LA STRAMALEDETTA MANIA

Un partito che è già stato al governo, e che spera di tornarci, starà attento al limite delle proprie promesse.Soprattutto le formulerà in modo da potersele rimangiare. Il Movimento 5 Stelle invece, forse perché non sperava di avere il successo elettorale che ha avuto, fino ad essere la maggiore forza di governo, si è impegnato in modo da precludersi qualunque marcia indietro. È andato fino a precisare la somma che sarebbe stata data a qualunque cittadino italiano (questo è il vero “reddito di cittadinanza”). Quei famosi settecentoottanta euro di cui si parla ancora oggi.
Sappiamo com’è andata. Al governo questi ci sono andati sul serio e per qualche tempo sono stati tranquilli. Erano fiduciosi – secondo quanto essi stessi avevano proclamato in campagna elettorale – che si potesse spendere qualunque somma: bastava essere disposti ad aumentare il debito pubblico, a sfidare i mercati e le autorità di Bruxelles. Una questione di coraggio, insomma. E con ciò dimostravano la loro ignoranza. Poi la realtà si è fatta viva con un argomento inoppugnabile, quell’aumento drammatico dello spread che significava due cose: aumento del servizio del debito (gli interessi da pagare su di esso, e sono miliardi) e il rischio che i mercati non assorbissero i titoli di Stato che siamo continuamente costretti a proporre, anche per pagare i titoli in scadenza. Un segnale tremendo in Borsa lo dettero gli italiani quando non assorbirono i “Titoli Italiani”, o come si chiamavano, che il governo aveva concepito proprio per loro. A quel punto – col coltello alla gola – la maggioranza ha dovuto fare marcia indietro e piegarsi all’Europa. Così lo spread è calato, anche se rimane ancora il doppio di ciò che era prima, e si è partiti per un altro giro.
Ma come raccontarla agli elettori? Verbalmente, il partito ha scelto di annunciare che nulla cambiava. I fondi c’erano. Si erano sbagliati i conti prima, quando si pensava che fosse necessario il doppio del denaro. Come diceva quel tale: “Se puoi credere questo, puoi credere qualunque cosa”. Sostanzialmente – come era ovvio – il governo ha ristretto drammaticamente la platea dei beneficiari ed ha tentato di sottoporre la concessione del sussidio ad una lunghissima serie di condizioni.
E qui i Cinque Stelle hanno commesso un errore fatale. Hanno creduto di risolvere i problemi come i topi risolvevano il problema degli agguati del gatto: hanno pianificato un’ottima soluzione, purtroppo inapplicabile. In primo luogo la complessità degli adempimenti farà ritardare il sussidio per mesi ed anni, esasperando la gente. Poi sarà negato a molti che si erano illusi. Dopo che avranno presentato domanda, e certificato questo e quello, ma non quell’altro ancora, si sentiranno dire: “Mi dispiace, in queste condizioni lei non ha diritto al sussidio. O forse, se ce la facciamo, avrà 121€56”. E questo, mentre altri, più furbi, organizzandosi opportunamente, riceveranno magari 1.300€.
E poi certi discorsi lasciano di stucco. La prima proposta di lavoro, la seconda proposta di lavoro, la terza proposta di lavoro: ma questi dove vivono? Dove lo troveranno tutto questo lavoro? E se esso esistesse, la gente sarebbe disoccupata?
E parliamo dei controlli. Ancora una volta, ma questi hanno mai vissuto in Italia? I controlli funzionano male per gli onesti (tuttavia esasperandoli) e quasi per nulla per i disonesti. I quali, quando si tratta di truffare lo Stato, sono di gran lunga la maggioranza. Senza parlare della spesa e del tempo che comporterà assumere, pagare e formare migliaia di nuovi impiegati. A tempo determinato, ovviamente. E alla scadenza, come farà il governo, se sarà ancora in carica, a resistere alla pressione di migliaia di giovani che da un giorno all’altro si troveranno disoccupati e senza neppure il reddito di cittadinanza? Gli scontenti saranno molto più numerosi dei contenti.
Né vale il parallelo col demenziale regalo degli ottanta euro di Renzi. Perché quello costò (e costa) un’iradiddio, ma è stato facilissimo da erogare, mentre questo fasullo “reddito di cittadinanza” è un inghippo inestricabile. Una miniera di scandali su cui i giornali guazzeranno, magari denunciando l’occasionale crudeltà di uno Stato che, per un piccolo errore, infligge sei anni di galera a un padre di famiglia disperato.
Ai “grillini” sarebbe convenuto dire che non potevano mantenere la promessa, dando la colpa all’Europa e – come al solito – al destino cinico e baro. Meglio arrendersi dinanzi all’inevitabile, che cercare di fare i furbi. Ma già, questa è una stramaledetta mania italiana.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

LA STRAMALEDETTA MANIAultima modifica: 2019-01-23T10:10:56+01:00da gianni.pardo
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