EUROPA CAPTA

Più si spinge lontano lo sguardo, più i contorni delle cose sono indistinti. Lo stesso vale per il futuro: più ci si spinge nel lungo termine, meno si riesce a prevedere. E tuttavia a volte si possono scorgere alcune linee di tendenza.
L’Europa non è un continente fra gli altri. Per una fortunata combinazione, è il posto in cui l’intelligenza umana ha dato i massimi risultati pratici. Nelle (discutibili) classifiche internazionali riguardanti l’intelligenza, avviene spesso che arrivino primi gli asiatici. E tuttavia, anche ad ammettere che Giapponesi e Cinesi siano più intelligenti di noi, una cosa è certa: in passato essi hanno usato la loro intelligenza in direzioni diverse dalla nostra. Nel campo della matematica, della scienza, della tecnologia, dell’industria e via dicendo, non hanno creato niente di comparabile alla nostra produzione. Perfino lo “svecchiamento” imposto ai giapponesi dopo l’incursione del Commodoro Perry nella baia di Tokyo, ha fatto entrare il Giappone nell’era moderna, ma soltanto sfruttando le conoscenze occidentali.
Dal punto di vista pratico, ciò che l’Europa ha creato è del tutto ineguagliabile, e talmente superiore a ciò che ha creato il resto del mondo, che il resto del mondo si è semplicemente europeizzato. Oggi l’intero globo usa l’alfabeto latino, considera unica musica la nostra musica classica, unica scienza quella nata in Europa, unica medicina e, in buona misura, unico modus vivendi quelli europei. È vero, spesso molti guardano agli Stati Uniti, ma culturalmente gli Stati Uniti sono soltanto Europa.
In passato questa civiltà si è tradotta in superiorità economica e militare. Un impero come quello britannico non sarebbe potuto nascere se i “nativi”, come li chiamavano gli inglesi, avessero disposto di armi come quelle europee e avessero saputo usarle. Il motto dell’Austria asburgica, AEIOU, Austriae est imperare orbi universo, è stato a lungo più adatto all’intero continente: “Sta all’Europa comandare all’universo mondo”.
E tuttavia ci sono sviluppi che prima sembrano lontani, all’orizzonte, ma col tempo fatalmente si raggiungono. Sono decenni che si parla dell’esaurimento del petrolio e qualcuno potrebbe sorridere, facendoci notare che ce n’è ancora in abbondanza; ma ciò non impedisce che, dal momento che lo si consuma e non lo si crea più,  il petrolio si esaurirà. Nello stesso modo già decenni fa si sarebbe potuto prevedere che la differenza fra l’Europa e il resto del mondo si sarebbe attenuta. Nessuno ama soffrire e morire, ed era fatale che il mondo si riempisse di medici nutriti di scienza occidentale; a nessuno piace faticare, e la diffusione della macchina a vapore prima e del motore a scoppio dopo, era inevitabile; a nessuno piace il buio ed ecco l’elettricità. Anzi, la luce e tutto ciò che l’elettricità porta con sé.
Il mondo ha adottato la tecnologia dell’Europa e gliene ha tolto l’esclusiva. I giapponesi hanno cominciato a modernizzarsi nel 1854, e ci hanno raggiunti come tecnologia e come scienza. Ma ha fatto lo stesso la Cina – pure partita con oltre un secolo di ritardo – che in poco tempo è divenuta una concorrente agguerrita non soltanto dell’Europa, ma degli stessi Stati Uniti.
In passato, forte dell’eredità di tanti uomini di genio, l’Europa partiva in vantaggio in tutte le direzioni. Oggi dovrebbe lottare ad armi pari, ed ha perso la sua primazia. L’Italia, che pure ha inventato la scienza, oggi ne importa più che non ne esporti, e non regge alla concorrenza. Chi ha fame si batte con ben diverso ardore, rispetto a chi è sazio. Soprattutto a chi crede che la prosperità sia un diritto, non un risultato.
Il futuro dell’Europa non è incerto, è buio. Questo continente viziato e quasi evirato spera di strapazzarsi sempre meno e avere sempre di più. Spera di disporre di enormi ricchezze, e che i ladri si astengano dal sottrargliele. Anche in campo militare, è così convinto che la guerra sia una cosa da barbari, da non essere in grado di difendersi. La sua decadenza è a trecentosessanta gradi e non si salva nessun aspetto sociale. In una parola, ha fatto il suo tempo.
Qualcuno ha detto che anche le civiltà sono mortali, e se sono finite la civiltà greca, quella romana e il nostro Rinascimento, può anche finire la meravigliosa civiltà europea. Rimane da sperare che il nuovo padrone abbia rispetto per la vecchia signora decaduta, come i romani ebbero un grande rispetto per la piccola Grecia, tanto da dire che Graecia capta ferum victorem coepit, la Grecia conquistata conquistò il selvaggio vincitore.
Gianni Pardo, giannip.myblog.it
14 gennaio 2017

EUROPA CAPTAultima modifica: 2017-01-14T10:41:44+01:00da gianni.pardo
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