LAMENTO DI UN ATEO SULLA SITUAZIONE DELLA CHIESA

Due articoli dedicati ai cattolici

Sono stato un fervente cattolico all’incirca dai dodici ai quindici anni. Poi, studiando teologia (visto che avevo dei dubbi) ho perso la fede, e non ho più nemmeno creduto all’esistenza di Dio. Del resto, la sua esistenza mi sembrerebbe comunque ininfluente, dal momento che nel mondo non ho mai visto l’intervento di una intelligenza e di una bontà superiori. Particolari del tutto privi d’importanza per il lettore, se non fosse che stavolta mi servono come referenze: se dirò bene della Chiesa non sarà perché credente, se ne dirò male non sarà perché miscredente.
Il punto è che ho rispetto per le vecchie cose gloriose. Quando i selvaggi dello Stato Islamico distruggono antichi monumenti io li impiccherei, non tanto perché quelle opere siano sempre bellissime, quanto perché sono una testimonianza del passato, e mi sembra un crimine distruggere qualcosa che è riuscito a superare molti secoli per giungere fino a noi.
Qualcosa di genere sento per la Chiesa cattolica. La sua storia è lungi dall’essere esente da difetti e da colpe. Perfino da crimini riconosciuti tali dalla stessa Chiesa, se è vero che prima ha dichiarato eretica e bruciato sul rogo Giovanna d’Arco, e poi l’ha dichiarata santa. Ma essa merita il nostro rispetto per l’importanza che ha avuto nella storia e per la parte che ancora oggi ha nelle basi della nostra civiltà. Si può essere atei senza essere mangiapreti. Ci si può chiamare Voltaire e giudicare benefica l’azione della Chiesa come sorgente di una morale per i meno colti. Senza andare molto lontano, se è vero che l’azione della Chiesa ha impedito da noi il trionfo del comunismo, nell’ultimo dopoguerra, come non essere grati ai parroci di quei giorni?
Non mi iscriverei mai nel partito di coloro che vogliono strangolare la Chiesa economicamente, chiudere le sue scuole, lottare contro di essa come elemento inquinante del pensiero. Anche perché temo sempre che chi abbandona il Cattolicesimo possa poi sostituirlo con la superstizione, con l’astrologia o con Scientology. L’ateismo non è una dottrina consolante. Non dovrò dunque insistere per farmi credere se dico che mi duole il cuore vedere come oggi la Chiesa sia in serio pericolo. Di questo Papa ho parlato pochissimo perché ai miscredenti l’argomento non interessa, e i credenti, non essendo più seriamente tali, difenderebbero lui e attaccherebbero me.
Oggi leggo questo articolo del Corriere, e lo propongo agli amici, riservandomi di aggiungere il mio commento.
Corriere della Sera – Massimo Franco – 26/11/2017 pg. 1 
«Mi vogliono guida di un gruppo contro il Papa»
«C’è un fronte che vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa. Ma io non lo farò mai». Sono le parole del cardinale e teologo tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede. Le autorità della Chiesa – aggiunge – devono però ascoltare, altrimenti può aumentare il rischio di uno scisma. «C’è un fronte dei gruppi tradizionalisti, così come dei progressisti, che vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa. Ma io non lo farò mai. Ho servito con amore la Chiesa per 40 anni da prete, 16 anni da cattedratico della teologia dogmatica e 10 anni da vescovo diocesano. Credo nell’unità della Chiesa e non concedo a nessuno di strumentalizzare le mie esperienze negative degli ultimi mesi. Le autorità della Chiesa, però, devono ascoltare chi ha delle domande serie o dei reclami giusti; non ignorarlo o, peggio, umiliarlo. Altrimenti, senza volerlo, può aumentare il rischio di una lenta separazione che potrebbe sfociare in uno scisma di una parte del mondo cattolico, disorientato e deluso. La storia dello scisma protestante di Martin Lutero di cinquecento anni fa dovrebbe insegnarci soprattutto quali sbagli evitare». Il cardinale Gerhard Müller parla con voce piana e un marcato accento tedesco. Siamo nell’appartamento di Piazza della Città Leonina che in passato aveva occupato Joseph Ratzinger prima di diventare Benedetto XVI, in un palazzo abitato da alti prelati.
Müller, forse il più rispettato teologo cattolico, è l’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, sostituito a sorpresa nel luglio scorso da Jorge Mario Bergoglio. «Il Papa mi confidò: “Alcuni mi hanno detto anonimamente che lei è mio nemico” senza spiegare in qual punto», racconta affranto. «Dopo quarant’anni al servizio della Chiesa, mi sono sentito dire questo: un’assurdità preparata da chiacchieroni che invece di instillare inquietudine nel Papa farebbero meglio a visitare uno strizzacervelli. Un vescovo cattolico e cardinale di Santa Romana Chiesa è per natura con il Santo Padre. Ma credo che, come diceva il teologo del Cinquecento, Melchior Cano, i veri amici non sono coloro che adulano il Papa ma quelli che lo aiutano con la verità e la competenza teologica ed umana. In tutte le organizzazioni del mondo i delatori di questa specie servono solo se stessi».
Parole dure, risentite, di chi sente di avere subito un torto immeritato. Il cardinale esclude, come sostengono alcune voci allarmistiche, che qualcuno stia ordendo complotti contro Francesco, in polemica con alcune prese di posizione ritenute troppo progressiste: lo considera «un’assoluta esagerazione».
Ma ammette che la Chiesa è percorsa da tensioni profonde. «Le tensioni nascono dalla contrapposizione tra un fronte tradizionalista estremista su alcuni siti web, e un fronte progressista ugualmente esagerato, che oggi cerca di accreditarsi come superpapista», secondo Müller. Si tratta di minoranze, ma agguerrite.
Per questo il cardinale trasmette un messaggio di unità ma anche di preoccupazione. «Attenzione: se passa la percezione di un’ingiustizia da parte della Curia romana, quasi per forza di inerzia si potrebbe mettere in moto una dinamica scismatica, difficile poi da recuperare. Credo che i cardinali che hanno espresso dei dubbi sull’ Amoris Laetitia , o i 62 firmatari di una lettera di critiche anche eccessive al Papa vadano ascoltati, non liquidati come “farisei” o persone brontolone. L’unico modo per uscire da questa situazione è un dialogo chiaro e schietto. Invece ho l’impressione che nel “cerchio magico” del Papa ci sia chi si preoccupa soprattutto di fare la spia su presunti avversari, così impedendo una discussione aperta ed equilibrata. Classificare tutti i cattolici secondo le categorie di “amico” o “nemico” del Papa, è il danno più grave che causano alla Chiesa. Uno rimane perplesso se un giornalista ben noto, da ateo si vanta di essere amico del Papa; e in parallelo un vescovo cattolico e cardinale come me viene diffamato come oppositore del Santo Padre. Non credo che queste persone possano impartirmi lezioni di teologia sul primato del Romano Pontefice».
[E in seguito, passim:] Papa Francesco è molto popolare, e questo è un bene. Ma la gente non partecipa più ai Sacramenti. Dobbiamo stare attenti a non confondere la grande popolarità di Francesco, che pure è un enorme patrimonio per il mondo cattolico, con una vera ripresa della fede: anche se tutti sosteniamo il Papa nella sua missione». «Ho la sensazione che Francesco voglia ascoltare e integrare tutti. Ma gli argomenti delle decisioni devono essere discussi prima. Giovanni Paolo II era più filosofo che teologo, ma si faceva assistere e consigliare dal cardinale Ratzinger nella preparazione dei documenti del magistero.
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_novembre_26/io-resto-papa-francescoma-chi-reclama-va-ascoltato-5ab5db0a-d276-11e7-913f-5fffae015d00.shtml

Non conoscerò mai questo cardinale Müller, ma lo comprendo dolorosamente.
Innanzi tutto prendo buona nota che la mia convinzione che questo Papa sia tutt’altro che rispettoso della dottrina della Chiesa e della sua tradizione, non è soltanto mia. Infatti Müller accenna a numerose voci di dissenso, nel seno della Chiesa. E pesa parecchio che lui stesso sia stato rimosso dalla sua carica perché sospettato di essere un nemico del Papa. Quello stesso Papa che perdona tutti ma non chi potrebbe essere suo nemico dal punto di vista teologico, ché anzi, prima di Müller, ha licenziato tre suoi collaboratori.
Ho poi un motivo in più, per essere triste, riguardo alla Chiesa: vedo avverarsi un pericolo che da molti secoli è immanente alla sua organizzazione.
La Chiesa Cattolica è caratterizzata dall’essere una dittatura elettiva. Il problema della prevalenza del Papa sull’insieme dei vescovi è stato risolto da moltissimo tempo attribuendo tutto il potere al Papa, e la Chiesa si è premunita, contro il pericolo che il Papa ne abusasse, in due modi. Teologicamente, con la promessa dell’assistenza dello Spirito Santo, per quanto riguarda il magistero dottrinale. Concretamente, eleggendo Papa un cardinale anziano che difficilmente, dopo una vita da sacerdote e poi da cardinale, improvvisamente potrebbe dichiarare che Dio non esiste o che Gesù non è risorto.
Il sistema ha funzionato per molti secoli, anche perché perfino i Papi peggiori (come non pensare ad Alessandro VI?) le loro malefatte le hanno riservate alla vita personale, senza danneggiare la dottrina. Ma – secondo la legge di Murphy – tutto ciò che può andare storto una volta o l’altra andrà effettivamente storto. E forse, per la Chiesa Cattolica, è ciò che si sta verificando oggi.
Questo Papa probabilmente non intende distruggere la Chiesa e forse non è nemmeno eretico ma di fatto la sua attività e il suo magistero sono peggio che preoccupanti. E che cosa può fare, un cattolico, anche se è cardinale, anche se si chiama Müller ed è il guardiano ufficiale della dottrina della Fede? Assolutamente nulla, se vuole rimanere cattolico. La carica di Papa non è revocabile. La dottrina della fede non è ciò che è scritto nei libri, ma ciò che il Papa dice che sia. E se persino egli contraddice la dottrina tradizionale (che per fortuna i cattolici ignorano) prevale la sua volontà e il suo insegnamento. Se, per assurdo, Papa Francesco domani dicesse che Dio non esiste, il cardinale Müller non potrebbe contrapporgli il Credo del Concilio di Trento. Ecco perché non si dichiara suo nemico e ribadisce la sua fedeltà: perché non ha scelta.
La Chiesa ha avuto parecchie brutte idee, nella sua storia, e fra le peggiori, insieme con la condanna di Ario e la dottrina della Trinità, c’è quella dell’infallibilità papale. Oggi abbiamo un pontefice che, essendo fedele soltanto al messaggio fraterno e umile del Vangelo, distrugge la Chiesa, contraddice la sua storia e la sua dottrina, e il mondo cattolico non può farci nulla. Un giornalista sincretico come Scalfari lo apprezza ed è apprezzato, il principale incaricato di sorvegliare la dottrina della fede è rimosso dal suo incarico. E perfino un ateo come me è preoccupato.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
26 novembre 2017

LAMENTO DI UN ATEO SULLA SITUAZIONE DELLA CHIESAultima modifica: 2017-11-26T18:44:22+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LAMENTO DI UN ATEO SULLA SITUAZIONE DELLA CHIESA

  1. Perché gli amici sappiano che io ho fatto il possibile, ecco il testo della mia ultima protesta all’amministrazione del sito.
    Gianni Pardo
    27 nov, 07:40 CET

    La captcha impedisce l\’inserimento dei commenti, dichiarando che la captcha stessa è illeggibile. Non mi chiedete snapshots, ve ne ho inviati a decine, nei lunghi mesi in cui ho continuamente segnalato questo inconveniente. Sono assolutamente inutili. Il guasto è quello che vi ho detto, e non vale cambiare captcha, scriverla lentamente, badare a maiuscole e minuscole e pregare San Gennaro. Ve l\’ho detto, non funziona. Vi ho anche supplicato di eliminarla, dal momento che non riuscite a ripararla, ma non mi date retta. Magari mi richiedete di inviarvi un\’altra schermata con la foto del mio gatto.
    Oggi mi scrive un lettore:
    Egregio Dr Pardo, ricordo che molto tempo fa, quando frequentai il corso di Teologia, si diceva che \”le facoltà di Teologia sono le fabbriche degli Atei\”. Giancarlo Matta

    P.S. ma cosa aspetta a cambiare \”sito\”?! = impossibile scrivere direttamente i commenti !
    sfido che praticamente nessuno commenta !
    Per favore, se mi rispondete e vi occupate di questo caso – dopo tanti mesi che ve ne parlo – per favore, non mi prendete in giro. Fate anche l\’ipotesi che io non sia un perfetto imbecille, chissà che non ci comprendiamo meglio. E comunque, se non siete in grado di riparare questo guasto, abbiate l\’umiltà di confessarlo.
    G.P.

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