L’UOMO È UN ANIMALE?

L’UOMO È UN ANIMALE?
Se qualcuno, per dimostrare una tesi, stabilisse un parallelo fra l’uomo e le scimmie, si sentirebbe invariabilmente rispondere che l’argomentazione non è valida. Ciò che vale per le scimmie non vale per l’uomo. L’uomo non è un animale. E con questa affermazione – tanto perentoria quanto apodittica – molti credono di aver chiuso la questione.
In realtà bisognerebbe chiedersi che cosa intendiamo con: “animale”. Se lo definiamo: “qualunque essere vivente salvo l’uomo”, non avremo concluso nulla. Avremmo infatti dato per dimostrata la tesi da dimostrare.
Inoltre le definizioni negative sono paradossali. Se si dicesse che automobili sono tutti i veicoli a quattro ruote e a motore per il trasporto di passeggeri, salvo la Ferrari Testa Rossa del tale anno, da un lato di questa auto non avremmo detto nulla (salvo il nome), e dall’altro non avremmo affatto dimostrato che non è un’automobile. Sarebbe magari un’automobile con speciali caratteristiche, tali che la differenziano dalle altre: ma se è per questo anche la Fiat 509 dei primi anni del Novecento o la Dyna Panhard francese del secondo dopoguerra hanno avuto caratteristiche che le differenziavano da tutte le altre. Il problema, per la Ferrari e le altre automobili, come per gli uomini e per gli animali, è: le differenze sono tali da dover loro assegnare diversa natura?
Il problema è caratteristico di chi si occupa di tassonomia. Se per mammiferi si intendono gli animali che allattano e per uccelli si intendono quelli che hanno il becco, dove collocare l’ornitorinco, che allatta ed ha il becco? Nello stesso modo, se si volesse dire che l’uomo non è un animale perché è molto più intelligente del cane, bisognerebbe poi dire che il cane non è un animale perché è molto più intelligente di una sardina? Se la differenza fra un pastore tedesco e un pesce è di quantum d’intelligenza, perché non potrebbe essere una differenza di quantum d’intelligenza quella fra quel pastore tedesco e il suo padrone?
Sociologicamente, la rocciosa convinzione della diversa natura dell’uomo riposa su questi umili presupposti:
a)     da quando siamo nati, abbiamo sentito distinguere gli uomini dagli animali. Ci è sempre bastata, e ci basta ancora, l’abitudine linguistica.
b)     l’uomo è molto più intelligente ed evoluto degli altri animali, dunque è essenzialmente diverso. Come se il campione dei cento metri fosse un uomo e un vecchio paralitico no, solo perché il secondo non è capace delle prestazioni del primo.
c)     Infine, dopo una serie di proclami retorici sulla nobiltà della nostra specie, si conclude che l’uomo ha l’anima immortale e gli animali no. E quest’ultima affermazione è la più interessante di tutte. Infatti, mentre le prime due riposano su una normale pigrizia mentale, la terza ha la tracotanza di porre, alla base di una tesi discutibile, un’affermazione che neppure Immanuel Kant si è sentito di fare con certezza.
L’anima immortale non è un fatto, è una credenza religiosa. Fondare su di essa una distinzione naturale corrisponde a dire: “La mia fede di cristiano mi impone di credere all’anima immortale, dunque ci devi credere anche tu”.
Ma tutti credono di sostenere un’evidenza: “L’uomo non è un cane”, dicono sicuri. Ed è vero. Ma dimenticano che “un cane non è una balena”. E  tutti e tre, uomini, cani e balene, non sono dei pesci. La specie umana è diversa da tutte le altre, ma rimane da dimostrare che fra essa e tutte le altre ci sia un salto, un gradino invalicabile che invece non esiste tra il cane e il pesce e tra il pesce e la pulce. Cosa meno facile di quanto non si pensi.
La discussione conduce ad un vicolo cieco e forse è più utile chiedersi se in concreto, e in un dato caso, ciò che vale per altre specie valga anche per l’uomo. Siamo animali gregari che si cercano naturalmente un capo, come i canidi, o siamo, come i gatti, animali liberi cui i capi si impongono facendo violenza alla loro natura? Il maschio umano è naturalmente poligamo come un gibbone o è fedele come un lupo? La solidarietà umana è frutto di un istinto sociale – che abbiamo in comune con le formiche e i licaoni – oppure è una sovrastruttura morale? E si potrebbe continuare. Ma in concreto si sbatte sempre contro coloro che chiedono come si possano paragonare i sentimenti di Romeo e Giulietta con il corteggiamento degli uccelli e di tanti mammiferi. E costoro, indignati, potrebbe anzi dirci: “Sei proprio una bestia!”
Il che però, dopo tutto, ci darebbe ragione.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
3 agosto 2009

L’UOMO È UN ANIMALE?ultima modifica: 2009-08-05T11:31:00+02:00da gianni.pardo
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18 pensieri su “L’UOMO È UN ANIMALE?

  1. visto che mi dà del lei farò altrettanto (c’è questa abitudine diffusa, su internet, di darsi tutti del tu, che ne pensa?).
    Raramente mi trovo così d’accordo con qualcuno. Magari è un problema mio. Quella sua sottile causticità nello smascherare le fallacie del ragionamento dell’uomo della strada (ma anche dell’uomo di studi) è forse più tagliente delle argomentazioni stesse.
    Sarà che per me il problema dell’inclusione dell’uomo nella categoria ‘animali’
    non si è mai posto, c’è però qualcuno (direi anzi molti) che ora come ai tempi di Darwin storce la bocca a queste affermazioni. Forse è solo la necessità di creare nuove categorie tassonomiche…
    O forse è un difetto legato all’utilizzo del linguaggio simbolico: l’osservazione dell’apparente diversità legata al possesso di queste facoltà
    rende stupefatti. Come diceva quel tale, l’uomo resta attonito di veder verificata, nel caso proprio, la regola generale.
    Se ha voglia, venga a trovarmi, cliccando sul nome…
    Bye

  2. Le porgo innanzitutto i miei più vivi complimenti per le considerazioni che ha espresso in questo post.

    A mio parere, l’uomo è troppo convinto della sua superiorità per immaginare anche lontanamente quella che può essere la sua appartenenza a una qualunque categoria naturale. Egli vuole essere diverso, vuole spiccare sulle altre specie, vuole distinguersi. In particolare, cerca tutte le giustificazioni possibili per considerarsi di più di un banalissimo insieme di mente e organi.

    Trovo particolarmente interessanti le ultime Sue considerazioni, riguardo i comportamenti specifici dell’uomo. Esiste una corrente di pensiero che tende a considerare il comportamento umano come una rielaborazione dei modelli comportamentali animali: ogni individuo sviluppa un modello specifico, riconducibile a una specie animale. La varietà di personalità umane è illimitata, quanto sono illimitate le potenzialità evolutive degli esseri viventi.

    http://noezonstyle.sitiwebs.com/page2.php

  3. Ho riletto questo articolo su LS dove ha totalizzato ben 169 commenti, probabilmente un record. La cosa curiosa è che ad un argomento serio sono seguiti una serie di commenti, alcuni dei quali veramente divertenti.

  4. Come scrive Carlo Eduardo, sul legno storto ci sono stato ben 169 commenti.
    La cosa nn mi meraviglia, la divisione della natura nei 3 grandi regni: minerale, vegetale e animale è programma di scuole medie, già da prima che nascesse Pardo, e su quel sito sono tutti elettori del cdx.

  5. E’ vero che l’uomo è più intelligente di una scimmia così come un cane è più intelligente di una sardina,ma a differenza di scimmia,sardina,cane o qualsiasi altro animale l’uomo può controllare i propri istinti, che però allo stesso tempo è innegabile che abbiano un’origine animale.Ma è anche vero che questi istinti molte volte si manifestino in modo diverso da come si manifestano negli animali,se vogliamo in un modo ancora peggiore.L’uomo è l’unica creatura vivente conosciuta che può essere violento gratuitamente,senza un motivo preciso.Ma ci sono anche delle note che potremmo definire positive.L’uomo a differenza di tutti gli animali ha sviluppato una parte spirituale, mistica,e con questo non intendo solo la religione e la fede,intendo la capacità di apprezzare la bellezza della natura,la capacità di esprimere la propria interiorità attraverso l’arte,la necessità di comprendere a fondo il significato della vita,la capacità di essere felice o infelice.La cultura non è un’ invenzione,ma è qualcosa di connaturato nell’uomo,fa parte della natura umana. Inoltre, altra cosa che differenzia gli uomini dagli animali è il linguaggio.E’ vero che tutti gli animali hanno un linguaggio, ma quello dell’uomo è l’unico che da la possibilità di pianificare e programmare attività.L’uomo è è l’unica creatura che ha la concezione del futuro e dell’avvenire.

  6. Caro Vittorio, lei dice cose vere. Ma si tratta di differenze di grado. Non è che un essere più intelligente di un altro ne faccia qualcosa di diverso. L’uomo è più intelligente del gatto (spesso, anche se non sempre), il gatto è più intelligente della talpa, ecc. Ma non c’è differenza sostanziale fra talpa, gatto e uomo.
    la differenza ci sarebbe se l’uomo avesse l’anima immortale e il gatto no.
    Insomma il problema è religioso.

  7. Gli animali vedano nell’uomo un essere loro uguale che ha perso in modo estremamente pericoloso il sano intelletto animale: vedano ciò in lui l’animale delirante, l’animale che ride, l’animale che piange, l’animale infelice…

  8. E’ vero che il problema è anche religioso,e voglio premettere che non sò se dio esita o non esista veramente e non credo che nessun uomo possa mai dimostrarlo fino alla morte, ma quello che voglio dire è che c’è una cosa che accomuna tutti gli animali più e meno intelligenti e sarebbe l’impossibilità di controllare i propri istinti.L’uomo è l’unica creatura esistente conosciuta che invece può farlo.Può anche darsi come ha detto lei che l’uomo non è più intelligente in tutti i casi,ma non si distacca dagli animali per la sua intelligenza a mio parere,ma proprio per il fatto che riesce a controllare i suoi istinti.

  9. Controllare i propri istinti significa che gli animali non sono liberi e l’uomo lo è.
    C’è però un piccolo problema filosofico: non si può dimostrare che l’uomo sia libero. Il libero arbitrio è uno dei dogmi della Chiesa, non della scienza. E quanto alla dimostrabilità “laica” del principio, tenga conto che Kant ci ha rinunciato.
    Dimostrare la libertà dell’uomo è impossibile come dimostrare l’esistenza (o l’inesistenza) di Dio. Sempre secondo Immanuel kant.

  10. Avevo inviato un messaggio,forse c’è stato un problema,non penso che una persona intelligente e aperta come lei non accetti commenti che vadano contro la sua idea.A questo serve il dialogo,a trovare la verità.Avevo detto che il suo concetto, cioè che la maggiore intelligenza e la parte spirituale e mistica dell’uomo possano essere solo una differenza di grado, è accettabile,ma guardando il problema da questo punto di vista si potrebbe dire che tutti gli animali più e meno intelligenti hanno una cosa che li accomuna e sarebbe l’incapacità di controllare i prori istinti.Ciò che differnzia l’uomo dagli animali non è quindi solo l’intelligenza,non è solo una differenza di grado,ma il fatto che l’uomo è l’unico essere vivente conosciuto che può controllare i propri istinti.

  11. Non sò se l’uomo sia effettivamente libero, ma c’è un dato di fatto:sono esistiti uomini come Gandhi ad esempio che hanno rinunciato ad uno degli istinti primordiali ovvero quello di nutrirsi per un qualcosa di più grande,un qualcosa che va oltre la semplice natura umana.Forse non si può dimostrare che l’uomo sia libero,forse non si può dimostrare che l’uomo sia dotato di libero arbitrio,ma è chiaro e incontestabile che l’uomo ha la capacità di controllare i propri istinti ed è un dato di fatto che nessun’altra creatura vivente ne è capace.

  12. Mi scuso per il penultimo commento,ma il mio computer ha avuto un problema di connessione.Volevo aggiungere che Kant afferma che l’uomo non è libero solo da un punto di vista conoscitivo nella critica della ragion pura,ma è libero nel compiere le sue azioni,è responsabile delle sue azioni,come afferma nella critica della ragion pratica,cosa impossibile per tutti gli animali viventi

  13. Credo di ricordare che nella Ragion Pratica Kant accetta cose, a titolo personale e non di deduzione, che non sono dimostrate nella Critica della Ragion Pura. È nella Ragion Pratica che dichiara di credere in Dio, pur senza contraddire l’affermazione che la sua esistenza è indimostrabile. Lo stesso immagino valga per la libertà.
    Infine mi stupisce la sua affermazione: l’uomo potrebbe non essere libero ma è comunque in grado di dominare i propri istinti. Comunque? L’affermazione a me sembra contraddittoria.
    Infine un po’ di psicoanalisi metterebbe molta acqua nel vino dei suoi ideali.

  14. Penso che lei concordi nel dire che l’uomo può controllare i propri istinti,se non è così mi faccia un esempio pratico.Per il fatto che l’uomo può controllarli ci sono mille esempi.Non ne sono sicuro,ma credo che lei quando nomina la psicoanalisi faccia riferimento all’inconscio che non è controllabile,ma ciò non toglie che l’uomo con la cultura e con l’etica, sbagliata o giusta che sia, possa anche andare contro il suo inconscio.Mi spiego,mentalmente non può andare contro il suo inconscio perchè sono pensieri incontrollabili ma materialmente si.Ad esempio per quanto riguarda il complesso di edipo è vero che l’uomo prova inconsciamnte attrazione verso il genitore di sesso opposto e non può sottrarsi da questo desiderio in nessun modo,ma è anche vero che attraverso la cultura l’uomo è riuscito a reprimere,almeno a livello cosciente questo desiderio sessuale questo implica che l’uomo controlla i propri istinti, forse non a livello inconscio,ma sicuramente a livello cosciente e anche da un punto di vista materiale e questo penso sia un dato di fatto.Io penso che il libero arbitrio esiste basta pensare agli uomini che hanno fatto scioperi della fame andando contro i propri istinti per i propri diritti o per i diritti di altre persone.Inoltre l’uomo è l’unico essere che può suicidarsi,cosa che va contro il suo stesso istinto di sopravvivenza connaturato in tutti gli esseri.

  15. 1) La sua è un’opinione rispettabile, a patto che non cerchi di dimostrarla.
    2) La libertà potrebbe essere un’illusione soggettiva, ma neanch’io cercherò di dimostrare questa opinione.

    Mi creda, questa discussione è sterile.

  16. giusto ieri discutevo su questo tema con delle persone, il problema fondamentale è il condizionamento religioso che purtroppo ancora di portiamo dietro e che ci impone di credere d’essere superiori, addirittura ad immagine e somiglianza di Dio. ma questo è un altro discorso.
    voglio complimentarmi per la bellezza del ragionamento ed esprimere apprezzamento intellettuale, la pensiamo in modo completamente identico.
    penso che farò leggere i ragionamenti condivisi in questo blog a molte persone.
    grazie

  17. be devo dire che di recente mi sono convinto che la diversità dell’uomo rispetto alle altre creature non necessariamente va letta come superiorità, sicuramente è più intelligente, ha in alcuni casi un controllo dell’istinto, si esprime in maniera più complessa rispetto ad altre creature. Ma il dubbio che ho è questo. Tecnica, Tecnologia, arte, religione, scienze etc. non hanno cambiato le sue abitudini. Sopraffazione del più debole, violenza, guerre, procreazione ad ogni costo, stesse paure, stessi bisogni, appartenenza ad un branco, stessi errori di sempre. Siamo sicuri di essere così diversi o non riusciamo a vederci? Siamo sicuri di conoscere gli altri esseri viventi o è meglio non sapere? E poi Dio non è detto che ci preferisca alle altre creature? Qualcuno può dimostrare il contrario?

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