FIGLIO DI PUTTANA

Fra i ragazzini, nella Sicilia del tempo che fu, l’insulto più frequente era “figghibbuttana”, figlio di puttana. L’insulto, ho poi visto, è internazionale: fils de putain, Hurenkind, hijo de puta, e soprattutto son of a bitch. Insomma quell’espressione deve avere una sua perversa attrattiva.
Come è ovvio, l’offesa non riguarda tanto la persona quanto la sua (incolpevole) origine. E tuttavia si riferisce anche al destinatario. L’essere venuto al mondo in quelle condizioni fa pensare ad un ragazzino cresciuto in un quartiere degradato, senza padre, più per strada che in casa, certo più dedito a rubare che a studiare. E tuttavia questo ritratto picaresco, nella Sicilia poverissima di un tempo, aveva qualcosa di positivo. Quell’infame destino – si pensava – aveva obbligato il malcapitato a destreggiarsi nelle condizioni peggiori, al punto che “figlio di puttana” finiva col corrispondere a furbo, abile, capace di cavarsela. Non raramente, qualcuno che voleva sottolineare con quanta abilità si fosse tirato fuori da un tranello, a un certo punto diceva: “Ma io, che sono figlio di puttana…”
In questi giorni, se mi è permesso usare la definizione in questo senso positivo, mi è capitato di fare l’ipotesi che Matteo Salvini sia un gran figlio di puttana. Premetto che trovo quell’uomo sgradevole, innanzi tutto fisicamente. Poi trovo inaccettabile il suo programma politico, non meno assurdo e disastroso di quello dei “grillini”. Basti dire che è del tutto impraticabile l’idea di impacchettare seicentomila clandestini e rimandarli a casa loro, mentre di quella casa ci manca l’indirizzo e del resto, arrivando a destinazione, i malcapitati potrebbero trovare il portone chiuso. Infine ho trovato incomprensibile la sua insistenza sull’idea di contrarre un’alleanza con un M5S in pieno delirio di onnipotenza, oltre che afflitto da un programma cangiante e perfino più disastroso del suo. Insomma la Lega nella versione Salvini è un partito antisistema, inaffidabile e nocivo. Per questo speravo caldamente che lasciasse Berlusconi e andasse a rompersi il collo con Di Maio. Fino a mostrare agli italiani di che cosa quei due erano capaci.
Sappiamo com’è andata. Ma se fosse vera l’ipotesi del figlio di puttana, ne risulterebbe che Salvini ha coscientemente menato per il naso tutti. Il gaglioffo avrebbe sempre saputo della preclusione sul nome di Berlusconi e non avrebbe mai avuto l’intenzione di mollarlo. Saltellando come un banderillero, avrebbe usato le trattative per sfiancare il M5S, facendolo apparire come un partito perfino peggiore degli altri, perché incapace di andare al potere. Missione compiuta.
Tuttavia – mi direbbe uno scienziato – un’ipotesi vale secondo la quantità di quesiti cui dà risposta. Ed allora la domanda è: che senso ha, nell’imminenza delle consultazioni di domani col Presidente della Repubblica, che egli insista ancora sull’incarico ad un esponente del centrodestra per formare un governo temporaneo sostenuto da una sorta d’alleanza col M5S?
Se Salvini fosse quel figlio di puttana che si diceva, lo schema potrebbe essere il seguente. Attualmente fa sapere urbi et orbi che, malgrado tutto ciò che è avvenuto (“scurdammocce o passato”) il centrodestra è disposto ad un’alleanza col M5S per sostenere il governo del Presidente. Se il Movimento dirà di sì, Salvini sarà il salvatore della Patria. Se invece – ovviamente – dirà di no, ecco trovato il tema della prossima campagna elettorale. Basterà dire: “Noi eravamo pronti a fare gli interessi del Paese e il Movimento, che già non ha saputo andare al governo in marzo, si è di nuovo messo di traverso. Ciò dimostra che è un partito antisistema e, se gli si dà il voto, lo si spreca. Anzi si danneggia l’Italia”. In altre parole Salvini gli lascerebbe il cerino acceso fra le dita, fino a carbonizzargli i polpastrelli.
Non è detto che sia un progetto balordo o inverosimile. E tuttavia, dopo tutto questo, Salvini continua a non piacermi. Come non mi piace Di Maio. Ma quest’ultimo non lo definirei figlio di puttana.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

6 maggio 2018

FIGLIO DI PUTTANAultima modifica: 2018-05-06T07:02:42+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “FIGLIO DI PUTTANA

  1. Propongo questa mia analisi, ormai datata perché la Lega ha abbandonato il suo progetto di smantellare l’Italia, ma un’analisi che è ancora valida perché mostra dietro il riuscito trasformismo di Salvini il calcolo e l’opportunismo. Dopotutto Salvini è stato anche comunista…

    Lega, unità d’Italia, amor patrio
    In Europa, tutti i movimenti “antieuropeisti” e “antimmigrazione” (“populisti”) tendono alla salvaguardia dei valori identitari e degli interessi della propria Nazione, di cui vogliono ben delimitare e proteggere i confini. Sono in definitiva “nazionalisti”. Eccetto la Lega, che è, si’, “antieuropeista” e “antimmigrazione”, ma in primo luogo è “antitaliana”. I leghisti perseguendo la secessione sono nemici dell’unità d’Italia, e, diciamolo, si dimostrano spesso “razzisti antitaliani” non esitando a ricorrere all’insulto da bettola contro la nostra gente del Sud. Quindi essi incarnano, in maniera non si potrebbe piu’ evidente, l’antitesi stessa di quel patriottismo e nazionalismo che sono invece le deprecate fondamenta di tutti gli altri partiti “antieuropeisti” e “antimmigrazione” dell’area europea.
    Il parlare per parlare, il minacciare, l’insultare come fanno i leghisti serve solo a farci tacciare come razzisti, mentre il vero razzismo in Italia è quello basato sugli odi civili, sull’ideologia, ossia, innanzitutto, è un razzismo antitaliano.
    “Salvini, nuovo Garibaldi.” La Lega, come avviene in uno spettacolo di saltimbanchi e di acrobati alla Houdini, o in un gioco di bussolotti, ci ha fatto assistere a qualcosa di inaspettato. Dai giornali di qualche tempo fa: “La nuova Lega dimentica la secessione e punta all’unità nazionale.” “Matteo Salvini conquista la piazza che fu di Giorgio Almirante.”
    Il Salvini che fino a poco prima lottava per lo smantellamento d’Italia e per l’indipendenza della “Padania”, si è fatto campione di unità nazionale intendendo divenire il rappresentante della Destra, in un Paese, il nostro, verso il quale Matteo non ha mai dimostrato di avere sentimenti né di amore né di rispetto.
    Il senso del destino nazionale, la fedeltà al passato, l’amor patrio non s’improvvisano se non per calcolo opportunistico e fingendo. Ma in Italia, dove vige l’analfabetismo nel campo dell’amor patrio, Salvini ha avuto finora buon gioco. In Italia, dopotutto, basta “portare avanti” abilmente “il discorso”.
    In Italia, nessuno sembra rilevare questa differenza che a me appare gigantesca: tra i partiti “populisti” europei, tutti dal primo all’ultimo “nazionalisti” e ardenti difensori dei confini nazionali da difendere contro un’alluvione, vera o presunta, di stranieri la Lega è l’unico partito populista, anti-straniero, ma contemporaneamente antitaliano.
    Ma perché mai nessuno in Italia mette in evidenza questa strana differenza che isola e rende unica la Lega tra i partiti o movimenti europei “populisti”? Se agli italiani in genere, e in particolare agli antifascisti di professione – a fascismo morto e sepolto – sfugge questa differenza, che a me appare invece fondamentale, cio’ è dovuto al loro daltonismo: “l’amor patrio” è un colore ch’essi non vedono.

  2. Punto di vista interessante. Personalmente aspetto di vedere il seguito.
    Le ricordo che Salvini ha tolto “Nord” dal simbolo della Lega.Penso che se ha successo anche al Sud, metterà da parte la sua antipatia per il Sud. Contra, contra. Ma ce lo dirà il tempo.

  3. @lucianocapone 31 minuti fa
    A Roma un autobus dell’Atac si è autoincendiato mettendo a rischio la vita dei passeggeri in via del Tritone, proprio lungo lo stesso tragitto percorso pochi giorni fa da @Roberto_Fico a bordo di un bus Atac. Per fortuna ora il Presidente di @Montecitorio si sposta in auto blu.

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