LUCA PALAMARA È INNOCENTE

Un articolo di Francesco Damato(1), su Italia Oggi del 27 maggio, dà notizia del disgusto del noto e stimato magistrato Alfonso Sabella, a proposito delle intercettazioni di cui sono stati protagonisti Luca Palamara e i suoi sfortunati interlocutori. “Sui giornali – ha detto Sabella – leggo dialoghi che mi fanno vergognare di chi veste la mia stessa toga”. E Damato, per certi organi della magistratura associata, parla di “conventicole di potere”, e addirittura “cosche” che finiscono col comandare più dei politici, in “un conflitto permanente e oggettivo d’interessi. Anche se la colpa è dei politici, che questo loro strapotere hanno tollerato”.
Damato conferma poi che essi influenzano le carriere dei magistrati, i quali non vengono promossi a funzioni di alto livello per merito ma in base alle amicizie e agli appoggi politici. Infatti lo stesso Sabella, pur coperto di allori professionali, si appresta ad andare in pensione essendo rimasto “magistrato di primo livello”. Da soli non si va lontano.
L’articolo gronda indignazione, e non si può che condividere il sentimento di Damato. Ma il sentimento soltanto, non il giudizio. Infatti lui stesso scrive che il “Troyan” (l’intercettazione più aggressiva e totale via telefonino) “potrebbe fare di chiunque di noi un mostro”. E questo dà alla faccenda tutto un altro senso.
Ammettiamo che il dr.Sabella sia un’eccezione. E infatti nessuno nega che ci possano essere, anzi ci siano, magistrati integerrimi. Ma non ci si può aspettare di risolvere un problema sociale con un’eccezione (a meno che non si tratti di Atatürk). Dunque c’è da pensare che se, al posto di Palamara, ci fosse stato il dr.Marapala o il dr.Pamalara, il risultato non sarebbe stato diverso. In un mondo in cui si fa carriera a via di intrighi e raccomandazioni, è normale che chi arriva al vertice sia pratico di raccomandazioni e intrighi. Ed è anche inevitabile che li trovi normali. Perché è il mondo in cui è vissuto fino a quel momento.
Ecco in che senso Luca Palamara è innocente. È innocente come il professore che promuove un alunno perché gliel’ha raccomandato un amico o un potente cui non poteva dire di no. La maggioranza dei professori è costituita da docenti che, una volta o l’altra, o magari ad ogni fine anno scolastico, hanno promosso qualche asino perché raccomandato.
Insomma Palamara si è comportato male, come si comportano male i suoi interlocutori. Come si comporta male (in questo campo) la maggior parte dei magistrati, e la stragrande maggioranza degli italiani. Insomma, chi dovrebbe moralizzare chi? Quis custodiet ipsos custodes? Qui siamo tutti nella stessa barca. Un uomo del popolo, appreso che un suo parente professore non accettava mai raccomandazioni, gli disse sarcastico: “Bravo. E così ti giochi gli amici”. Questa è l’Italia, Un’Italia in cui i Sabella rimangono al primo livello.
Ecco perché la soluzione proposta da lui e da Carlo Nordio per l’elezione del Consiglio Superiore della Magistratura mediante sorteggio, l’“unico sistema non controllabile dalle correnti che hanno dimezzato la giustizia”, non serve a niente. O piuttosto – il M5s docet – serve a mandare al comando personaggi neppure capaci di fare carriera per raccomandazione. Senza dire che se costoro, fino a quel momento, non hanno ancora subito pressioni (non avendo abbastanza potere per “fare favori”) cominceranno a riceverne e, da bravi italiani, non perderanno l’occasione di farsi degli amici.
L’ho sempre detto, da noi si impara a barare sin dalla scuola elementare, dove è lecito copiare e dove nessuno dev’essere bocciato. E ora si riparla di abolire i voti (umilianti!) e tornare ai giudizi, in modo che nessuno si veda bollare con un quattro o un tre. A proposito: nell’anno in cui fui costretto a non mettere voti ma a stilare giudizi, scrissi su un compito: “Il regolamento scolastico mi vieta di prenderla a calci” Chissà, se l’avessi scritto oggi, mi avrebbero licenziato.
Circa sessant’anni fa chiesi ad una ragazzina francese se mai copiasse il compito, a scuola. Non so se oggi sia cambiato qualcosa, in quel Paese, ma lei ne fu scandalizzata. “E perché?”, le chiesi. “C’est malhonnête”, è disonesto, mi rispose. Né diversa sarebbe la risposta di un giovane giapponese. Se un giorno un ragazzino italiano risponderà così, anch’io sarò spietato con Luca Palamara.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

27 maggio 2020
(1)http://cercanotizie3.mimesi.com/Cercanotizie3/popuparticle?art=500139145_20200527_14004&section=view

LUCA PALAMARA È INNOCENTEultima modifica: 2020-05-27T16:22:23+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LUCA PALAMARA È INNOCENTE

  1. D’accordo, ma non possiamo rassegnarci a questo andazzo perché così fan tutti. Anche se il malcolstume non si cancella con un decreto legge, da qualche parte bisogna cominciare. La separazione delle carriere sarebbe il primo passo, ma la sinistra, finché può usare a magistratura per colpire gli avversari politici, non la farà mai. O la fa il centro destra appena va al governo, o non se ne farà niente . Non so che idee abbia al riguardo la Meloni.

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