LE GAFFE DEI VESCOVI

Parecchi giornali discutono del comportamento della Chiesa nel recente “caso Boffo” e allargano il tema ai rapporti fra Vaticano e centro-destra, fra cattolici e politica, fra Cei e Segreteria di Stato. Ma dal momento che nella Santa Sede l’amore per la segretezza eguaglia quello del Kremlino, la maggior parte delle speculazioni potrebbe rivelarsi sbagliata e forse è più saggio porre domande che dare risposte.
1) La Chiesa sapeva – magari da tempo – dei trascorsi giudiziari di Dino Boffo? Se sì, come mai gli hanno affidato la direzione del “giornale dei vescovi”? E comunque, una volta scoppiato lo scandalo, avrebbe dovuto dire semplicemente: “Sappiamo tutto. Boffo si è confessato, è stato assolto, il caso è chiuso”. Lo stesso Boffo – facendo finta di contrapporsi a Berlusconi – avrebbe potuto dire: “È storia vecchia. Io riconosco i miei sbagli, mentre c’è qualcun altro che non lo fa”. La questione si sarebbe sgonfiata. Quanto alla famosa “informativa”, avrebbe potuto dire: “È un foglietto anonimo che non vale niente, non lo commento neppure”. È stata la pervicace volontà di arrampicarsi sugli specchi che ha montato a neve l’episodio.
2) Se invece i vescovi non conoscevano i trascorsi del direttore, una volta che li hanno appresi perché non l’hanno semplicemente pregato di farsi da parte? Potevano dire: “Boffo, essendosi confessato, per la Chiesa è assolto: tuttavia, per il buon nome del giornale, l’abbiamo pregato di lasciarne la direzione. L’Avvenire continuerà la sua campagna di moralizzazione del Paese”. Feltri non avrebbe potuto dire: “Sono sepolcri imbiancati”. I vescovi infatti avrebbero distinto la politica del giornale dalla persona del suo direttore.
Al contrario, difendendo Boffo a spada tratta, le alte cariche della Chiesa hanno commesso un errore imperdonabile: dipingendolo candido come un giglio sono andati a sbattere contro un’innegabile condanna penale e non sono sfuggiti all’accusa d’ipocrisia. Negando inoltre l’ipotesi dell’omosessualità come infamante hanno fatto passare la Chiesa per omofoba. E se infine hanno voluto far credere che i peccati “sessuali” non inficiano il valore di una persona, hanno contraddetto la politica di “Avvenire” riguardo a Berlusconi. Il quale, fra l’altro, non ha commesso peccati contemplati dal codice penale.
3) Infine, volendo difendere Boffo, perché hanno scelto la linea perdente? Hanno cercato di definire lui vittima di una calunnia – mentre la denuncia era documentata – e la vicenda per un oltraggio alla Chiesa, che invece Feltri non ha chiamato in campo. Il direttore del “Giornale” può sempre rispondere: “Io non ho attaccato nessuno: ho solo pubblicato dei documenti. Se questo è un attacco, è segno che per alcuni si possono dire solo le verità che gli convengono”.
4) Ma il mistero più grande è questo: perché il cardinal Bagnasco da prima ha rifiutato le dimissioni di Boffo, confermandogli perfino in maniera troppo enfatica la propria stima, per poi accettare quelle stesse dimissioni senza discutere, un paio di giorni dopo? Che cosa è successo, nel frattempo? Chi è intervenuto? E con quali argomenti? Di tutto questo – quali che siano le speculazioni dei giornali – non sappiamo nulla. Sicuro è soltanto che la linea della difesa a oltranza di Boffo si è rivelata perdente.
5) Ultima domanda: quali saranno le conseguenze della vicenda sull’“Avvenire”, sulla Chiesa e sui suoi rapporti col potere politico? Si va da “nessuna” a “gravissime”. In generale tuttavia, per la Chiesa come per tutti gli Stati, gli uomini passano, gli interessi no e sono una garanzia di stabilità. Negli Stati Uniti l’avvento di Obama è stato lungi dal provocare quei cambiamenti che molti ingenui si aspettavano.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
6 settembre 2009

LE GAFFE DEI VESCOVIultima modifica: 2009-09-06T14:09:29+02:00da gianni.pardo
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