SE DIO POSSA ESSERE CATTIVO

Pubblicato il 21 maggio 2021

Sulla “Stampa” c’è un articolo di Goffredo Fofi dal titolo: “Camus. Se il mondo è opera di un Dio crudele, non ci resta che la solidarietà tra gli esseri umani”. Ed io mi chiedo: è concepibile un Dio crudele?
Dire: “Dio è crudele” implica due cose: che Dio esista e che abbia quella qualità. Dal momento che l’esistenza di Dio non è dimostrabile, dovremmo fermarci qui. Ma andiamo lo stesso avanti.
Ammettiamo che Dio esista e chiediamoci: possiamo conoscere le sue qualità? Purtroppo – almeno a me – anche questo problema appare insolubile.
Tradizionalmente si parla di un Dio buono giudicandolo in relazione agli uomini. Ma immaginiamo quel Dio nel momento in cui non ha ancora creato l’Universo: come farebbe ad essere buono o cattivo? Nei confronti di chi sarebbe buono o cattivo? Il concetto di Dio in sé è in contraddizione con la qualifica di buono o cattivo.
In questo era molto più razionale il punto di vista degli antichi greci. Dal momento che erano politeisti – e i loro dei erano assolutamente antropomorfici – era facile concepire i loro rapporti e perfino le loro lotte. Ma se ci fermiamo al concetto aristotelico di Dio, quello del “Motore Immobile”, della “Causa prima che tutto ha causato e che non è stata causata”, allora la qualifica di buono o cattivo diviene inapplicabile.
Non bastasse, anche adottando la mentalità cristiana, sorge un grande problema. Non essendo stato causato da altri, Dio non ha avuto un inizio e non avrà una fine. Per questo si dice che Dio è eterno. Ma i teologi dicono anche che Dio è “fuori del tempo”. E questo è un po’ più difficile.
Dio, essendo la “causa prima”, esisteva prima dell’Universo, ed esistendo da solo non poteva avere mutamenti. Infatti “tempo” significa “modificazione”, e Dio (sostanza semplice, non composta di parti, dicono i teologi) non avendo mutamenti, non subiva modificazioni, non aveva un prima e un dopo ed era “fuori del tempo”. Dunque, per sua natura, Dio è “immodificabile”. Ecco perché i teologi dicevano che Dio non vive il presente, il passato e il futuro, ma vive soltanto un eterno, immodificabile presente. Un presente metafisico nel quale convivono quelli che per noi sono il presente, il passato e il futuro. Non chiedete conto a me di queste astruserie, Dio non l’ho inventato io.
Ma tutto questo, a me adolescente, faceva sorgere dei dubbi. Se Dio ha creato l’Universo, c’è stato un momento in cui l’Universo non esisteva. Forse per Dio non c’è un prima e un dopo, ma per l’Universo c’è stato certamente un prima e un dopo. Infatti, se il Creato fosse stato coeterno con Dio, questo avrebbe fatto venir meno la necessità di una causa incausata (Dio) diversa dall’Universo stesso. Se l’Universo fosse eterno, sarebbe esso stesso incausato.
Dunque, se Dio è fuori del tempo, non è fuori del tempo l’Universo. E dunque anche per Dio c’è stato un momento in cui, da solo e immoto che era, si è mosso ed ha creato l’Universo. Questo momento “successivo” non mette per caso Dio nel tempo, invece di mantenerlo fuori del tempo? E soprattutto, se Dio era perfetto, e solo dall’eternità, che bisogno ha avuto di creare l’Universo?
I teologi, a quell’adolescente rompiscatole che fui, rispondevano in latino, con uno strumento che allora non faceva paura: “Bonum est diffusivum sui”, dicevano. Il Bene ha di per sé tendenza ad espandersi. In altri termini Dio ha creato gli uomnini per farli felici. “Ma non mi pare che abbia conseguito il risultato”, obiettavo. E loro cercavano di cadere in piedi, parlando della colpa di Adamo. Cosicché io avevo la sensazione di entrare nelle favole dei Fratelli Grimm.
Questa teoria cristiana è interessante perché, nel dire che “Bonum est diffusivum sui”, i teologi danno per certo che Dio sia Bonum. E come lo dimostrano? Se Dio fosse Bonum prima ancora di avere creato l’Universo, dal momento che questa sua qualità sarebbe la ragione per la quale – appunto – ha creato l’Universo, avrebbe potuto altrettanto bene essere “Malum”, e anche questo “Malum” avrebbe potuto essere diffusivum. Sicché Dio avrebbe creato gli uomini per il piacere di vederli soffrire, come sembra ipotizzare il titolo dell’articolo di Fofi.
A me l’idea del Malum diffusivum sui sembra assurda almeno quanto quella del Bonum diffusivum sui. La nostra è una specie sociale e in essa il sadismo è chiaramente una malattia mentale. Vogliamo ipotizzare che Dio sia pazzo? Questo non l’ha scritto nemmeno Nietzsche, che pure col Dio giudeo-cristiano non era in ottimi rapporti.
Chissà che non sia stato molto più saggio di tutti Aristotele quando ha risolto definitivamente la questione con la semplice affermazione che Dio ha creato l’Universo (chissà perché) e da allora non se ne occupa. Questo Dio non è né buono né cattivo: è indifferente. Occupato ad altro. Chissà, forse è andato a creare Universi altrove. Ma c’è un altrove?
Gianni Pardo, giannipardo1@myblog.it
20. maggio 2021

SE DIO POSSA ESSERE CATTIVOultima modifica: 2021-05-24T14:28:45+02:00da gianni.pardo
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