BERLUSCONI E LA RAI


Per anni ed anni si è parlato di conflitto d’interessi di Berlusconi, fino ad arrivare alla nausea. E tuttavia non si è mai fornito un esempio concreto: ora finalmente l’abbiamo.
Il “Giornale” e “Libero” si battono per l’abolizione del canone Rai ed hanno il sostegno di moltissimi italiani: o perché disgustati dalla politica di sinistra dell’emittente pubblica; o perché il canone costituisce una spesa, o – aggiungiamo noi – perché esso viola l’art.3 della Costituzione. Il canone infatti è pagato solo da quei cittadini che hanno avuto l’ingenuità di sottoscrivere un contratto con la Rai mentre gli altri (molti milioni) non pagano e la loro salute non ne risente. Una tassa evasa da almeno il 30% dei cittadini è una tassa anticostituzionale: o la si abolisce o la si riscuote da tutti.
Questa campagna, visti i protagonisti, è evidentemente “di destra”. Dunque, se il governo Berlusconi abolisse il canone e imponesse alla Rai di vivere solo di pubblicità, tutti i giornali vedrebbero in questo lo scontro finale fra Berlusconi e la Rai. Si direbbe che questa è stata privata dei mezzi di sussistenza, che dovrebbe licenziare migliaia di giornalisti, si declamerebbero tutte le giaculatorie sulla libertà di stampa violata, sulla vendetta del Cavaliere, sulla democrazia in pericolo, anzi morta, e via dicendo. È inimmaginabile ciò che direbbe la sinistra e ciò che scriverebbero i giornali. Solo Santoro non avrebbe diritto di lamentarsi, dal momento che il suo programma, sostiene, rende in pubblicità più di quanto costi: ma si lamenterebbe anche lui.
E allora è giusto, almeno per la sinistra, che il governo non privatizzi la Rai? No.
Infatti la rassegna stampa di Radioradicale (30.09.09) riferendo quanto scrive Gianmaria Pica sul “Riformista” (in un articolo dal titolo “Perché Mediaset non vuole abolire la tassa sulla Rai”)  si dimostra molto più acuta. Per l’abolizione del canone, ha detto Massimo Bordin, “l’interesse di Berlusconi e quindi (si noti il “quindi”) del governo muove in tutt’altra direzione”. Col provvedimento si danneggerebbe “il delicato asse pubblicitario fra Cologno Monzese e Viale Mazzini”. Infatti esiste un duopolio  fra Rai e Mediaset (secondo Bordin La 7 non trasmette pubblicità) e se si togliesse il canone, bisognerebbe anche togliere il “tetto pubblicitario” alla Rai: essa avrebbe dunque più pubblicità, la sottrarrebbe a Mediaset e Berlusconi ci perderebbe. Per questo non abolisce il canone.
Se Berlusconi abolisce il canone, lo fa in odio alla libertà di stampa; se non lo abolisce, favorisce i propri interessi. Molti italiani preferirebbero risparmiare oltre cento euro l’anno, ma poi denuncerebbero il Premier per l’attentato alla Rai, molti altri preferirebbero pagare il canone (o, almeno, che lo paghino quelli che lo pagano) pur di avere la Rai com’è, ma anche loro poi denuncerebbero Berlusconi, perché così ci guadagna. Un solo punto metterebbe d’accordo tutti: quell’uomo ha un conflitto d’interessi qualunque cosa faccia o non faccia. L’unica soluzione sarebbe ucciderlo.
Questo modo di risolvere il problema, che pure incontra qualche difficoltà tecnica per il poco patriottico disaccordo dell’interessato, purtroppo non è sufficiente. Come potremmo essere sicuri che il nuovo Primo Ministro non avrebbe analogo interesse? Basterebbe fosse azionista di Mediaset. E comunque il problema si porrebbe per qualunque provvedimento. Quando in Italia fu reso obbligatorio l’ uso del casco in motocicletta moltissimi dissero che quella legge era stata votata per far guadagnare i fabbricanti di caschi. E se il Cavaliere di turno avesse un interesse in una di queste fabbriche? E se l’avesse, solo per questo i motociclisti dovrebbero morire più spesso?
Le leggi riguardano tutti e tutti ne ricavano effetti positivi o negativi. Dal barbone al Primo Ministro. Inoltre, se alcuni interessi sono evidenti (Montezemolo e la Fiat), i più sono nascosti: se il governo abolisse la tassa del 12,50% sui titoli di Stato, cosa che farebbe piacere a milioni di risparmiatori, come sapere se il Primo Ministro e gli altri membri del consiglio non ne posseggono per somme ingentissime?
Questo argomento è sempre stato noioso e ozioso: e lo è ancora oggi.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
30 settembre 2009

BERLUSCONI E LA RAIultima modifica: 2009-09-30T15:26:38+02:00da gianni.pardo
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