COSSIGA COMMENTATO IN CORSIVO

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Ecco la lettera di Francesco Cossiga pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

Caro Silvio, ti scrivo da amico e da politico, non da «amico politico», benché legato a te da un’ami­cizia personale che data dal 1974 e che non è mai venuta meno. Primo, non è vero che gli sia amico. E poi, se gli scrivesse da amico, non userebbe un giornale. O nessuno gli ha detto, come nessuno l’ha detto a Veronica Lario, che esistono le poste e le e-mail? Non sono mai entrato nella tua vita privata pur, come tu ben sai, non con­dividendo alcune manifestazioni di essa. Non ci entra ma dice pubblicamente che la disapprova. Ri­tengo che i giudizi sulla vita privata di una per­sona che non attengano alla funzione pubblica esercitata – e in particolare la vita eufemisti­camente chiamata «sentimentale» ma più esattamente «sessuale» – debbano essere di­stinti dai giudizi politici. No, caro Presidente: non basta che  “i giudizi sulla vita privata di una per­sona che non attengano alla funzione pubblica esercitata” siano “distinti dai giudizi politici”: semplicemente non devono esistere, da parte dei politici. Sono di competenza della stampa rosa.

Non mi sembra che il giudizio politico di al­lora e il giudizio storico di oggi abbiano bollato con il marchio dell’infamia John Fitzgerald e Robert Kennedy, le cui attività galanti supera­rono di gran lunga le tue, e ebbero anche aspet­ti inquietanti sui quali la giustizia americana non volle inquisire fino in fondo. Ma l’America non è l’Italia e i Kennedy erano simpatici alla maggior parte degli americani, mentre c’è una mezza Italia che odia Berlusconi più dell’AIDS. E che dire del primo ministro britannico Wilson, che fece no­minare dalla Regina, che non batté un ciglio, alla carica di Pari a vita con il titolo di barones­sa una sua collaboratrice, collaboratrice per così dire, in senso piuttosto lato? E qui mi fer­mo… Ora tu ti trovi, a torto o a ragione, in un brutto impiccio: per motivi «sentimentali» e anche per motivi, diciamo così, mercantili. E lui è quello che non dava giudizi sulla vita privata dei politici? Qui accusa Berlusconi di pagare puttane, cosa che neanche Repubblica fino ad ora ha fatto. Vi è chi, movimenti politici e potentati economi­ci, con o senza giornali di loro proprietà, sono terrorizzati che tu possa governare il Paese per altri quattro anni; e sperano che titolari di alte cariche istituzionali, al primo, al secondo o al terzo posto nelle precedenze, riescano a farti uno sgambetto.

Vorrei darti qualche consiglio, anche se so che tu ritieni che pochi consigli possano darti quelli che furono attori o, come me, solo com­parse in quello che tu chiami il «teatrino» del­la politica della Prima Repubblica. È vero che una coincidenza è solo una coin­cidenza, che due coincidenze sono un indizio e che tre coincidenze possono essere una prova. Ma io non credo che tu sia vittima di un com­plotto. E poi, complotto di chi? Qui Cossiga ha ragione. Se un complotto è un’azione concertata e premeditata, non c’è nessun complotto. Ma se in molti odiano un singolo, non appena qualcuno dice “qualcuno a Villa Certosa usava droga” un altro dice “il Cavaliere è sospettato di usare droga”, il terzo riferisce “usa droga”, e il quarto afferma con sicurezza “spaccia droga”. Non è necessario nessun complotto. Dei nostri servi­zi di sicurezza? Ma al loro apice, da Gianni Di Gennaro a Bruno Branciforte e Giorgio Picciril­lo, ci sono dei fedeli e capaci servitori dello Sta­to, sui quali non può gravare alcun sospetto e che sono impegnati, oltre che a svolgere le loro mansioni, ancora a capire, per colpa della leg­ge e del Governo, quali esse siano e quali siano i confini tra le loro competenze e quelle del ser­vizio di informazione e sicurezza militare dello Stato Maggiore della Difesa…Saranno molto capaci ma non sono stati in grado di impedire ad un Oswald nostrano di ammazzare Berlusconi come fu ucciso  John F. Kennedy. Tra un teleobiettivo montato su un treppiede e un teleobiettivo montato su una carabina non è che ci sia molta differenza. Per favore, non parliamo di servizi di sicurezza. Ci sarebbe da piangere.

Complotto di un servizio estero? Di Cia o Dia americane? Certo, i mezzi e le competenze li hanno, eccome! E perché mai Barack Obama dovrebbe aver ordinato una tale campagna di «intossicazione»? Perché sei amico di Putin e della Federazione Russa? Ma immaginati. Al­la fine Putin preferirà Obama a te e viceversa. Noi siamo un grande Paese, ma non una gran­de potenza: smettiamolo di crederlo. Io penso che tu sia vittima dell’odio dei tuoi avversari ma anche delle tue imprudenze e ingenuità. L’odio dei tuoi avversari è eviden­te: e non penso al mite e sprovveduto Dario Franceschini, né al freddo, politico e onesto e corretto Massimo D’Alema, anche se si è la­sciato scappare una battuta che più che te e lui sta mettendo nei pasticci il «lotta-» o «lob­by- continuista» magistrato di Bari. Questo odio io l’ho patito sulla mia pelle. Perché a te il noto gruppo editoriale svizzero dà dello sciupa­femmine, ma a me per quasi sette anni ha da­to del golpista e del pazzo, nel senso tecnico del termine…

Lascia stare i complotti, e respingi anche l’odio che è un cattivo consigliere anche per chi ne è oggetto. Vendi Villa La Certosa, o meglio regalala allo Stato o alla Regione Sarda: è indi­fendibile e «penetrabilissima». Lascia anche Palazzo Grazioli, che ha ormai una fama equi­voca e trasferisciti per il lavoro e per abitarvi a Palazzo Chigi. Ma tutte queste cose suonerebbero come ammissioni di colpa. Sarebbe un liberarsi dei luoghi in cui si peccò, con una nuovissima damnatio locorum al posto della damnatio memoriae. Non chiedere scusa a nessu­no, salvo che ai tuoi figli, quelli almeno che hai in comune con Veronica. No, neanche a quelli. Con Veronica il rapporto è rotto da tempo e ai figli non ha tolto nulla, col suo essere un uomo normale (o super, vista l’età?). Non mi consta che gli altri due grandi sciupafemmine come Kennedy e Clinton abbiano mai chiesto scusa al loro po­polo… Né si vede perché dovremmo farci insegnare da loro come si comporta un capo di governo. Fai la pace con Murdoch: tra ricchi ci si mette sempre d’accordo. Cerca un armistizio con l’Anm: Qui Cossiga è ingenuo. L’unico armistizio che certi magistrati accetterebbero sarebbe quello di firmare un mandato di carcerazione per Silvio Berlusconi. Meglio parlare d’altro. porta alle lunghe la legge sulle inter­cettazioni e quella sulle modifiche del Codice di Procedura Penale e dai ai magistrati un con­sistente aumento di stipendio. Dovrebbe rinunciare a riforme giuste e credere che i magistrati siano ammansiti da una mancia? Uno si chiede dove vada a nascondersi a volte l’innegabile intelligenza di questo grande vecchio.

Vuoi, invece, fare la guerra? Allora vai in Parlamento: ma al Senato per carità! E non alla Camera, per non correre il rischio di ve­derti togliere la parola o espulso dall’aula. Qui ritorna il famoso umorismo di Cossiga. Qualità che, nello sconsolato e plumbeo paesaggio italiano, gli fa molto onore. È il motivo per cui si può amare un Giovanni Sartori, dissentendo poi sull’ottanta per cento delle cose che dice. Tie­ni un duro discorso sfidando l’opposizione, a che cosa? A dire che cosa? Se l’opposizione si lasciasse trascinare a questo chiarimento scoprirebbe che non ha nulla da dire. E farebbe cattiva figura. L’opposizione ha tutto l’interesse a dire e non dire, a indignarsi senza neanche dire a proposito di che. A vendere fumo. E il fumo non si può smentire. fa presentare una mozione di approvazione delle tue dichiarazioni, poni la fiducia su di essa e, come ai gloriosi tempi della Dc con il Governo Fanfani, fatti votare contro dai tuoi, Dobbiamo prenderla come un’altra battuta? impeden­do con i voti la formazione di un altro gover­no, porta così il Paese a inevitabili nuove ele­zioni… E perché mai dovrebbe, se ha già una confortevole maggioranza? Già tempo fa Blair commise questo errore ed ebbe a pentirsene. Perché la guerra è sempre meglio per te, per l’opposizione e per il Paese, di questo rotolarsi nella melma. No, è meglio per l’opposizione. Se Berlusconi provocasse questo sconquasso, essa direbbe: Avete visto che non era solo melma? Avete visto che ce n’era abbastanza per far cadere il governo? Ed è merito nostro se è caduto. Ora votate per noi, che siamo puliti, mentre Berlusconi è melmoso, come lui stesso ha ammesso.

Per fortuna la fama di Cossiga è più quella di essere estroso e coraggioso che uomo di buon senso. Che Dio ce lo conservi così com’è.

Con affetto ed amicizia

Francesco Cossiga

Commentato da Gianni Pardo

COSSIGA COMMENTATO IN CORSIVOultima modifica: 2009-06-22T12:40:17+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “COSSIGA COMMENTATO IN CORSIVO

  1. Cossiga non mi è mai piaciuto fin dai tempi di Kossiga.
    Lui era vecchio quando era giovane e questa è un’aggravante.
    L’arteriosclerosi galoppante l’aveva colpito fin da piccolo e continua imperterrito a darne anche prove scritte di suo pugno.
    Il fatto che si sia ritagliato una immagine da opinionista illustre col sorrisino da saggio malizioso non può che farmi pensare ad una appropriazione indebita e comunque un costante monitoraggio neurologico gli farebbe solo bene insieme ad un placido silenzio.

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