UN ECTOPLASMA: IL TERZO POLO

Il bipolarismo, e ancor più il bipartitismo, sono situazioni di fatto. Non si possono decidere dall’alto. Essi si hanno quando la legge penalizza pesantemente i candidati meno favoriti (sistema maggioritario ad un solo turno) o quando l’elettorato è profondamente diviso da un’idea politica, religiosa o d’altro genere, tale da rappresentare un solco incolmabile.
In Italia il bipolarismo non è tanto determinato da un’ideologia politica (come al tempo della Dc e del Pci) ma da un discrimine anomalo e pressoché demenziale: Berlusconi. Chi è per Berlusconi da una parte, chi è contro Berlusconi dall’altra.
L’attuale legge elettorale, col premio di maggioranza, favorisce i partiti più forti e determina dunque il fenomeno del “voto utile”. Se la maggioranza alla Camera dei Deputati andrà al partito che avrà ottenuto più voti – foss’anche il 26% in un Paese in cui gli altri hanno ottenuto il 24% – conviene votare, fra quelli meno lontani dalle proprie idee, il partito che ha più probabilità di vincere.
Il sistema penalizza i piccoli partiti, che infatti o sono spariti o vivacchiano, come l’Udc e l’Idv, senza influire sulla politica nazionale.
Malgrado tutto ciò oggi si fa un gran parlare di Terzo Polo. È avvenuto che una notevole pattuglia di finiani ha lasciato la maggioranza e, in occasione del voto di sfiducia al sottosegretario Giorgio Caliendo, si è associata con l’Udc ed altri nell’astensione. Né col governo né contro il governo, dunque: e questo ha spinto in tanti a credere che sia nata una nuova forza. Si tratta di un errore.
I partiti si qualificano per il loro programma o, male che vada, per un loro rifiuto. In passato molti elettori votavano per il programma del Pci mentre altri votavano per la Dc non perché l’apprezzassero, ché anzi la disprezzavano, ma solo perché la ritenevano l’unica diga contro i comunisti. Gli uni per un motivo positivo, dunque, gli altri per un motivo negativo. In quale posizione si situa il Terzo Polo?
Se esso scegliesse il motivo negativo, per esempio l’antiberlusconismo, non si vede perché non dovrebbe fondersi con l’Idv che, a parte le manette per tutti, non propone altro. Se scegliesse il berlusconismo, non si vede perché i partiti che lo compongono non siano entrati o non siano rimasti nel Pdl.
Rimane il dato positivo. “Noi proponiamo qualcosa che non propone né il Pdl né il Pd”. Ma che cosa? I finiani, per quanto si contorcano, saranno sempre qualificati come ex fascisti e comunque un partito di destra lungamente compromesso con Berlusconi. Dal punto di vista elettorale molti considereranno l’associazione con loro estremamente pericolosa. E ammesso che i finiani riuscissero ad allearsi con Pierferdinando Casini, come potrebbero attirare nel loro giro Francesco Rutelli ed altri fuorusciti della sinistra? Costoro potranno disapprovare l’attuale politica del Pd, ma con quale coraggio potrebbero chiedere il voto agli elettori, essendo alleati con Fini? Anche se dicessero che questo Fini è diverso dal passato, rischiano di sentirsi dire che sì, è effettivamente diverso: prima era un fascista, ora è un voltagabbana.
La leggenda del Terzo Polo è sconfitta in partenza dall’attuale legge elettorale. I due grandi partiti infatti si guarderanno bene dal modificarla, soprattutto per quanto riguarda il premio di maggioranza. L’ipotesi del Terzo Polo, nata in un pomeriggio di agosto da un’occasionale astensione comune, non ha più consistenza di un ectoplasma.
È vero che, come scrive Stefano Folli parlando di Berlusconi (1),  “nessuno gli farà il favore di provocare la caduta del governo”, ma si dimentica che questa caduta si può organizzare a freddo. Basta redigere una riforma perfettamente rispondente al programma del Pdl e perfettamente indigeribile per Fini e i suoi amici e, al momento ritenuto più opportuno, porre la questione di fiducia. A quel punto o il Pdl riporta una grande vittoria politica oppure mette tutti i suoi nemici dinanzi all’alea di un voto anticipato cui sono lungi dall’essere preparati.
Certo, anche gli ectoplasmi possono prendere consistenza: il futuro è sempre un’incognita. Ma attualmente è molto concreta la possibilità che il Pdl faccia svanire gli ectoplasmi col sole delle elezioni anticipate.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
4 agosto 2010
(1)http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=T7961

UN ECTOPLASMA: IL TERZO POLOultima modifica: 2010-08-05T10:29:00+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “UN ECTOPLASMA: IL TERZO POLO

  1. Sarebbe utile capire quanto sia radicata “sul territorio” la struttura raccogli-voti di AN (pre-PDL). Il monocolore attuale, infatti, come si è ben capito ieri, basterebe poco per renderlo irrealizzabile in futuro.
    Anche si in queste pagine si ama in genere parlare più di metodo che di merito (orribile linguaggio sindacalese!) approfitto per segnalare che se Berlusconi avesse osato dire quanto concluso dalla Chiara Moroni, sarebbe apparso politico di razza invece che amministratore di grande condominio. Chiara Moroni for President

  2. Quello che lei scrive è corretto, ma si adatta più a un paese normale che al nostro, da sempre patria del trasformismo. Pensiamo all’armata brancaleone che fu messa in piedi da prodi. Vi convivevano mastella e pecoraro scanio, e ancor prima dini con bertinotti. Cosa avevano da spartire costoro se non l’ossessione antiberlusconiana? Del resto la nostra scena politica è sempre stata affollata da piccoli partiti, spesso formatisi attorno a un leader carismatico transfuga da qualche altra formazione, sia per motivi di visibilità e di accesso a benefici economici, sia perchè in una coalizione affollata il piccolo finisce per risultare condizionante nei confronti del grande (se non ricordo male il passato governo di csx cadde proprio per il ritiro del più piccolo). Diciamo che un terzo polo non è probabile ma è sempre possibile in una situazione politica come la nostra.
    Quanto agli elettori, hanno digerito ben altri rospi in passato. Direi che votare turandosi il naso, o comunque votare contro qualcuno e non per qualcuno, sta diventando l’unica possibile forma di partecipazione.
    Certo il discorso vale se si andasse alle elezioni anticipate nella primavera del 2001 (come qualcuno prevede), una caduta del governo ora non lascerebbe molto scampo agli avversari di berlusconi.

  3. Questi Casini, Rutelli e compagnia sono penosi. Cosa diranno in una campagna elettorale ? Riguardo Fini: chi puo’ credere a uno che e’ da quindici anni dietro le sottane di Berlusconi, e che adesso improvvisamente vuole fare lo schizzinoso…?

    Ma se uno non sopporta Berlusconi e non vuole vedere piu’ la sua faccia in giro, chi deve votare ??

    E’ chiaro’: vota Di Pietro ! Quindi, vedo prevedo e stravedo, se si dovesse votare, l’IdV salira’ ancora, il PD perdera’ un sacco di voti, l’ectoplasma del centro svanira’ al sole e…. Berlusconi stravincera’ di nuovo !

    Staremo a vedere, ma di sicuro ci sara’ da ridere.

    MF

    PS: a si ho dimenticato i “grillini”, scusate scusate. Il PD perdera’ ancora piu’ voti, e Berlusconi stravince.

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