RENZI CHIUDE

L’ideale sarebbe che il nostro nemico avesse sempre torto. Perché, se una volta ha ragione, ci crea problemi. Infatti, se non lo riconoscessimo, saremmo disonesti. E se gli dessimo ragione, i terzi ci chiederebbero: “Ma tu non eri quello che gli dava torto?” Come se ci fossimo impegnati ad andargli contro quand’anche lui dicesse che sei per sei fa trentasei.
L’unica soluzione, in questi casi, è essere pronti a sentirci criticare non soltanto quando lo meritiamo (capita a tutti) ma anche quando non lo meritiamo.
Matteo Renzi ha sbagliato tanto, nella sostanza e nella forma, ed ha fatto tanto male al Partito Democratico, da essersi reso odioso. Prima a chi ha la puzza sotto il naso, poi ai suoi colleghi di partito, infine a milioni di italiani, come si è visto il 4 dicembre del 2016, il giorno che ha messo definitivamente punto alla sua parabola ascendente. Molti hanno votato no perché trovavano quella riforma pericolosa e autoritaria. Io infatti la riassumevo nella formula: “Un uomo solo, al comando di un solo partito, al comando dell’intero Parlamento”. Quell’uomo solo era Renzi, ma sarei stato contro chiunque altro. E tuttavia ci si deve chiedere quanta gente, allora, invece di guardare alla sostanza della perniciosa riforma, nel voto abbia soltanto visto l’occasione per mandare a casa un bullo insopportabile.
Ma quest’uomo che – come Mida – avrebbe voluto conquistare un impero ed ha invece distrutto il suo regno, ha avuto torto nel chiudere la porta al M5S? A mio parere no. Basta allineare alcuni dati. Il M5S ha avuto quasi il doppio dei voti del Pd. Un’eventuale loro alleanza non può certo essere conclusa per realizzare il programma del partito più piccolo. Il socio di minoranza può ottenere qualche temperamento e qualche concessione, ma non bisogna sperare l’impossibile. Il partito leader rimane il più forte e, fondamentalmente, il programma di quella maggioranza rimane il suo. Considerando il programma del M5S che cosa si deve prevedere? O che il programma non sia realizzato, e gli elettori saranno molto delusi; oppure che il programma sia realizzato, e il Paese va a catafascio. Perché quel programma è demenziale. Ciò posto, a che scopo associarsi al disastro, soprattutto tenendo presente che l’alleanza può sempre servire per sostenere che il disastro è colpa dell’alleato minore, e non propria?
Associarsi al M5S non serve a salvare il Paese, perché quel Movimento non lo salverà, e non serve a rilanciare il Pd, perché esso rischia di essere coinvolto nella sconfitta. Dunque l’inopportunità dell’alleanza è nei fatti. E abbiamo la controprova. Immaginiamo che il 37% l’avesse avuto Forza Italia. Sarebbe stato inconcepibile che il Pd si alleasse con Berlusconi, su un programma comune? Certo che no. Sia il Pd, sia Fi sono oggi accreditati della qualifica di “moderati” e centristi. Ambedue tengono conto degli impegni finanziari italiani derivanti dal debito pubblico; ambedue intendono tenere fede agli accordi europei; ambedue sanno che la legge Fornero non può essere toccata, senza che ne conseguano gravi problemi per l’Inps, cioè per l’Italia. Dunque non si tratta del fatto che il Pd ha rovinosamente perso le elezioni, si tratta del fatto che Pd e M5S sono incompatibili. Una loro alleanza, se dà al Movimento la soddisfazione di andare al governo, dà anche al partito di Renzi l’occasione di sparire dalla storia. Dunque si comprende il suo risoluto: “No, grazie”. Meglio morire di morte naturale, se proprio è inevitabile.
Rimane da spiegare il perché dell’apertura di personaggi come Martina, Chiamparino, Fassino, e tanti altri che non sono il peggio del peggio. Che anzi, umanamente, sono indubbiamente preferibili a Renzi. Ma io non ne sono capace. Che veramente credano sia tanto importante dare un governo all’Italia, quand’anche fosse un pessimo governo? Che veramente credano che questa mossa salverebbe il Pd? Che veramente abbiano quella “fame di poltrone” di cui parlano i loro detrattori, anche se è un’ipotesi che non vorrei fare? Poco importa. Mentre capisco il comportamento di Renzi, non capisco il loro.
Ovviamente non condivido molte delle cose che l’ex Segretario ha detto in televisione. Addirittura preferisco che segretario resti Maurizio Martina e non torni Renzi. Ma mi sembra innegabile che l’uomo sbagliato, quello che ha fatto tanto male al Pd, è quello che sta salvando il Pd. E forse l’Italia.
Il M5S ha formulato un programma rovinoso ed ha spaventato parecchia gente. Se avesse potuto applicarlo senza alleati, come esso sperava e si proponeva, ne sarei stato contento, perché gli italiani avrebbero esattamente pesato il Movimento e pagato il fio della loro spensieratezza. Di fatto, l’arroganza e l’impegno della solitudine – dopo tanti proclami di vittoria – hanno impedito al Movimento di andare al governo, e forse il peggio ci è stato risparmiato. Anche se l’amaro calice potrebbe esserci ripresentato dopo le prossime elezioni.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
30 aprile 2018

RENZI CHIUDEultima modifica: 2018-04-30T10:22:37+02:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “RENZI CHIUDE

  1. Tuttavia la possibilita’ di avere, da sconfitti, le palle dei vincitori in mano poteva essere un modo di giocare una partita, un po’ alla Craxi. Del resto i 5S sono ingenui e facilmente infinocchiabili ed il PD avrebbe di fatto governato avendone tutti i vantaggi e dando la colpa degli insuccessi ai 5S, fino a che il PD avesse deciso di scattare la spina al governo. In politica queste cose si sono viste. Ogni strategia ha i suoi pro e contro.

  2. “Il nostro uomo ha tutti contro e sa che non potrà durare alla testa del partito. Ma sa anche che nell’immediato i suoi oppositori non hanno gli strumenti per mandarlo a casa, e dunque approfitta di questi mesi, non tanto per rimanere attaccato alla poltrona, ma per esercitare la sua vendetta. Infatti ha detto chiaro e tondo che il Pd dovrà rimanere all’opposizione; non dovrà allearsi con nessuno, in nessun caso; nemmeno per formare un qualunque governo nell’interesse del Paese. Lo scopo è evidente: “I colleghi di partito e gli italiani mi hanno punito? Prima di andar via, io punirò tutti loro, rendendo il Paese ingovernabile”.
    Ecco i punti in comune col Führer. Alla fine della sua vita, mentre i russi erano già alla periferia di Berlino, Hitler pensava di non aver nulla da rimproverarsi. Piuttosto ce l’aveva a morte col popolo tedesco, reo, per viltà, di non aver vinto la guerra. Ormai odiava talmente questa Germania da volerla morta insieme con lui. La nazione era imperdonabilmente colpevole di averlo deluso. E Renzi non fa molto di diverso. Non è più amato dagli italiani. Non è amato nemmeno dal suo Pd. E allora, avendo ancora diritto alla poltrona di Segretario, la usa per punire l’intera Italia.
    Più di una volta ho avuto dubbi sul suo equilibrio mentale, e col passare del tempo ne ho sempre meno. ”
    https://giannip.myblog.it/2018/03/08/5767545/ ( Renzi never learns )

    Ieri da Fazio Renzi ha ribadito le stesse cose che aveva detto il 5 marzo : il PD ha perso le elezioni e deve stare all’opposizione. No caminetti ecc…
    Le dimissioni “posdatate”, su cui ci sarebbe da discutere, non c’entrano nulla col merito della questione. Perché se Renzi ha perso le elezioni, Martina non le ha vinte. E non le hanno vinte neppure Orlando e Franceschini ( nei loro collegi sono andati molto peggio della media nazionale ) che volevano consegnare il partito al pupazzo di Grillo senza nemmeno fare un congresso.

  3. Per Roberto. Penso il contrario. Governare non è più un vantaggio. E’ dal 1994 che i partiti al governo non vengono premiati alle elezioni successive. E nel caso si fosse formato un governo 5S PD può star certo che se avesse fatto qualcosa di buono, cioè popolare, il merito se lo sarebbero preso i 5S, mentre tutto quello che non avrebbero potuto fare, tra cui il reddito di cittadinanza, la colpa sarebbe stata del PD. Il PD ai 5S serviva come alibi !

  4. Se per caso Lei ha citato quel pezzo di un mio articolo per dimostrare che mi contraddico le faccio notare che in quell’articolo si leggono queste parole: “Infatti ha detto chiaro e tondo che il Pd dovrà rimanere all’opposizione; non dovrà allearsi con nessuno, in nessun caso; nemmeno per formare un qua-lunque governo nell’interesse del Paese”. Con nessuno, in nessun caso, nemmeno per formare un qualunque governo nell’interesse del Paese. Ecco ciò che criticavo. Ma non ho escluso che per il Pd potesse essere utile allearsi col centrodestra o formare col centrodestra un governo del Presidente, nell’interesse del Paese. Sono sempre stato d’accordo con lui sulla nocività di un accordo col M5S. Per ragioni politiche, e non pregiudiziali.

  5. “Infatti ha detto chiaro e tondo che il Pd dovrà rimanere all’opposizione; non dovrà allearsi con nessuno, in nessun caso; nemmeno per formare un qua-lunque governo nell’interesse del Paese ”

    Mi rendo conto che non è più di moda e che perfino nei titoli dei giornali compaiono virgolettati che sono una sintesi maliziosa di quanto dichiarato, ma per me il virgolettato è sacro, non può essere sintetizzato e interpretato. Non è affatto vero quanto da Lei riportato. Renzi in conferenza stampa ha detto ” no a un governo con gli estremisti ” e per Renzi estremisti sono sia i 5S che Salvini .
    Non si è pronunciato su altre formule di governo, che comunque non spettava a lui avanzare in quella circostanza , tanto meno su un ipotetico governo ” nell’interesse del Paese “. Nella confereza stampa di cui allego il link, non c’è quanto da lei riportato, né testualmente, né come plausibile interpretazione.

    https://www.youtube.com/watch?v=CUN_fZ1_U2s

  6. Mah, io faccio credito a Martina che questa “disponibilità al dialogo” (in sostanza sembrava più un “vedere le carte” che un credere davvero nella possibilità di un accordo) non fosse dettata da “ansia di poltrone” (figuriamoci, con i 5S, dopo quello che era successo con le nomine parlamentari precedenti! al massimo, uno strapuntino pieghevole…) quanto dall’idea, in “spirito di servizio al Paese”, di mitigare fin dove possibile la vacuità, fumosità, volatilità non solo del “programma” grillino (entità mutevole…) ma dello “spirito grillino”, in una prospettiva di affidabilità internazionale. Credo (mi auguro) che Martina fosse ben cosciente che spingendosi eventualmente fino a controfirmare un “contratto” fatto solo di affermazioni generiche e “buone per tutto”, la rumorosa ed umorosa (e spesso umoristica) componente irrealista, distruttiva, antisistema, antiscienza, antieuro ecc. – ma soprattutto “eterodiretta” da Casaleggio e Grillo – sarebbe rimasta ingovernabile, ficcando il PD in “trappolone” in cui sarebbe rimasto triturato. Certo la mossa di Renzi è stata “irrispettosa” e prevaricatrice, ma a questo la “sinistra” è abituata; tuttavia, ha affrettato e messo ben in chiaro, a mio avviso, la inevitabile conclusione.
    Fra l’altro, proporre come “contratto alla tedesca” i “10 punti” delle ultime 13 smilze paginette del “gruppo di studio” dei 5S è francamente ridicolo: il vero “Koalitionsvertrag zwischen CDU, CSU und SPD – 19. Legislaturperiode”, in https://www.cdu.de/system/tdf/media/dokumente/koalitionsvertrag_2018.pdf, consta di ben 175 pagine, in cui tutto è previsto, dettagliato e regolato, come rilevato in http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-04-09/tra-maio-e-lega-nodi-contratto-tedesca–213039.shtml. Mettere a confronto le due cose (strano, nessun giornalista l’ha fatto…) fa emergere la velleità e l’ “inganno” della proposta M5S.

  7. Per Roberto .Quando Renzi era segretario la minoranza poteva far di tutto, perfino votare contro in Parlamento su aspetti decisivi del suo programma. Ora che non è più segretario, e la linea è in discussione, alcuni aspiranti segretari pretenderebbero che non apra bocca.

    Dopo le dimissioni di Renzi la «reggenza» del Pd è passata a Martina, che in nella direzione dell’8 marzo annuncia una gestione collegiale (in forme da definire) della travagliata fase di transizione. In quella direzione il mite Martina dichiara solenne che spetta a chi ha vinto la responsabilità del governo, ponendo, senza se e senza ma, il Pd all’opposizione. «Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo prendetevi le vostre responsabilità». Aggiunge che Il PD «continuerà a servire i cittadini dall’opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare». «La nostra sconfitta è stata netta – ha detto Martina – Intendiamo rispettare profondamente il voto di tutti gli italiani e saremo COERENTI con gli esiti del 4 marzo. Ora tocca a chi ha ricevuto maggior consenso l’onore e l’onere del governo del paese. Noi continueremo a servire i cittadini, dall’OPPOSIZIONE, dal ruolo di MINORANZA PARLAMENTARE». Sono le parole che si leggono nella relazione di Martina che la direzione ha approvato quasi all’unanimità, con sole sette astensioni. Successivamente, sobillato dai soliti noti, Martina ha cambiato la posizione approvata dalla direzione del PD e ha ritenuto “fatto nuovo” la chiusura del forno col centro destra da parte di Di Maio. Una condizione che non compare nel documento approvato dalla direzione del partito. C’è stata sì prevaricazione, ma da parte del mite e furbo Martina. Da Fazio Renzi ha rilanciato la proposta avanzata da Franceschini in questa intervista al Corriere della Sera del 13 marzo :
    Franceschini «Tutti insieme per le riforme, legge elettorale e una sola Camera»
    http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/franceschini-tutti-insieme-le-riforme-legge-elettorale-sola-camera-a73f34e6-26fc-11e8-a3a0-e47b0114fbef.shtml

    L’ intervista non ha sucitato scandalo perché a rilasciarla è stato da Franceschini detto Tarzan. Fa scandalo se le stesse cose le dice Renzi .

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