L’EGOISMO DEL DERUBATO

Malta è egoista. Pur di non avere immigranti è pronta a lasciarli morire in mare, si dice. E questo non è bene. Ma il problema ha più di una faccia. La legge vuole che si soccorra chiunque sia in pericolo ma quella stessa legge non impone che, dopo, si ospiti a vita il naufrago. Diversamente si darebbe ragione a quel personaggio di Totò che, dopo aver tentato il suicidio, pretendeva  dal suo salvatore ospitalità ed eterno sostentamento: “Io volevo morire, tu hai voluto che io viva, e allora dammi da vivere”.
Gli immigranti illegali non vogliono soltanto essere salvati: vogliono essere accolti. Se i militari delle navi italiane o maltesi dicessero: “Siamo pronti a riportarvi al porto di partenza, dove magari esamineremo la vostra richiesta di asilo politico”, li salverebbero certo, obbedendo alla legge del mare: ma gli interessati accetterebbero? Si sa infatti che costoro, appena arrivati in Europa, la prima cosa che fanno è distruggere i loro documenti, affinché le autorità non sappiano a chi riconsegnarli.
Il problema ha fondamentalmente due facce, il soccorso in mare e l’immigrazione, che vanno ben distinte. Infatti il soccorso, che è fuori discussione, non dà diritto all’immigrazione. Se il naufrago non dice a quale porto vuole essere ricondotto, non si può certo dire che non gli sia stato offerto il salvataggio e tutto si riduce alla domanda: dobbiamo dire di sì o di no a chi non ci piace e vuole venire a vivere da noi? Malta ha deciso coralmente per il no e per questo è definita xenofoba ed egoista (“Il Giornale”, 24 agosto 2009, pag.5 ). Ma lo è? Si è egoisti se non si vogliono estranei in casa propria?
La parola “egoismo” non ha valore giuridico. La legge prevede il reato di borseggio, non quello di difesa del proprio portafogli. Finché è soltanto uno che vuole tenersi il suo, l’egoista è un cittadino che vive nella legalità. Se il suo atteggiamento non ci piace non abbiamo che da agire diversamente essendo altruisti noi, a nostre spese.
Malta ha torto se lascia morire senza soccorsi dei naufraghi, non ha torto se li salva e poi non li vuole a casa sua. Il fatto è che viviamo in un’epoca buonista, un tempo in cui un lettore qualunque, avendo letto queste righe e volontariamente fraintendendole, mi butterebbe in faccia la domanda: “Allora, secondo te, bisognerebbe lasciarli affogare?” E poi non saprebbe che cosa rispondere se a nostra volta ce la cavassimo chiedendogli: “E li lascio affogare, se gli impedisco di partire o li riconduco in un porto?”
Purtroppo in questo campo stiamo annegando – noi – in un mare di demagogia. Una demagogia da cui non va esente neppure una parte del clero, forse innanzi tutto vogliosa di andare contro il governo. Troppe persone, manifestando un’ipocrita tempesta di sentimenti umanitari, “non vogliono sentire ragioni”. Mentre non sarebbero disposte a fare niente a loro spese, vorrebbero un’indefinita distribuzione di pani e di pesci. Non si accontentano che si evitino le morti in mare, impedendo che le imbarcazioni inadatte lascino i porti libici. Non si accontenterebbero di vederle rimorchiare al porto, in piena sicurezza. La sostanza è: “Se vogliono venire, poverini, perché non lasciarli entrare in Italia?” Questo, mentre la porta di casa loro rimane chiusa e mentre accusano il governo di non fare nulla per l’ordine pubblico.
Anche se temiamo che ci sia una bella frattura fra ciò che si dice in pubblico e ciò che si desidera realmente, molti italiani sono pronti – almeno a parole e purché ciò avvenga lontano dal loro quartiere – ad accogliere una quantità indefinita di immigranti. Sono liberi di pensarla così. Molti maltesi invece, praticamente tutti, non vogliono africani a casa loro.  E dal momento che non hanno nessun dovere di agire diversamente, dovremmo astenerci dall’insultarli.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
26 agosto 2009

L’EGOISMO DEL DERUBATOultima modifica: 2009-08-26T09:58:34+02:00da gianni.pardo
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