OBAMA E LA REALTA’ EFFETTUALE

OBAMA E LA REALTÀ EFFETTUALE
Le critiche ad Obama, soprattutto in materia di politica internazionale, vanno aumentando. Tutti sappiamo ad esempio che la Corea del Nord rappresenta un autentico pericolo per la pace nel mondo e Obama, secondo i critici, lo affronta proponendo dialogo, dialogo e poi dialogo. Mentre è di questi giorni la notizia di una fortissima esplosione nucleare sotterranea e del lancio dei missili. Sulla base di questi fatti qualcuno dichiara il Presidente americano incerto e ingenuo: uno capace di credere che si possano domare i regimi fanatici con le parole. I perplessi sono soprattutto fra coloro che per lui hanno votato o, almeno, parteggiato. Durante i primi mesi di presidenza, dicono, non ha fatto altro che imbellettare diversamente la politica di Bush.
Tutta questa severità è fuor di luogo. Durante la campagna elettorale, Obama ha di sicuro esagerato con la retorica e la demagogia ma oggi potrebbe chiedere: “Proprio voi che mi avete eletto, avreste votato per me, se avessi detto che avrei mantenuto al novanta per cento la politica di George W?” Chi è deluso dovrebbe fare un esame di coscienza. Dovrebbe chiedersi se non sia stato lui stesso un ingenuo, quando ha creduto ad Obama, e se non sia stato ingiusto, quando ha rimproverato a Bush una politica che era l’unica possibile. La realtà effettuale, come la chiamava Machiavelli, è quella che comanda: se non cambiano i fatti, ben difficilmente possono cambiare le politiche che ne conseguono.
Per quanto riguarda la Corea del Nord, è vero che fino ad ora Obama ha attuato una politica ben poco risoluta. Ma la Cina ha una frontiera in comune, con la Corea del Nord, e dunque è contemporaneamente quella che corre i maggiori pericoli e quella che potrebbe più facilmente intervenire. Lo stesso Giappone, che pure è in grande pericolo, approfitta ancora oggi del disarmo imposto dalla sconfitta: “Noi siamo antimilitaristi, ci devono difendere gli Stati Uniti”. Ma l’America comincia ad essere stanca di questo ruolo di gendarme poco amato. Per giunta, se si muovesse militarmente, chi la sosterrebbe? E perché mai dovrebbe correre i massimi rischi una Nazione che ha l’intero oceano Pacifico, per avvistare e distruggere eventuali missili in arrivo? Obama “indeciso a tutto”? E se invece fossero gli altri paesi, ad essere “indecisi a tutto”?
Il problema dell’Iran è diverso e ancor più drammatico di quello della Corea del Nord. Fra i possibili obiettivi di Tehran ce n’è uno che non può permettersi troppi rischi. Se la Russia ha potuto resistere a Napoleone e a Hitler, è perché è enormemente estesa; Israele invece, a causa delle sue dimensioni, non sopravvivrebbe ad un attacco atomico. Per questo presto si troverà dinanzi al dilemma se attaccare l’Iran per impedirne l’armamento nucleare – ma è un’azione dal successo più che dubbio – oppure prepararsi ad un possibile, totale annientamento nucleare per poi magari cavarsi la soddisfazione di infliggere all’Iran perdite dieci volte maggiori delle proprie.
Questo particolare va chiarito. Una grande azione militare di solito ha lo scopo di indurre il nemico ad arrendersi o a scendere a patti. Ecco perché si dice che la “guerra è la politica proseguita con altri mezzi”. In questo caso invece la risposta di Israele avrebbe lo scopo ben più primitivo e inesorabile di vendicarsi della morte inflitta alla propria nazione. Non ci sarebbe negoziato possibile. Tsahal ucciderebbe con una gragnola di atomiche quanti più iraniani è possibile. Magari tutti. E Tehran, da sola, ha tre volte gli abitanti di Israele. Sono discorsi tremendi, ma come si può rispondere a chi ti dice che si sta armando per uccidere tutti gli abitanti del tuo paese?
Obama – che pure non ci sembra la migliore scelta, per il posto che occupa – si trova nell’infelice situazione di chi sarà comunque criticato, o per aver provocato certi avvenimenti o per non averli impediti. Ma chi lo critica non è detto che ne sappia più di lui.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
Se esprimerete il vostro motivato parere, positivo o negativo che sia, sui miei testi, mi farete piacere.
28 maggio 2009

OBAMA E LA REALTA’ EFFETTUALEultima modifica: 2009-05-28T10:28:02+02:00da gianni.pardo
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