zio. Il corretto imprinting sessuale potrebbero darglielo i coetanei e il resto della società.

La società è veramente una madre troppo preoccupata del nostro benessere. Ci tratta da minorenni scervellati, ci vuole tenere lontani dai pericoli e tende a dare la colpa degli eventuali incidenti non alla nostra incoscienza, ma all’insufficiente scrupolo di chi quei pericoli non li ha prevenuti. In sé l’intenzione è lodevole, ma il risultato è una collettività tendenzialmente irresponsabile. I cittadini finiscono col somigliare a quei bambini che, appesi alla mano della madre, camminano senza guardare dove vanno e dove mettono i piedi.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

7 aprile 2014

 

ultima modifica: 2014-04-08T09:33:22+02:00da gianni.pardo
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