IL PD NON CAMBIERA’ IL “PORCELLUM”

Il luogo comune è un’affermazione che, come la briscola, vince contro qualunque carta che non sia una briscola. Naturalmente esso non sempre è veritiero ma contrastarlo è un’impresa tutta in salita. A cominciare dalla sorpresa dell’ascoltatore che ha l’aria di sentir dire che il sole è freddo.
Il luogo comune dispensa dall’esaminare il problema particolare. Se, a proposito di Anna Maria Franzoni, si è innocentisti, basta sparare un luogo comune: “Tutte le madri amano i loro figli. Come si può pensare che Anna Maria abbia ucciso il piccolo Samuele?” In realtà, da un lato esistono madri che uccidono i loro figli, dall’altro esistono gli errori giudiziari: bisogna dunque esaminare il caso in concreto.
La stramaledizione del “Porcellum” è un luogo comune ma non dimostra nulla. Tutte le leggi elettorali sono imperfette. Esse risultano di una ineliminabile scelta che, favorendo una legittima, lodevole esigenza,  danneggia un’altra legittima, lodevole esigenza. Ha certamente ragione chi, in Gran Bretagna, critica un sistema che riesce a lasciare senza peso in parlamento un partito che arriva a raccogliere una notevole percentuale di voti. Ha certamente ragione chi critica un sistema come il proporzionale puro che provocava un’insopportabile ingovernabilità del paese, con governi fragilissimi. In realtà il sistema maggioritario, a uno o a due turni, privilegia la governabilità; il sistema proporzionale, che fa posto anche a partiti dell’uno per cento, privilegia la rappresentatività del Parlamento. Per questo poi nascono sistemi misti, che vorrebbero cumulare i vantaggi: proporzionali con sbarramento, per eliminare dal panorama i partiti che non arrivano al quattro o al cinque per cento; proporzionali con premio di maggioranza (un surplus di parlamentari al partito che ottiene più voti), e via dicendo. Naturalmente ognuno di questi marchingegni ha i suoi sostenitori e i suoi nemici dichiarati.
La legge attuale è stata molto criticata per tre ragioni: per lo sbarramento al quattro per cento, per il premio di maggioranza e perché gli elettori non possono esprimere preferenze per i candidati. Tutti stanno a definire il sistema “orribile”, a dire che è “una porcata”, a soprannominarlo “Porcellum” e a farlo rinnegare perfino dallo stesso Roberto Calderoli che a suo tempo lo promosse. Esagerazioni.
In realtà, lo sbarramento al quattro per cento ha prodotto una semplificazione del panorama parlamentare e il premio di maggioranza ha per esempio permesso al governo Prodi – che per la Camera dei Deputati aveva vinto con uno scarto di sei decimillesimi dei voti, un sei preceduto da quattro zeri – di avere in quella sede una situazione priva di rischi. Naturalmente continuando a gridare sui tetti che la legge “non permetteva la governabilità”.
La scelta delle liste bloccate, criticabile come ogni altra, non nasce dal nulla. Da un lato si sono voluti sottrarre i candidati al mercato dei voti, dei favori e, Dio non voglia, delle promesse di corruzione poi mantenute. Dall’altro non si può dire che il sistema precedente rappresentasse precisamente la volontà degli elettori: era a discrezione del loro partito che i candidati fossero inseriti, o no, nelle liste elettorali.
Oggi da molte parti si parla di governi di variopinta denominazione che hanno in comune solo due cose: non ci deve essere Berlusconi e si deve cambiare la legge elettorale. Per la prima condizione, basterà convincere il Cavaliere a darsi all’ippica; per la seconda, invece, ci potrebbero essere difficoltà maggiori.
Le liste bloccate o no sono una questione secondaria; e anche l’eliminazione dello sbarramento al quattro per cento farebbe solo aumentare il chiacchiericcio parlamentare: essenziale è solo il premio di maggioranza. Gli unici due partiti che ne possono beneficiare sono il Pd e il Pdl e dunque sono loro che hanno tutto l’interesse a mantenerlo. Per quale ragione il Pd dovrebbe rinunciare ad un simile, grandissimo vantaggio, a suo tempo voluto anche da Walter Veltroni? Chi mai, sano di mente, segherebbe il ramo su cui è seduto? L’unica domanda seria è dunque: perché i rappresentanti del Pd parlano di legge orribile e da riformare?
Dimenticando che una forza politica non può essere costituita solo da ciò che non vuole, oggi c’è una velleitaria ed anzi finta coalizione che ha solo due principi unificanti: l’antiberlusconismo e l’ostilità all’attuale legge elettorale. Il Pd, pur di essere al centro dell’opposizione, fa finta di sostenere ambedue le tesi: vuol far credere che ci sia una convergenza verso un governo alternativo all’attuale, ben sapendo che questo è solo un sogno. In realtà, ha un solido interesse al premio di maggioranza e il giorno in cui si parlasse seriamente, come per un caso scopriremmo che il Pd non ha nulla contro questa parte del “Porcellum”.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
3 agosto 2010

IL PD NON CAMBIERA’ IL “PORCELLUM”ultima modifica: 2010-08-04T11:19:29+02:00da gianni.pardo
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