LA NON-FEDE

La politica e la religione riguardano la vita e il destino di ogni individuo. Ciò posto, chiunque si senta contraddetto in questi campi reagisce non come chi affronti un dissenso intellettuale, ma come chi si senta attaccato nei presidi fondamentali del suo essere. Per questo non solo non dà nessun peso agli argomenti che gli sono proposti ma sviluppa intimamente un’indomabile animosità contro l’interlocutore. Costui non è una persona di parere diverso, è un pericolo.
La religione e la politica hanno in comune l’accettazione di dogmi che finiscono col costituire dei binari da cui la mente non esce. Se, per esempio, si obietta al cristiano che crede nel dogma della Divina Provvidenza il modo come va il mondo, non si ottiene nulla. Se uno insiste: “Ma non vedi quante cose vanno male, quante ingiustizie ci sono nel mondo?”, quello risponde: “Dio è infinitamente buono e sa quello che fa”. E se uno grida, disperato: “Ma come fai a dire che è infinitamente buono, se quello che vedi della sua azione è cattivo?” si sente replicare che non sta a noi giudicare Dio. “Noi non possiamo comprendere la sua azione”. E se infine uno, sconsolato, conclude,: “Insomma lo dichiari buono malgrado le sue azioni”, ottiene di essere considerato blasfemo.
Del resto, non si otteneva nulla, dai comunisti, quando si cercava di far loro notare che la teoria economica marxista, se era tanto migliore dell’economia classica, avrebbe dovuto conseguire risultati economici migliori. Il fatto che milioni e milioni di lavoratori vivessero fra gli stenti, mentre le supposte “vittime del capitalismo” vivevano nell’agio, per i comunisti non era un’evidenza significativa.
Qualche giorno fa in un articolo è stato chiesto dove sia il corpo di Maria Vergine, dal momento che, secondo un dogma proclamato nel 1950, è “in cielo”. E un corpo – se è un corpo – non può che essere in un determinato spazio, meno lungo di tre metri e meno largo di due. Nessuno ha risposto. Eppure chissà quanti credenti hanno scorso quelle righe. Avranno pensato: “Ma costui considera quello di Maria un corpo come tutti gli altri! Un corpo qualunque! Mentre è in cielo in modo mistico, in un modo tutto speciale”, senza accorgersi che questo andava contro il dogma. Un corpo umano infatti è un corpo umano, se le parole hanno un senso. Non c’è “modo mistico” che tenga.
Più interessante è vedere se chi è incapace di queste adesioni fideistiche sia un adepto della “fede nella non-fede”. Il teista spesso dice all’ateo: “Tu non sei diverso da me: tu credi nella non esistenza di Dio”. E questo è un assurdo.
Chi crede in qualcosa, se vuole dimostrarne la ragionevolezza, deve fornirne le prove. Viceversa, se qualcuno sostiene che non esiste l’unicorno, non può fornirne le prove. Non può dire: “Non è in questa stanza”, perché gli si potrebbe rispondere: “Sì, ma potrebbe essere altrove”. E se dicesse: “Non è stato mai avvistato in Italia”, l’altro potrebbe sempre insistere: “Sì, ma potrebbe essere altrove”. E via di seguito: la prova negativa è impossibile. Lo stesso alibi non è la prova di non aver commesso un delitto, ma la prova (positiva) di essere stato altrove mentre esso era commesso: alibi significa “altrove”, in latino.
Lo stesso vale per Dio. L’ateo non deve dimostrare nulla. E non “crede nella non-esistenza” di Dio, perché la non-esistenza non è qualcosa in cui si possa credere. E dal momento che una non-esistenza è uguale ad un’altra non-esistenza, la non-esistenza di Dio non sarebbe diversa da quella di una lattuga lunga un chilometro o di un coniglio con sette zampe. Zero zucche non pesano più di zero ciliege.
Chi non è cattolico, chi non è musulmano, chi non è comunista, non è uno che ha una fede diversa, è uno che non ha nessuna fede. Fede significa disponibilità a credere anche cose non razionali, mentre credere nella razionalità significa esser disposti a cambiare opinione, in presenza di una nuova evidenza.
L’ateo che rimanesse ateo pur in presenza di una indefettibile dimostrazione dell’esistenza di Dio (che la filosofia non fornisce, sia detto al passaggio), allora sì sarebbe un credente nella miscredenza. Ma finché rimane qualcuno che cerca la verità, ed è disposto a prendere in considerazione tutte le prove serie, si è di fronte ad un uomo razionale. Una caratteristica che non hanno né il vero religioso né il vero comunista.
Va segnalato che la razionalità in concreto vale pochissimo. Alcuni “credenti” infatti considerano le loro idee di così palmare evidenza, che per loro è irrazionale chi le nega. Se uno afferma che la vita non ha senso esclamano: “Allora secondo te nasceremmo, vivremmo, morremmo, senza che questo significhi nulla? Non vedi come sarebbe assurdo?” E non si accorgono che andrebbe dimostrato il senso della vita, non la sua mancanza di senso. La mancanza di senso (per nulla assurda) è l’unica conclusione razionale finché non si dimostra l’esistenza di quel senso.
Molti credono di ragionare e invece si limitano ad avere sentimenti. Il che non sarebbe riprovevole, se non chiamassero quei sentimenti “verità inconfutabili”.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

LA NON-FEDEultima modifica: 2009-09-30T07:56:41+02:00da gianni.pardo
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