DELLA LOGGIA, UNA DIAGNOSI INSUFFICIENTE

Una persona che, per voltarsi quando uno lo chiama, esige che si gridino ben quattro parole – 1 Ernesto 2 Galli 3 Della 4 Loggia può anche risultare insopportabile. Ma ciò non implica che bisogna giudicare male ciò che scrive. E in effetti vale sempre la pena di leggere ciò che scrive questo intellettuale. A volte lo si applaudirà, a volte lo si criticherà, ma non si sarà mai sprecato il proprio tempo.
Il suo editoriale sul “Corriere”(1) di oggi dice una cosa ovvia e importante. In Italia tanti si astengono e il 30% dei voti va al M5s, che alcuni giudicano un partito eversivo. Il totale arriva al 58% di italiani gravemente scontenti del modo come è governato il Paese. A questo punto sarebbe normale che i grandi partiti tradizionali si chiedessero in che cosa non hanno corrisposto alle aspettative dei cittadini e che cosa potrebbero fare per cambiare questa situazione.
Della Loggia ha ragione quando nega la qualifica di “eversivo” affibbiata al partito di Beppe Grillo. Le parole, per quanto violente, non bastano. Bisognerebbe programmare seriamente la violenza e quel Movimento non l’ha mai fatto. Ma, detto questo, l’editorialista non scrive niente di serio. Ovvio che gli italiani siano molto scontenti. Ovvio che tutti vorrebbero vedere il centrosinistra o il centrodestra capaci di formulare e applicare un programma in grado di mettere rimedio ai nostri mali. Ma fin qui è aria fritta. È come se, parlando di un malato di cancro, dicessimo che sarebbe opportuno trovare una cura che debelli quella crudele malattia. Il problema non è identificare ciò che desideriamo, il problema è sapere come ottenerlo. E nel caso specifico non c’è modo di ottenerlo, perché gli italiani non permetterebbero mai che fossero applicati i rimedi necessari. Ecco ciò che avrebbe dovuto dire Galli Della Loggia.
L’iter logico è elementare. Ammettiamo che, in materia di produzione, di concorrenzialità e di occupazione, il principale freno economico dell’Italia sia il fisco. Ammettiamo poi che il massimo capitolo di spesa per l’Amministrazione dello Stato sia la sanità pubblica e chiediamo: gli italiani sarebbero disposti ad abolire il Servizio Sanitario Nazionale, nel senso che tutti dovrebbero pagarsi il medico o l’ospedale? A mio parere la risposta è no. E allora teniamoci il SSN con i costi che ha e con le conseguenze che ha sull’economia nazionale. È il vecchio discorso della botte piena e della moglie ubriaca.
Se il programma sembra eccessivo facciamo una seconda ipotesi. L’Amministrazione spende moltissimo per sanità e scuola. Ebbene, tagliamo i fondi per questi capitoli di spesa della metà, con le conseguenze del caso. Gli italiani sarebbero d’accordo? Certamente no. E allora, come nel gioco dell’oca, si torna alla casella di partenza.
Con le attuali istituzioni e con il costo che esse hanno, i governanti non hanno modo di migliorare la situazione. I partiti non possono né proporre tagli drastici né fare miracoli: ciò li costringe a raccontare balle, a promettere l’impossibile, e ovviamente a non mantenere le promesse. Ma un libero editorialista perché non dovrebbe dire la verità? E la verità è che dovremmo renderci conto che o ipotizziamo seriamente una rivoluzione sociale (che da principio farebbe male a molta gente), o ci teniamo il Paese com’è. Smettendo di chiedere l’impossibile.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
26 novembre 2017
P.S. Una nota sul SSN. Se si parlasse di abolirlo, molti griderebbero allo scandalo: “Questo corrisponderebbe a lasciar morire senza cure chi è troppo povero per pagarsele!” Insomma si parla del SSN come se fosse gratuito e non è affatto vero. Quando si dice che lo paga lo Stato, significa che lo paghiamo tutti noi, e più caro di quanto pagheremmo un’assicurazione sanitaria privata, soltanto sorvegliata dallo Stato, come avviene per la RCA riguardante i veicoli. E come lo Stato indennizza le vittime dei non assicurati, così potrebbe fornire le cure essenziali (ma soltanto quelle) a chi non è assicurato contro le malattie.
Non è una maldicenza. È stranoto che l’Amministrazione dello Stato tende ad essere inefficiente e costosa. Ma andate a convincere gli italiani che i servizi dello Stato, lungi dall’essere gratuiti, costano di più. Ancora oggi c’è gente che lotterebbe a morte contro le scuole private, dimenticando che ogni alunno che non va nella scuola pubblica costituisce un risparmio per i contribuenti. Le scuole private dovrebbero essere sorvegliate dall’Amministrazione Pubblica ma incoraggiate in tutti i modi, perfino fornendo ai genitori un buono scuola, perché lo Stato risparmierebbe. Esso in realtà dovrebbe curare soprattutto le scuole elementari. Il resto è interesse dei genitori. Infine basterebbe abolire il valore legale dei titoli di studio per moralizzare scuole e università. Ma quanti italiani sono disposti a tutto questo? Che qualcuno vada a dirlo a Galli Della Loggia.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
26 novembre 2017

(1)http://www.corriere.it/opinioni/17_novembre_26/italia-58-cento-che-non-possibile-ignorare-6c99a7d0-d21b-11e7-9fe1-300aec29f1e7.shtml

DELLA LOGGIA, UNA DIAGNOSI INSUFFICIENTEultima modifica: 2017-11-27T11:48:37+01:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “DELLA LOGGIA, UNA DIAGNOSI INSUFFICIENTE

  1. Sergio Pastore, se non avesse sbattuto contro la “benedetta” captcha, avrebbe pubblicato il seguente commento:
    Le spese per la sanità sono quasi ovunque fuori controllo. Proprio stamat-tina la NZZ titola:
    «Das Gesundheitswesen ist wie die Swissair vor dem Grounding»
    Viel brauche es nicht mehr, dann komme es wegen der Krankenkassen-prämien zu einem Volksaufstand, meint Daniel Scheidegger warnend. Der Präsident der Medizin-Akademie kritisiert die Vielzahl unnötiger Operationen.
    («La sanità pubblica è sull’orlo del fallimento come la Swissair.»
    Non ci mancherà più molto per assistere a una rivolta popolare a causa dei premi assicurativi malattia, mette in guardia Daniel Scheidegger. Il presidente dell’Accademia medica critica l’alto numero di operazioni inutili.)
    Basti pensare che la sanità pubblica costa 80 miliardi di franchi l’anno (ma il budget della Confederazione – amministrazione, istruzione, difesa e altro – è di circa 60 miliardi soltanto). In effetti la sanità è finanziata con gli altissimi premi assicurativi individuali, i contributi dei cantoni e della Confederazione. E per una normale famiglia di quattro persone i premi sono più alti delle tasse. Una situazione esplosiva persino in Svizzera.
    Come si è arrivati a tanto se PER LEGGE le terapie devono essere 1. ap-propriate 2. efficaci 3. ECONOMICHE? Perché è saltato il banco e di econo-micità non parla più nessuno. Tutti hanno ormai diritto alle cure più costose. La salute essendo un diritto non è ammessa una “medicina a due velocità” (cioè per i meno abbienti o poveri e i benestanti). Vietato discriminare. Abbiamo dunque in sanità il comunismo integrale.
    E tutti ne approfittano: medici, case farmaceutiche, assicuratori (in Svizze-ra), ma anche i pazienti che ormai assediano studi medici e pronti soccorsi. Tutti hanno diritto a tutto. Il comunismo. Che non funziona. Lo Stato deve as-sicurare certi servizi indispensabili a tutti, compresa la sanità. Ma ormai tutti pretendono la luna, anche operazioni di mezzo milione di euro (sono dovute, è un diritto umano). Quanti sanno quanto costa un trapianto di fegato? Chi se ne frega, ne ho bisogno e lo voglio. Io non lo vorrei intanto, sono contro i trapianti. Non si parla mai dei costi di tanti interventi sanitari, specialmente di operazioni e non sempre veramente necessarie (come dice il presidente dell’Accademia medica qui sopra). Un caso pietoso recente in Svizzera: una povera ragazza aveva assoluto bisogno di un trapianto dei polmoni, era ormai alla fine – e gli Svizzeri non si decidevano a donare organi (sono tra i più refrattari in merito). Era in trepida attesa che qualcuno finalmente morisse e si dimostrasse gene-roso. L’hanno salvata. Alla fine l’organo è saltato fuori. L’operazione è durata una decina d’ore col concorso di un’équipe medica di trenta persone. Non una sola parola sui costi. Qualcuno mi troverà cinico perché la vita umana non ha prezzo, ma è una sciocchezza. I mezzi sono e saranno sempre limitati e occor-re impiegarli al meglio.

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