L’ASSURDO SCIOPERO DELLA STAMPA

Oggi i giornali non sono in edicola per protestare contro la “legge sulle intercettazioni”. Come la stragrande maggioranza dei nostri connazionali, siamo troppo pigri per leggere il progetto di legge e – a fortiori – la miriade di emendamenti che sono proposti da ogni parte, soprattutto dalla minoranza. Questa, in realtà, quella legge non vorrebbe affatto correggerla: vorrebbe eliminarla. Bisognerà dunque rassegnarsi ad un riassunto tagliato con l’accetta.
Il governo vuol votare una legge che impedisca l’eccesso di intercettazioni (la piccola Italia ne ha infinitamente più degli Stati Uniti) e la pubblicazione di quelle che sono lesive della privatezza dei cittadini. Se alcune intercettazioni sono penalmente rilevanti (e dunque necessariamente pubbliche perché pubblico è il dibattimento penale) vuole  che esse possano essere riportate sui giornali a partire da una certa data, in linea col codice di procedura penale.
La minoranza, i giornali (quasi tutti), i magistrati e gran parte dell’opinione pubblica (soprattutto quella che grida) sostengono invece che: 1) La limitazione delle intercettazioni limita anche le possibilità di identificare e punire i colpevoli; 2) I limiti alla pubblicazione delle intercettazioni, anche quando sono coperte dal  (regolarmente violato) segreto istruttorio, vanno contro la libertà dei stampa che – Fini dixit – non è mai sufficiente.
Ambedue queste argomentazioni sono inconsistenti ed anzi assurde.
Se l’unico criterio per giudicare un’attività di repressione fosse l’efficacia, perché mai si è abolita la tortura? Un uomo sul cavalletto, al quale viene inflitto qualche tratto di corda, è molto più propenso a dire la verità di un signore comodamente seduto accanto al suo avvocato. Chi sostiene la tesi che bisognerebbe intercettare a tutto spiano, violando l’articolo 15 della Costituzione, dovrebbe dichiararsi per il passaporto interno, come in Unione Sovietica, per la censura sulla posta, per la soppressione di tutti i partiti che il governo reputa nocivi alla nazione e soprattutto, lo si ripete, per la tortura, efficacissimo strumento investigativo. Deve dichiararsi per il comunismo sovietico.
Quanto alla seconda argomentazione, non è migliore. I giornalisti – forti della sacrosanta libertà di stampa – rivendicano il diritto di pubblicare notizie coperte dal segreto. Questo somiglia alla ricettazione: qualcun altro commette il reato (violazione del segreto istruttorio) ed io ne approfitto. Anzi, somiglia all’atteggiamento del ragazzino di tredici anni che ruba perché sa di non essere imputabile. Si può capire che profitti di questo diritto: ma che se ne vanti come di una benemerenza, appellandosi ai più alti ideali, francamente no.
La palma dell’argomentazione peggiore va tuttavia a Gianfranco Fini. Se “la libertà di stampa non è mai sufficiente”, bisognerebbe abolire l’art.595 del Codice Penale, 2° cpv il quale (scioccamente? antidemocraticamente?) reputa il reato di diffamazione più grave (e commina una pena minima di sei mesi di carcere) se esso è commesso a mezzo stampa.
Né varrebbe dire “naturalmente si parla di libertà di stampa nel rispetto della legge”, perché il problema delle intercettazioni è nato proprio dal fatto che non è stata rispettata – e non si rispetta – la legge sulla segretezza del segreto istruttorio. E allora?
Allora è chiaro che su questo argomento c’è troppa demagogia e ipocrisia, per poterne parlare serenamente. È opportuno che chi non è un penalista o un parlamentare impegnato nello studio approfondito della questione si astenga dallo sparare condanne o assoluzioni definitive e incontestabili. Piuttosto che identificare un colpevole politico e condannarlo senza appello è più probabile che siano colpevoli un po’ tutti, ma soprattutto magistrati e giornalisti.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
9 luglio 2010

L’ASSURDO SCIOPERO DELLA STAMPAultima modifica: 2010-07-09T12:10:27+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “L’ASSURDO SCIOPERO DELLA STAMPA

  1. Il commento di ezio viene integralmente trascritto qui di seguito perché (cosa contraria all’etichetta Internet) scritto in tutte maiuscole.

    Io personalmente vorrei che chi deve subire un processo lo deve fare e la legge deve essere uguale per tutti ed invece cosi non e mio caro e lo vediamo costantemente dal comportamento adottato io se rubo una gallina perche’ ho fame vado in galera loro rubano qualsaisi cosa e nulla anzi non si fanno nemmeno processare mi dica lei e’ giusto tutto questo se una persona sana di intendere e volere non puo capire una cosa del genere

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