HELSINKI CONTRO IL CORSIVO

 

 

In Finlandia hanno deciso di abolire il corsivo. Non il corsivo della stampa, cioè le normali lettere, ognuna separata dall’altra, ma inclinate a destra, ma la scrittura normale, quella a mano (che sia verticale o inclinata a destra), in cui le lettere minuscole sono attaccate l’una all’altra, e la zampetta finale della vocale “e”, se seguita dalla “r”, prosegue verso l’alto fino a formare il ricciolo di quella consonante.

Parlando di scuola, visti i risultati, noi italiani abbiamo il dovere di essere umili nei confronti di chiunque. In particolare, a proposito della Finlandia, noi che siamo quasi gli ultimi della classe, non possiamo dimenticare che stiamo parlando di quelli che, seduti al primo banco, alzano il braccio per dare la risposta che noi ignoriamo. Se dicono qualcosa, nel dubbio dovremmo dargli ragione. E tuttavia.

La motivazione del provvedimento, a quanto dicono i giornali, sarebbe il pragmatismo. Scrivendo tutto in stampatello, i ragazzini dovrebbero far prima. Ma si rimane più che perplessi. In materia di computer ne sappiamo certamente più dei romani, ma in materia di scrittura non c’è stata nessuna seria innovazione fino a Gutenberg. Le nostre minuscole sono un adattamento veloce delle maiuscole. Lo stesso fatto che le lettere sono unite da un tratto continuo è dovuto all’esigenza, di velocità, di non sollevare la penna dal foglio. Per la “E” maiuscola ciò avviene quattro volte. Lungo tutto il Medio Evo scrivere a mano è stato l’unico modo per realizzare dei libri e scrivere è stata quasi un’industria, con decine di frati  (nello scriptorium, se non andiamo errati), addetti a questo ingrato lavoro. Costoro avevano ben chiaro il problema della velocità. E infatti, pur scrivendo nel corsivo dell’epoca, avevano anche sviluppato abbreviazioni, tanto che oggi all’università si studia una materia, paleografia, senza la quale non si è in grado di leggere quei fogli venerandi. E tuttavia gli amanuensi non sono ricorsi all’espediente di scrivere tutto in maiuscole. La stessa scrittura gotica ha sia le maiuscole (arzigogolate e complesse come ideogrammi cinesi, se soltanto i cinesi avessero amato le curve quanto noi) sia le minuscole, più semplici e veloci. Se dunque tutta questa brava gente non ha adottato le maiuscole come scrittura rapida, che cosa mai è successo, in Finlandia, per cui sono riusciti a scrivere più velocemente con tutte le maiuscole, invece che col classico corsivo minuscolo?

È necessario fare un’ipotesi diversa. Probabilmente il pragmatismo di quel civile Paese non riguarda la velocità di scrittura, ma più semplicemente la difficoltà del corsivo. Abituati al computer, i ragazzi si trovano male con le lettere minuscole collegate in un ininterrotto ghirigoro. Dunque tendono a riprodurre sul foglio le stesse lettere, maiuscole, che vedono più spesso. E a che scopo imporgli l’ostacolo del corsivo, si saranno chiesti ad Helsinki, se i ragazzi scriveranno molto di più con la tastiera del computer (che salvo esplicita richiesta scrive in minuscolo, si noti) che con la obsoleta matita o con la penna a sfera? Dunque lasciamoli scrivere come vogliono, ché tanto la cosa non riguarderà che loro stessi. Ogni volta che si dovranno rivolgere agli altri, salvo i familiari, useranno il computer. Caso mai insegniamogli ad usare meglio questo strumento.

Pragmatismo sì, dunque: ma quello di aggirare una inutile difficoltà. Una volta il simbolo della scrittura era una penna d’oca, ora dobbiamo mettere al suo posto una bella tastiera di computer, inclusi i tasti funzione e inclusa la calcolatrice, dal momento che anche la tavola pitagorica è divenuta obsoleta. Chiedere quanto fa otto per sette è quasi una crudeltà.

Gianni Pardo, pardonuovo@myblog.it

9 dicembre 2014

HELSINKI CONTRO IL CORSIVOultima modifica: 2014-12-10T10:27:53+01:00da gianni.pardo
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