“VAFFANCULO” NON È UN PROGRAMMA

In questi giorni abbiamo sentito un esponente dei Cinque Stelle dire: “Governeremo per i prossimi dieci anni” e francamente chissà a quanti è venuto da ridere. Ma la domanda seria è: quanto durerà il Movimento?
Forse, in materia di istituzioni durevoli, una prima risposta la dà il Cristianesimo. Contrariamente alla religione pagana (vaga, su questo argomento), esso prometteva la vita eterna, dichiarando la morte cosa pressoché apparente e seguita da un’eterna beatitudine. Inoltre, a questo fondamentale messaggio di speranza affiancò quello dell’uguaglianza di tutti gli essere umani: uomini, donne e persino schiavi. Ma è soprattutto per quella promessa d’immortalità che essa è durata due millenni.
Qualcosa di analogo si è avuto col comunismo. Il suo messaggio egualitario, protestario e rivendicazionista è stato chiaro anche per i meno colti. Sulla base di esso il mondo è stato disposto a minimizzare, o a far finta di non vedere, gli immensi crimini di Stalin o le enorme sofferenze inflitte al suo popolo da Mao.
Il liberalismo ha anch’esso un messaggio chiaro (la libertà economica e la libertà politica). Nella realtà concreta ha ottenuto risultati migliori sia del Cristianesimo sia del Comunismo, ma da essi è stato spesso battuto perché svantaggiato dalla sensazione che fosse “la teoria dei ricchi”.
In questo contesto, qual è il messaggio di fondo dei Cinque Stelle? Il Movimento non ha né una teoria economica né una teoria politica. E men che meno è una religione. Dunque (non sto scherzando) il suo messaggio fondamentale è: “Vaffanculo”. Non un sì a qualcosa, un no a tutto. La profonda insoddisfazione dei suoi aderenti rispetto al presente si traduce nel rigetto in blocco della classe dirigente e nell’esigenza di un totale rinnovamento. Malauguratamente, “Vaffanculo” esprime un sentimento, non un programma, e in fin dei conti è insignificante. È per questa assenza di un programma positivo che quel Movimento è percepito come qualcosa di impalpabile, di flou, di sfocato. I suoi dirigenti hanno potuto ripetere di non essere né di destra né di sinistra, ma avrebbero potuto altrettanto bene dire icasticamente di non essere “né carne né pesce”.
Questo è un limite esiziale. Chi dice “Basta!”, o realizza una rivoluzione di successo, o si rassegna alla prosecuzione dell’esistente. I Cinque Stelle si sono impegnati a realizzare miracoli impossibili e conseguentemente sembrano destinati a sgonfiarsi. Lo dimostra, paradossalmente, la fenomenale benevolenza con cui il Paese ha tollerato gaffe, contraddizioni, scandali e dimostrazioni di abissale incompetenza. Tutto ciò avviene quando, a fronte di un’evidenza negativa, vi è una grande e ben chiara speranza positiva, come nel caso dell’immortalità. Qualcosa che induce a chiudere gli occhi su tutto ciò che la contraddice. Ma la Fede promette l’immortalità nell’altro mondo, mentre il totale cambiamento (“Vaffanculo”) il Movimento l’ha promesso in questo mondo, e anche subito. Una cambiale da onorare nel breve termine: e questo è un grosso guaio.
Già si è visto alla fine del 2018 quando, dopo aver tuonato contro l’Unione Europea, i giallo-verdi sono tornati a casa con la coda fra le gambe, rinunciando ai loro sogni di deficit spending. Ora siamo allo stesso punto, se non peggio, e il Movimento non vuole darsene per inteso. Da mesi i suoi esponenti escludono il pattuito aumento dell’Iva, e non ci sarebbe niente di male se non avessero assicurato, con uguale foga e mettendosi una mano sul cuore, che non avrebbero aumentato le tasse. E ora, come mantenere gli impegni? Per non fare aumentare l’Iva e per far finta di mantenere almeno in parte le altre promesse, sono necessari trenta miliardi, che non ci sono. L’Unione Europea ci permette (come se le Borse dipendessero da essa) di fare ancora quattordici miliardi di debiti, ma come finanziare il resto della manovra? La gente riuscirà anche stavolta, eroicamente, a dimenticare il momento in cui il fatuo Giuseppe Conte è uscito dal “Palazzo” annunciando: “Abbiamo trovato i 23 miliardi che servono per l’Iva”? Come se fossero stati dimenticati in un cassetto? E ciò mentre, settimane dopo, a poche ore dalla scadenza, si fanno le ore piccole cercando di tramutare il piombo in oro?
Uno degli errori – forse inevitabili – del Movimento, è stato quello di far credere agli italiani che, se prima non si era riusciti ad uscire dall’impasse sociale, era stato perché i governanti erano disonesti e mancavano della necessaria volontà politica. Così gli italiani li hanno mandati al governo – loro che sono onesti – e ora vorrebbero i risultati concreti. Purtroppo gli onesti si accorgono che la volontà politica non riesce a trasmutarsi in finanziamenti e in queste condizioni, la sopravvivenza del sogno, della suggestione, del sonnambulismo collettivo, difficilmente può durare.
Il Cristianesimo ha scommesso contro la realtà, ma ha a lungo vinto perché non ha mai proposto una verifica. Anche il comunismo ha scommesso contro la realtà, e se non ha perso subito è stato perché si è mantenuto con la forza della dittatura. Invece il M5s scommette contro la realtà, agisce in democrazia, ed ha promesso la felicità in questo mondo, non nell’altro. Così non si vede che speranze possa avere. Può sopravvivere soltanto divenendo altro da sé.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
15 ottobre 2019

“VAFFANCULO” NON È UN PROGRAMMAultima modifica: 2019-10-16T09:41:22+02:00da gianni.pardo
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