QUESTIONI LINGUISTICHE

Per la signora Palomba. Effettivamente, mancia in francese si dice “pourboire” e fa pensare, in origine, all’equivalente di un bicchiere di vino: pourboire corrisponde a “perbere”. In tedesco del resto la mancia si chiama Trinkgeld, denaro per bere. In inglese, la parola tip (più o meno punta, estremità) allude forse all’esiguità della somma. Oggi, in Francia, credo che la parola “manche” come mancia non la capirebbe nessuno o quasi. Tuttavia è vero che l’autorevole Petit Robert riporta il significato da lei segnalato appunto come argot dei saltimbanchi, col significato di fare questua dopo lo spettacolo. Divertente è il fatto che “manche”, in questo senso, derivi dall’italiano “mancia”; che a sua volta deriva dal francese manche. Un po’ come il diporto, in francese antico disport, è passato in Inghilterra, è diventato sport e poi è tornato sul continente per trionfare col suo nuovo nome. A volte le lingue giocano a ping pong.

Per la signora Marianna: non avevo letto il suo testo perché lungo e perché temevo la questione fosse oziosa. Ora vedo che il suo interesse è serio e provo a dire la mia.

La frase fondamentale è: “Gli acquirenti non hanno nessun diritto sul lastrico solare di copertura, e sui posti macchina e sul cortile al coperto al piano terra”. Per chi legge il testo il problema nasce dal fatto di non sapere esattamente qual era la situazione dei luoghi. Ammettiamo che si trattasse: 1) di un lastrico solare; 2) di un cortile coperto; 3) di posti macchina contrassegnati con strisce o numeri e 4) di spazi di possibile parcheggio non contrassegnati. Il primo e il secondo sono espressamente esclusi dai diritti degli acquirenti. Esclusi sono pure i posti macchina contrassegnati, appunto perché chiamati “posti macchina”. Liberi invece, e disponibili per il parcheggio degli acquirenti, rimarrebbero i rimanenti spazi, cioè gli eventuali spazi non contrassegnati con strisce o numeri, proprio perché non menzionati. Faccio questa distinzione perché il testo parla di “posti macchina”, non genericamente di “spazio di parcheggio”. Se viceversa nella realtà si trattava di uno spazio indifferenziato, definito maldestramente dal notaio “posti macchina”, gli acquirenti non hanno nessun diritto al parcheggio. A mio parere, naturalmente.

Il fatto che il notaio non sappia come interpretare esattamente ciò che ha scritto non ha nessuna importanza, anche perché la sua interpretazione non varrebbe più di quella di un altro. Il contratto costituisce la legge del rapporto fra le parti e come la discussione parlamentare che precede l’approvazione della legge non costituisce mezzo prevalente nell’interpretazione della norma, così pure le parole del contratto, una volta firmato, valgono di per sé: al di là ed oltre delle intenzioni di chi le ha scritte.

Secondo punto, la virgola dopo la congiunzione. Non ne farei gran caso: è un errore – se errore è – troppo frequente, perché gli si possa dare un significato.

QUESTIONI LINGUISTICHEultima modifica: 2009-04-22T15:20:13+02:00da gianni.pardo
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