IL M5S ATTRAVERSO LA FINESTRA DEL GIARDINO

Se è stato piantato un albero, fuori dalla nostra finestra, lo vedremo tutti i giorni e soltanto ad un certo momento diremo, stupiti: “Ma guarda quant’è cresciuto!” I fatti che si verificano molto lentamente rimangono a lungo impercettibili e qualcosa del genere è avvenuto col Movimento 5 Stelle.
Sembra ieri che chiunque parlasse in nome di quel partito ripeteva in tutte le sedi che esso era contro il sistema, contro le altre formazioni politiche, e del tutto inconciliabile con l’esistente. Perché l’intero esistente era da buttare. Le convergenze, le alleanze, le coalizioni erano inconcepibili. E infatti, quando nel 2013 il Pd guidato da Bersani non ebbe i numeri per formare un governo, i rappresentanti del Movimento rifiutarono ogni offerta, autoescludendosi da una legislatura che comunque andò avanti senza di loro. La posizione dei “grillini” appariva assurda, tanto che molti pensavano che non sarebbero andati da nessuna parte e infatti i pentastellati erano periodicamente costretti a spiegare che aspettavano di avere il 51% dei voti per andare al governo da soli e da soli applicare il loro programma rivoluzionario. Un’utopia.
Siamo andati avanti così per cinque anni e, malgrado la conferma delle previsioni, i capi non annunciavano cambiamenti epocali. Del resto anche i consensi degli elettori non sembravano calare. L’albero sembrava sempre lo stesso. E invece sotto sotto qualcosa è cambiato. Casaleggio senior è morto. Tra una marcia indietro e una marcia avanti, Beppe Grillo si è allontanato sempre più, fino a far pensare che un personaggio improbabile come Luigi Di Maio effettivamente parli in nome proprio e non come portavoce di un capo indiscutibile.
Siamo al punto che, nell’imminenza delle elezioni, ci dobbiamo chiedere se il Movimento sia quello che abbiamo sempre conosciuto. Non soltanto ha rinnegato tanti dei suoi vecchi mantra, ma, se pure con parole fumose e a volte arroganti, Di Maio ha cominciato a prospettare ripetutamente una partecipazione del Movimento al governo. Il cambio di rotta è stato mimetizzato dalla cortina fumogena di qualche antica giaculatoria ma, seppure attraverso formulazioni arroganti e presuntuose, Di Maio ha manifestato la disponibilità ad “accettare il sostegno degli altri partiti”, purché costoro sostengano il Movimento senza avanzare pretese né di programma né di posti di governo. Quanto ciò sia verosimile, ognuno lo vede da sé. Ma essenziale è la disponibilità e al riguardo è significativa una vecchia barzelletta.
Ad una festa di beneficenza un uomo corteggia una bella signora e ad un certo punto le dice: “Se le dessi cinquecento euro da offrire per i bambini affamati, verrebbe a letto con me?” La signora rifiuta con sdegno. Ma l’uomo propone mille e infine diecimila euro. A questo punto la signora è più che esitante, e l’uomo le dice: “E se invece dessi cento euro a lei personalmente, verrebbe a letto con me?” “Per chi mi ha presa?” si indigna la signora. “Chi è lei, signora mia, finalmente lo sappiamo. Ora è questione di prezzo”.
Per il Movimento, il dubbio era se entrare o no in una maggioranza di governo. Sciolto il nodo, non rimane che mercanteggiare sul programma e sui nomi dei ministri, come sempre è avvenuto. Insomma tutto è cambiato. I dirigenti del partito hanno finalmente capito che, rimanendo alla finestra per un’altra legislatura, non ne avranno una terza in cui fare lo stesso gioco. O sfruttano il capitale politico che ancora hanno in questa occasione, o tanto vale che chiudano bottega.
Ma i grandi cambiamenti richiedono anche grandi adattamenti e il Movimento, se fosse un partito serio, oggi dovrebbe porsi il problema delle alleanze. I “grillini” hanno sempre stramaledetto tutti e oggi anche i possibili alleati escludono qualsivoglia collaborazione coi partiti “estremisti”, “anti-europei” e “antisistema”, cioè con loro. Ma i pentastellati sono furbi e stanno trasformando in un vantaggio il fatto di non avere una linea politica. Si mostrano ambigui e si tengono le mani libere per potere, domani, allearsi con chi offre di più. Ecco perché oggi non si capisce se il Movimento sia nel sistema o contro il sistema, se sia di sinistra o di destra. La verità è che esso vuole raccogliere ancora una volta i voti degli arrabbiati antisistema, e al contrario potere poi mercanteggiare sia con la destra sia con la sinistra, e fare l’affare migliore.
Accidenti, se l’albero è cresciuto. È enorme. Somiglia alla Democrazia Cristiana. Anch’essa era ambigua, dal punto di vista ideologico: era il partito che raccoglieva i voti degli anticomunisti e li spendeva poi sottobanco per allearsi con i comunisti. Dal punto di vista pratico era una sorta di cinica massoneria interessata soltanto al potere e al profitto. Il M5s in questo le somiglia molto e chissà che non dovremo a un partito senza bandiera e senza coscienza, la formazione del prossimo governo.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
18 febbraio 2018

IL M5S ATTRAVERSO LA FINESTRA DEL GIARDINOultima modifica: 2018-02-18T10:08:59+01:00da gianni.pardo
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