LA RISPOSTA PIU’ CATTIVA

LA RISPOSTA PIÙ CATTIVA
In Italia da un lato c’è un oceano di persone che non amano Berlusconi: che lo disprezzano, lo giudicano negativamente e addirittura dicono che è una vergogna per l’intero Paese; dall’altro c’è uno sparuto gruppetto di coraggiosi che osa difenderlo, quando gli accusatori esagerano. Questi pochi, vista l’esiguità del loro numero, passano per degli incoscienti. Quando si va a votare, però, si vede che quei pochi erano la punta di un iceberg ma questo non impedisce che la cagnara quotidiana, fra una tornata di votazioni e l’altra, sia contro Berlusconi.
Si parla di cagnara, perché il fenomeno è insieme clamoroso e insignificante come un abbaiare di cani. Molti amici consigliano al Cavaliere di non rispondere, di lasciar perdere, di mantenere l’atteggiamento superiore, ma non c’è modo di farsi ascoltare. Il suo temperamento è quello dell’uomo di spettacolo, dell’imprenditore coraggioso, del politico temerario e in fin dei conti quello di un uomo ingenuo che crede alla forza della verità. Per questo non smette di battagliare e, naturalmente, di sbagliare.
Oltre l’accenno al temperamento, per il comportamento del Primo Ministro ci potrebbe essere una spiegazione diversa. Una spiegazione che nasce dall’umile esperienza di un “giornalista da blog”.
Internet, come le riunioni di condominio, concede la parola a chiunque. Per conseguenza, gli sciocchi malevoli sono autorizzati ad esprimere ogni sorta di banalità, di insulto, di calunnia, e non c’è rimedio, salvo quello di escluderli dal blog. Ma questo suona come una resa: in questo mondo cibernetico è un punto d’onore non censurare nessuno. Può dunque capitare di essere sottoposti al tormento praticamente quotidiano del cretino militante e a questo punto non rimane che una soluzione. Se qualcuno sostiene che la Terra è piatta, gli si possono opporre molti ragionamenti. Se, ciò malgrado, continua a mantenere il suo punto di vista, si possono utilizzare dati che prima si erano tralasciati e, per così dire, si potrebbe andare tanto avanti da scrivere un libro sulla rotondità della Terra. Ma questo non basterebbe a convincere il contraddittore: se ha stabilito che la Terra è piatta, piatta rimarrà, checché gli si dica. Il problema in realtà si risolve in modo opposto. Dal momento che chi dice un’enormità è incapace di vedere ciò che è evidente, è inutile credere di poterlo vincere a colpi di evidenza: l’unico modo di liberarsene è non rispondergli. Dirà la sua baggianata una prima volta, e cadrà nel vuoto. Alla prima occasione la ridirà, e cadrà di nuovo nel vuoto. E ancora e ancora, finché si stancherà o si renderà conto del fatto che nessuno l’ascolta.
Come è ovvio, questo comportamento viene naturale in chi ha una radicale tendenza alla severità. Solo un giudizio di totale irrecuperabilità, di sordità alla logica, di inferiorità morale ed intellettuale fa superare con facilità la tentazione di rispondere, quando si crede di disporre di un argomento infrangibile, né si perde niente col silenzio che è la risposta più umiliante. Chi invece, per sua sfortuna, ha un animo buono, non riesce a considerare gran parte dei propri concittadini con tanta severità. Non riesce a credere che qualcuno non capisca la Tavola Pitagorica.
Ed ecco dunque la scoperta: Berlusconi è un buono. Un Carneade insignificante che tiene un blog considera alcuni interlocutori come pappataci all’esterno della zanzariera e il Presidente del Consiglio non la smette di considerarli persone con cui non è impossibile dialogare. Pensa sempre di poterli convincere, di guadarne l’amicizia, di far loro riconoscere la verità. Pensa di poter raddrizzare le gambe ai cani.
Il Cavaliere di Arcore non ricorda che secondo i coloni del Middle West “L’unico indiano buono è un indiano morto”. Nello stesso modo, per quasi la metà degli italiani, l’unica sua azione che in molti sarebbero disposti a lodare, è il suicidio.
Ci sono persone che amano troppo i propri simili e l’umanità intera, per non commettere quotidianamente gli errori che nascono dall’ottimismo. Malauguratamente, la battaglia contro il proprio temperamento è spesso una battaglia persa e lo stesso Berlusconi non comprende che vivrebbe molto più tranquillo se fosse gelido e sprezzante come un Talleyrand o, scendendo raso terra, come un D’Alema. Che avrà molti difetti, ma non certo quello di amare troppo il suo prossimo.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it.
24 maggio 2009

LA RISPOSTA PIU’ CATTIVAultima modifica: 2009-05-24T14:06:23+02:00da gianni.pardo
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