IL MANDRIANO RILUTTANTE

Sul “Corriere della Sera” di mercoledì 10 c’è una notizia che può essere giudicata divertente da chi non è coinvolto: i professori disposti ad accompagnare gli alunni in gita scolastica si sono dimezzati. La ragione è che, soprattutto negli ultimi dieci anni, i ragazzi sono divenuti ingestibili. Il “viaggio d’istruzione” è oggi un’ occasione per lo sballo a base di sbronze, droga e sesso. Una ragazza è tornata dal viaggio incinta, altri ragazzi, chiusi in camera perché non facessero danni, si sono calati dalla finestra. E tutto questo, dicono i professori, per un euro l’ora, senza tenere conto dell’orario notturno.
La notizia mi fa sorridere. Personalmente ho lasciato la scuola molti anni fa e non ho mai preso neppure in considerazione l’idea di andare in gita con i ragazzi. Una volta – ma ero tanto più giovane  – ho accettato di accompagnare una classe dalla scuola alla vicina chiesa per i cosiddetti “esercizi spirituali”: saranno stati ottanta metri. Tuttavia oggi so che avrei dovuto rifiutarmi anche per quegli ottanta metri: i ragazzi possono attraversare la strada correndo e farsi investire anche su una distanza minore. Chi può garantire l’incolumità degli adolescenti a meno che non si consenta al professore di tenerli al guinzaglio?
Forse già allora i docenti viaggiavano gratis ma partivano soprattutto perché idealisti. Per affetto nei confronti dei ragazzi. Speravano di offrire un momento di socialità, un’occasione di amicizia e perfino di istruzione. Io invece, per qualche esperienza nel diritto penale, non facevo che immaginare tutte le occasioni in cui mi sarei potuto trovare sotto processo. Avendo a che fare con dei minorenni sottoposti alla propri custodia si inverte infatti l’onere della prova. La ragazza torna incinta? Come dimostra,  il professore, di aver fatto tutto il possibile per impedire contatti inappropriati – come dicono gli inglesi – fra gli alunni di sesso diverso? Non basterebbe neppure dormire sulla passatoia dinanzi alla porta dell’albergo, visto che – come leggiamo sul “Corriere” – i giovani sono talmente atletici da imitare Romeo sia in salita che in discesa.
Poi, se uno lascia un istante il gruppo per andare a chiedere un’informazione, e succede un incidente, l’accusa è di omessa custodia: dov’era il professore, in quel momento? Ed era proprio necessario che abbandonasse il gruppo per quella specifica informazione?
E se due ragazzi fanno a pugni e uno rimane ferito, il professore perché non li ha separati? Ah, non c’era? E dov’era? E doveva proprio essere in quell’altro posto, non poteva essere dove i ragazzi si accapigliavano?
Proprio per questo non sono MAI arrivato in ritardo in classe: perché sapevo che, in caso d’incidente avvenuto in quei minuti, sarei stato accusato dinanzi al giudice penale.
Quello che molti – e i professori in primis – non capiscono è che se è già  difficile proteggere qualcuno che sta attento a non farsi male (e infatti ci sono le morti bianche), la difficoltà di proteggere qualcuno che a volte fa di tutto per danneggiare se stesso è peggio che diabolica: è insormontabile. Si potrebbe dire: ma i magistrati hanno buon senso, non richiederebbero l’impossibile… Sarà. Io non voluto mai accertarmene di persona.
La conclusione è semplice: raccomando a tutti i professori di dire rotondamente di no, se viene loro chiesto di accompagnare i ragazzi, senza accampare necessità di famiglia, come pare abbiano incominciato a fare. Basterà dicano: “Sono stato assunto per insegnare la tale materia, non per fare il mandriano. Oppure mi si deve assicurare l’impunità checché accada, incluso il fatto che una studentessa poi partorisca dei gemelli. E comunque sono un irresponsabile, del tutto inadatto per un simile incarico.
Mia madre non mi permetteva neppure di portare a spasso il cane”.
A queste condizioni, penso che chiunque sarà lasciato in pace.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
10 febbraio 2010

IL MANDRIANO RILUTTANTEultima modifica: 2010-02-10T18:10:50+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “IL MANDRIANO RILUTTANTE

  1. pezzo divertente e direi brillante.
    alcune osservazioni, lievi, per scherzare:

    # non facevo che immaginare tutte le occasioni in cui mi sarei potuto trovare sotto processo
    ecco spiegato il bagaglio di nozioni giuridiche di cui fa spesso sfoggio: legittima difesa!

    # ma i magistrati hanno buon senso, non richiederebbero l’impossibile… Sarà. Io non voluto mai accertarmene di persona
    a quanto pare, almeno in questo, Lei e Berlusconi la pensate allo stesso modo!

    caro Pardo scusi la piccola celia ma, ricordando le “torme” di ragazzini per strada, nei musei, sui mezzi pubblici, insieme all’immediato “si salvi chi può” spesso, di fronte a quelle faccette pulite, a quegli occhi pieni di “speranza” io, vecchio pellegrino della vita, mi intenerisco e “benedico” gli eroi ignoti che li guidano verso il futuro

  2. Celia gradita.
    Tuttavia: accertarsi del buon senso dei magistrati è ciò che ha fatto scrivere a Piero Calamandrei: “Se mi accusassero di avere rubato la Torre di Pisa mi darei alla latitanza”. In altri termini: i più diffidenti, nei confronti dei magistrati, sono i giuristi e quelli che li hanno frequentati.
    In secondo luogo, lei sarà un vecchio pellegrino della vita. Ma, se da professore avesse desiderato rimanere a piede libero (sa, per un pellegrino è ciò che consigliano), avrebbe fatto bene a seguire i miei consigli. E a non essere un eroe ignoto. Condannato dal giudice.

  3. Oggi, poi, il fronte più pericoloso non è quello della mandria di ragazzini, ma quello della mandria dei genitori che usano dare enorme amplificazione a qualunque fatto che accada a scuola (per ignoranza e spirito di protagonismo).
    Una mia conoscente, insegnante di inglese in un istituto superiore, è stata REDARGUITA dal proprio Preside a seguito delle lamentele dei genitori di ragazzi cui la professoressa aveva detto, udite udite, “… mi sembrate dei bamboccioni …” !!!

    Ciao ciao

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