NIENTE NUOVO GOVERNO IN GERMANIA

Il punto di vista tecnico-istituzionale sul problema, secondo la Welt

Ora la merkel dipende dal giudizio di Steinmeier

L’appello di Frank-Walter Steinmeier è andato a vuoto. Il sondaggio per la Giamaica (l’alleanza fra democristiani, liberali e verdi, N.d.T.) è fallito. Improvvisamente il ruolo chiave ricade sul Presidente Federale. Egli non ha mai avuto questa possibilità e in una situazione che del resto non si era mai verificata.

Nella Welt am Sonntag, durante il fine settimana, Frank-Walter Steinmeier aveva richiamato coloro che effettuavano i sondaggi per la “Giamaica” di mostrarsi all’altezza della loro responsabilità e di escludere nuove elezioni. E tuttavia queste parole del Presidente Federale sono rimaste inascoltate e l’esortazione è andata a vuoto.
Il capo del partito liberale Christian Lindner, nella notte prima di lunedì, ha annunciato – sorprendendo tutti – l’abbandono dei colloqui da parte dei liberali. Ed ora ricade sul Capo dello Stato, proprio nel suo primo anno nella carica, un compito che mai si era presentato. Se il partito socialdemocratico rimane fermo sulla sua dichiarazione, di non essere disponibile per l’unione di un’ulteriore grande coalizione, si potrebbe arrivare a nuove elezioni oppure ad un governo di minoranza.
Steinmeier ha ora il ruolo decisivo riguardo a come andranno le cose. Ciò si ricava dall’art.63 della Costituzione. Quali sono le sue possibilità? Può sciogliere il Parlamento ma in realtà non è obbligato a farlo. Infatti la Merkel avrebbe la possibilità di continuare a governare con un governo di minoranza, almeno finché il partito socialdemocratico rimane fermo sul suo no ad una grande coalizione.
Prima che si arrivi ad un ulteriore ricorso alle urne, deve essere sciolto il nuovo Parlamento. La via per arrivarci è fondamentalmente la questione di fiducia. I precedenti cancellieri Willy Brandt (socialdemocratico), Helmut Kohl (democristiano) e Gerhard Schröder (socialdemocratico) sono arrivati così a nuove elezioni. Ma all’attutale detentrice della carica, la signora Merkel, questa via è preclusa. Infatti, sin dal momento della costituzione del nuovo Parlamento, lei è capo del governo soltanto per gli affari correnti. E in questo caso non esiste la possibilità di porre la questione di fiducia.
Per questo rimane soltanto la possibilità dello scioglimento del Parlamento dopo un’elezione del cancelliere. L’art.63 della costituzione prevede al riguardo il seguente scenario. Il Presidente Federale sottopone al Parlamento una proposta: si può porre in atto un’elezione del cancelliere anche durante il corso di negoziati di coalizione straordinariamente lunghi.
Se viene a mancare alla cancelliera la necessaria maggioranza di tutti i parlamentari, la votazione può essere ripetuta entro quattordici giorni. Se la Merkel non raggiunge la maggioranza dei parlamentari neanche nella seconda tornata, nella terza è sufficiente a suo sostegno la maggioranza relativa dei voti. Questo dovrebbe riuscirle senza problemi: infatti non c’è da aspettarsi che le venga contrapposto un altro candidato.
In questo caso Steinmeier ha due possibilità. Può nominare la Merkel cancelliera oppure sciogliere il Parlamento. Egli ha sette giorni, per questa decisione. Se si decide per lo scioglimento del Bundestag, bisognerà andare a nuove elezioni entro sessanta giorni. Ma data l’attuale situazione non c’è affatto da attendersi che nuove elezioni possano chiarire i rapporti politici nel Paese. Secondo gli attuali sondaggi, un nuovo ricorso alle elezioni non muterebbe in modo sostanziale i rapporti di forza in Parlamento. Sarebbe necessario prendere di nuovo in considerazione un accordo “Giamaica” oppure la grande coalizione.
Die Welt, 20 novembre 2017, Nun ist Merkel von Steinmeiers Urteil abhängig
(Traduzione dal tedesco di Gianni Pardo)
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NIENTE NUOVO GOVERNO IN GERMANIAultima modifica: 2017-11-20T18:38:00+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “NIENTE NUOVO GOVERNO IN GERMANIA

  1. Non vedo il problema di un governo di minoranza, il governo in fin dei conti rappresenta solo il potere esecutivo, quindi soggetto alla legge come chiunque altro, magistrature comprese. Ben diverso sarebbe il problema se a fare le leggi non solo fosse una minoranza, ma una maggioranza che non e’ rispettosa dei diritti delle minoranze. I nostri sistemi istituzionali, almeno dal punto di vista della filosofia della legge, dovrebbero funzionare cosi’, e sarebbe bene che lo tenessero sempre ben presente, se vogliono durare nel tempo. E noi, dovremmo ricordarglielo.

  2. Giusto. Salvo che per due obiezioni.
    Se c’è un governo in carica, anche di minoranza, che ha ricevuto la fiducia, da quel momento potrà minacciare le dimissioni, ponendo il voto di fiducia, e finisce che, come in Italia, governa più il governo con quella minaccia che lo stesso Parlamento, sottoposto a ricatto.
    Seconda obiezione. È vero che il governo esegue le leggi votate dal Parlamento, ma pper farlo il Parlamento deve disporre di una maggioranza più o meno coesa. E se c’è, perché fare un governo di minoranza? E se non c’è, come farà la leggi? Io credo che un governo di minoranza si un governo di maggioranza che non osa confessarsi tale. Ma se veramente non c’è una maggioranza, non si può che tornare a nuove elezioni.
    Salvo errori ed omissioni e con beneficio d’inventario.

  3. Obiezioni valide, e aggiungerei pure quella, che noi italiani conosciamo particolarmente bene, per cui una minoranza anche piccola ma che possa fare da ago della bilancia, puo’ disporre di una influenza spropositata rispetto al suo peso elettorale, e imporre la sua non sempre tanto legittima volonta’ alla maggioranza, e strappare cosi’ vantaggi non sempre commendevoli.
    Ma da cio’ dovremmo concludere che governo forte o governo debole (qui per governo intendo volgarmente il “legislativo”), con o senza contrappesi, di grande maggioranza o di colazione, ci troveremo dopo un po’ comunque chiusi nella camicia di forza di leggi sempre piu’ contraddittorie, lobbistiche o inutili, conclusione teorica purtroppo suffragata dai fatti: non solo in Italia, ma in tutto l’occidente (il resto del mondo non lo so) questa e’ la inesorabile tendenza.
    L’ottimismo non e’ il mio forte.

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