SCAMBIO DI CORTESIE FRA LE ALTE CARICHE

Matteo Renzi non le manda a dire. Se un giorno reputerà che Stefano Fassina sia inconcludente e per giunta nocivo, forse riassumerà questa definizione con la parola “stronzo”. Ma non me ne scandalizzerò. A quanto pare ormai il linguaggio da trivio, anche ai più alti livelli, è talmente di rigore, che il fatto che personalmente me ne sono sempre astenuto è prova della mia insignificanza.
Il Procuratore Generale di Torino, per esempio, dovendosi lamentare del fatto che il governo ha diminuito di qualche giorno il mese e mezzo di ferie di cui godevano i magistrati, non ha detto, come hanno fatto altri, che buona parte di quel tempo essi lo passano a scrivere le sentenze; cosa che, anche se fosse falsa, sarebbe almeno una bugia di buon livello. Ha detto che il governo vuol fare “crepare” di lavoro – non ammazzare, crepare di lavoro – i magistrati.
A parte la scelta dei verbi, nella sostanza ha probabilmente ragione. L’Italia ha all’incirca lo stesso numero di magistrati della Francia e tuttavia da noi i processi durano il doppio. Visto che i magistrati sono già allo stremo e rischiano, lavorando qualche giorno in più, di crepare, il taglio delle ferie potrebbe avere come risultato una moria di magistrati, e un conseguente ulteriore rallentamento dei processi. Il governo dunque sta danneggiando l’amministrazione della giustizia.
Ma questi elaborati concetti sono stati meglio espressi dal Primo Ministro, con una sintesi fulminante: “Trovo ridicolo – e lo dico, senza giri di parole – che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: “Il premier ci vuol far CREPARE di lavoro”. In più del necessario, in questo brano tacitiano, c’è soltanto l’inciso, “lo dico senza giri di parole”. L’avremmo capito lo stesso.
Riassunto: “Ci vuoi fare crepare”.”Siete ridicoli”. Poi non rimane che passare alle mani.
Ma Renzi sa anche volare alto: “L’Italia, che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore di giustizia”. Il concetto di “patria delle ferie” ci risulta difficile, ma lo prendiamo per buono. Pesante è invece la richiesta di un sistema di migliore giustizia. Traduzione: “Gente migliore di voi”. E infatti la lite di ballatoio continua con queste confidenze del nostro Capo del Governo: “A chi mi dice: ma sei matto a dire queste cose? Non hai paura delle vendette? Rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati”.
E qui siamo al capolavoro. Abbiamo la più alta carica non onorifica del Paese che ci conferma quanto sia corrente l’idea che i magistrati siano una banda di prevaricatori che approfittano degli straordinari poteri loro affidati in vista del compimento di un’altissima missione per colpire gli avversari. Tanto che chi si permette di esprimere giudizi su di loro o addirittura – addirittura! – li attacca, è matto. Non sono rischi da correre. È come toccare il sedere dell’amante di Al Capone.
Ma il nostro primo Ministro non è di pasta più molle di quella di Al Capone. Infatti risponde per le rime: lui, temere vendette? Certo che no. Da un lato proclama con sussiego che “in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati”, dall’altro qualcuno potrebbe pensare che ci stia strizzando l’occhio, per dirci che lui stesso è capace di battere questi avversari sul loro stesso terreno. Sembra di essere a Chicago negli Anni Trenta.
Domani andrò dal barbiere a farmi tagliare i capelli. Ho troppa voglia di sentire discorsi seri.
Gianni Pardo, pardonuovo@myblog.it
25 gennaio 2015.
ormai il linguaggio da trivio è talmente di rigore, anche ai più alti livelli, che il fatto che personalmente me ne sono sempre astenuto è prova della mia insignificanza.
Anche il Procuratore Generale di Torino, Marcello Maddalena, dovendosi lamentare del fatto che il governo ha diminuito di qualche giorno il mese e mezzo di ferie di cui godevano i magistrati, non ha detto, come hanno fatto altri, che in buona parte di quel tempo i magistrati scrivono le sentenze. Cosa che, anche fosse falsa, sarebbe almeno una bugia di buon livello. Ha detto che il governo vuol fare “crepare” di lavoro – non ammazzare, crepare di lavoro – i magistrati.
E del resto deve avere ragione, nella sostanza. L’Italia ha all’incirca lo stesso numero di magistrati della Francia e tuttavia i processi da noi durano il doppio. Visto che i magistrati sono già allo stremo e rischiano, lavorando qualche giorno in più, di crepare, il taglio di qualche giorno di ferie potrebbe avere come risultato una moria di magistrati, e un conseguente ulteriore rallentamento della giustizia. Il governo dunque sta danneggiando l’amministrazione della giustizia.
Ma tutti questi elaborati concetti sono stati espressi dal Primo Ministro con una sintesi fulminante: “Trovo ridicolo – e lo dico, senza giri di parole – che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: “Il premier ci vuol far CREPARE di lavoro”. In più del necessario c’è soltanto questa frase: “Lo dico senza giri di parole”. L’avremmo capito lo stesso.
“Ci vuoi fare crepare”.”Siete ridicoli”. Poi non rimane che passare alle mani.
Ma Renzi quando vuole vola alto: “L’Italia, che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore di giustizia”. Il concetto di “patria delle ferie” ci risulta difficile, ma lo prendiamo per buono. La lite di ballatoio continua con queste parole del nostro Capo del Governo: “A chi mi dice: ma sei matto a dire questa cose? Non hai paura delle vendette? Rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati”.
E qui siamo al capolavoro. Abbiamo la più alta carica del Paese – visto che il Presidente della Repubblica, a termini di Costituzione, non dovrebbe governare – il quale afferma che è idea corrente che i magistrati siano una banda di prevaricatori che approfittano dell’altissime missione di amministrare la giustizia per colpire gli avversari. Tanto che chi li giudica male, o addirittura – addirittuta! – li attacca, è matto. Non sono rischi da correre. È come toccare il sedere dell’amante di Al Capone, buonanima.
Ma il Nostro primo Ministro non è di pasta più molle di quella di Al Capone. Infatti risponde per le rime: Lui, temere vendette? Certo che no. Infatti dice con sussiego che “in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati”. Ma di fatto ci dice, dandoci di gomito, che lui stesso ha amici che lo avvertono di possibili vendette. Ma lui non le teme. Forse perché è capace di batterli sul loro stesso terreno?
Ma stiamo scherzando? Domani andrò dal barbiere a farmi tagliare i capelli, perché ormai ho troppa voglia di sentire discorsi seri.
Gianni Pardo, pardonuovo@myblog.it
25 gennaio 2015.

SCAMBIO DI CORTESIE FRA LE ALTE CARICHEultima modifica: 2015-01-25T17:27:50+01:00da gianni.pardo
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