LA FIDUCIA

Seconda Parte

Nell’articolo di ieri (https://giannip.myblog.it/2021/03/20/aritmetica-mondo-1-0/) ho creduto di dimostrare che certe manovre non possono essere effettuate all’infinito e che ogni schema di “vendita piramidale” è una truffa. Oggi ci si può porre il problema di: quanto tempo può durare la “vendita piramidale”; quale evento può porle un termine; quanto vaste possono essere le conseguenze.

Il baratto è l’origine dello scambio. Il pescatore ha più pesce di quanto riesca a mangiarne, l’allevatore ha troppa carne e niente pesce, si scambiano il troppo e ci guadagnano ambedue. In economia si chiama “utilità dello scambio”.

Ora ammettiamo che un giorno il pescatore abbia il pesce in più ma l’allevatore non abbia macellato nessuna pecora e dica al pescatore: “Dammi lo stesso il pesce. Domani ti darò la carne ed anche di più di quella che volevo darti oggi”. Questo “baratto differito” fa sorgere il fenomeno per cui il pescatore crede che effettivamente il giorno dopo l’allevatore gli darà la carne (“fiducia”), il diritto del pescatore alla carne (“credito”) ed anche più di quella che avrebbe se lo scambio fosse avvenuto subito (“interesse”). Se l’impegno a consegnare la carne è messo per iscritto, abbiamo il “titolo di credito”. Infine, se l’allevatore poi non dà la carne abbiamo la “lnadempienza”. E se da quel momento il pescatore non darà mai più pesce se l’allevatore non gli dà immediatamente la carne abbiamo il “crollo della fiducia”.

Il baratto fa sorgere problemi di valutazione dei beni e così nasce la moneta. Un bene accettato da tutti. Per esempio, nell’economia pastorale, la pecora. Da cui pecunia, denaro. Ma non tutte le pecore sono uguali né si può pagare con mezza pecora. Ciò fa sì che per gli scambi si è preferito l’oro: accettato da tutti, incorruttibile, frazionabile, perfetto. Da quel momento l’oro ha due funzioni: valore di consumo (per fini ornamentali, industriali o di tesaurizzazione) e valore di scambio. Se un grammo d’oro valesse quanto un chilo della merce A e tre chili della merce B, sapremmo anche che A=3B.

Finché gli scambi si effettuano col baratto e con l’oro, non possono esserci problemi. Infatti l’oro, essendo un bene, non può essere falsificato. E la circolazione aurea attua sostanzialmente uno speciale tipo di baratto, mediato da un terzo bene, l’oro.

Ma se ad un certo punto lo Stato emette una “moneta di carta”, che sostanzialmente è un titolo di credito (“Se ti do questo foglietto tu sarai stato pagato per il bene che mi dai”) e ne impone l’accettazione e la circolazione (“circolazione a titolo forzoso”) abbiamo un quadro della situazione attuale, con tutte le sue complicazioni e tutte le sue possibilità di truffa. Infatti nulla vieta allo Stato di stampare moneta cartacea ad libitum (“inflazione”). E se da quel momento ciò che prima costava uno scudo (di carta) costa due scudi, dimezzando al passaggio il potere d’acquisto di chi aveva risparmiato mettendo da parte scudi cartacei, nessuno può farci nulla.

La circolazione forzosa costringe il cittadino ad accettare la moneta di carta. Infatti – per legge – se egli rifiuta il pagamento con la moneta cartacea, il codice reputa lo stesso adempiuta l’obbligazione. Ma questo quando egli ha già adempiuto la sua parte del sinallagma, cioè della prestazione. Ma consideriamo il momento quando non l’ha ancora adempiuta e i due soggetti stanno discutendo del contratto. “Tu mi dai la tua automobile usata ed io ti do tot scudi cartacei”. A questa offerta l’altro può rispondere: “No, i tuoi scudi cartacei per me sono pezzi di carta e per giunta, con l’inflazione, potrebbero dimezzarsi di valore. O mi dai tot grammi di oro o non ti do la mia automobile”. E contro questo atteggiamento lo Stato nulla può. Si chiama “crisi di fiducia”.

Qui il discorso si fa sempre più sottile e sempre più vicino all’attualità. Il compratore dell’auto dice: “Io ho soltanto scudi di carta. Ma ho un amico miliardario che può garantire per me: tu accetta i miei scudi e, in caso di crisi, il mio amico ti risarcirà con la quantità d’oro che richiedi”. La cosa vale a tutti i livelli e si è verificata in Europa nel 2011. Nell’estate di quell’anno i mercati hanno talmente fatto alzare il livello degli interessi delle cartelle dei titoli di credito italiani (circa 5,7 volte più alti degli analoghi titoli tedeschi), perché nei mercati internazionali non vale il “corso forzoso”, e l’Italia è tecnicamente andata in fallimento. Ma è stata salvata dalla Banca Centrale Europea la quale è intervenuta a garanzia dicendo che, “Whatever it takes” avrebbe sostenuto l’Italia. E allora i mercati, che non avevano fiducia nell’Italia, hanno avuto fiducia nella Bce. Chiamerò questo fenomeno: “innalzamento del livello del garante”. Immaginiamo che ci sia una scala della fiducia, composta di gradini, dove il più basso è quello del nullatenente e il più alto quello della banca più ricca del mondo. Se i gradini fossero venti, ed io non mi fidassi di chi mi offre il livello undici, potrei sempre richiedere la garanzia del livello 12 o, se non mi fido neppure del 12, addirittura richiedere il 13. Diversamente non concludo il contratto e – nella specie – non compro i titoli di Stato italiani.

Ma anche in questo caso vale il ragionamento fatto ieri sull’impossibilità di dilatare all’infinito un certo tipo di manovra. Vero che A, col livello di fiducia 19, può essere garantito da chi dispone del livello 20, ma se si dubita del livello 20 (e sappiamo che la scala non può essere infinita, in base al ragionamento di ieri) chi potrà garantire per il livello 20? Nessuno. Perché oltre il 20 non c’è nessuno. In questo caso si avrebbe una serie di fallimenti a catena e una crisi globale..

Se ci fosse, o quando ci sarà, una crisi di fiducia che investe il più alto livello di garanzia, la crisi finanziaria globale sarà inevitabile (“principio del domino”).

Sia detto al passaggio: non è che la più forte potenza finanziaria del globo sia al riparo da questo rischio. Gli Stati Uniti hanno un debito pubblico mostruoso ma, in base al principio che, in questo campo, la “vendita piramidale” non se la può permettere nessuno, perché a qualunque livello essa rimane una truffa, anche gli Stati Uniti devono stare attenti a non esagerare. Se no, un decennio o l’altro, potrebbero pagarla carissima. E farla pagare carissima anche al mondo.

Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com

21 marzo 2021

LA FIDUCIAultima modifica: 2021-03-21T10:32:25+01:00da gianni.pardo
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